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SALVINI SCATENA LA GUERRA AL CASELLO – IL MINISTRO DEI TRASPORTI ATTACCA AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) E I SUOI AZIONISTI PRIVATI E MINACCIA LA REVOCA DELLA CONCESSIONE: “O PARTONO TUTTI I CANTIERI PREVISTI SENZA ECCESSIVI AUMENTI TARIFFARI, OPPURE SI RIDISCUTE TUTTO” – NEL MIRINO DEL LEADER LEGHISTA CI SONO I GRANDI FONDI BLACKROCK E MACQUARIE: “MI SEMBRA CHE LO STESSO RENDIMENTO CHE NON VOGLIONO METTERE IN DISCUSSIONE, SUPERIORE ALL’8%, NON SIA COMPATIBILE CON LA LENTEZZA CON CUI PROCEDONO I LAVORI” – A FAR INCAZZARE SALVINI SONO I MANCATI INVESTIMENTI CHE ASPI DOVEVA REALIZZARE A GENOVA DOPO IL CROLLO DEL PONTE MORANDI...
Estratto dell’articolo di Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”
L’ira di Matteo Salvini contro Autostrade per l’Italia (Aspi) e i suoi azionisti: «O partono tutti i cantieri previsti senza eccessivi aumenti tariffari, oppure si ridiscute tutto». Dove per «tutto» si deve intendere proprio tutto: persino la concessione.
Il ministro dei Trasporti l’ha detto ieri pomeriggio alla Camera. Ma la rabbia sobbolliva da mesi. Con un articolo sul Secolo XIX dello scorso 7 novembre che aveva fatto da detonatore: un appello del Comune di Genova ad Aspi per destinare una parte dei ristori dovuti alla città dopo il crollo del ponte Morandi alle manutenzioni dei viadotti cittadini. Senza i 40 milioni di ristori previsti da Autostrade per l’Italia, nel 2026 ben 620 tra viadotti, impalcati e strade sopraelevate a Genova rischierebbero di essere chiusi o di subire restrizioni.
[...] il ministero dei Trasporti aveva già diffuso una nota: «Il ministro Matteo Salvini è profondamente irritato con Aspi e i suoi azionisti e condivide la preoccupazione di tantissimi cittadini, a partire da quelli di Genova ma non solo, per ritardi e inadempienze».
Poi, l’avviso: il ministro Salvini «ha dato mandato ai propri uffici di chiedere una ricognizione di tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria effettuati e da effettuare da Aspi sulla rete autostradale di competenza». E da qui, «non esclude di avviare approfondite valutazioni sulla concessione».
CROLLO DEL PONTE MORANDI DI GENOVA
Dato che tra gli azionisti principali c’è Cassa depositi e prestiti, a prima vista poteva sorgere il dubbio che gli strali salviniani fossero in quella direzione. Cosa che non è: dal ministero filtra che l’ira di Salvini è soprattutto nei confronti dei grandi fondi che partecipano all’azionariato di Aspi, in particolare Blackrock Infrastructure Partners e Macquarie Asset Management.
Del resto, più tardi a dirlo è lo stesso ministro: «Mi sembra che lo stesso rendimento che i fondi privati non vogliono mettere in discussione, superiore all’8%, non sia compatibile con la lentezza con cui procedono i lavori».
[...]
Il finale del ministro è in crescendo: «Ho ereditato una situazione nata in maniera non brillante da un governo precedente — sottolinea Salvini — però adesso o partono tutti i cantieri previsti senza eccessivi aumenti tariffari, oppure si ridiscute tutto».
Tutto, appunto, significa «dal punto di partenza. O fanno tutto quello che si sono impegnati a fare o sono disponibile a rivedere tutto».
L’accordo dopo il crollo del ponte Morandi, firmato nel 2021 da governo, Aspi, Comune di Genova e Regione Liguria, prevede un totale di circa 1,5 miliardi di investimenti da parte di Aspi nel capoluogo ligure. Tra le opere previste figura tra l’altro il tunnel della Fontanabuona, atteso da decenni ma i cui lavori non sono ancora iniziati.
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