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1. EDITORIA: A REPUBBLICA LO SPETTRO DELLA CIG
Da www.milanofinanza.it
Le tensioni in seno alle redazioni di Roma e Milano del quotidiano La Repubblica fanno saltare il banco delle trattative tra i giornalisti e l'azienda, il Gruppo Editoriale L'Espresso. Oggi pomeriggio, al termine di una lunga a accesa assemblea, di fatto si è spaccato il fronte del comitato di redazione con le dimissioni di tre dei cinque membri. Questo ha portato alla decadenza dell'organismo di rappresentanza interna dei giornalisti e al rinvio sine die della trattativa con l'ad Monica Mondardini e il management della casa editrice.
A far precipitare la situazione, dopo che sul finire del 2013 le redazioni (440 giornalisti) avevamo approvato attraverso il referendum l'opzione dei prepensionamenti obbligatori (48 persone), è stata la mozione presentata ieri in apertura di assemblea dalla redazione di Roma, che puntava a riaprire le trattative in corso con l'azienda chiedendo l'opportunità di ricorrere alla solidarietà e alla volontarietà dei prepensionamenti.
E su di un cavillo burocratico si è arenato il confronto tra le diverse anime del quotidiano, portando di fatto alla spaccatura definitiva del cdr. Anche perché per i membri del cdr dimissionari era impossibile cambiare la carte in tavola una volta che la maggioranza dei giornalisti del quotidiano diretto da Ezio Mauro aveva individuato una strada precisa per il taglio dei costi redazionali.
Ora, visto che il Gruppo L'Espresso sin dal principio voleva 81 prepensionamenti, in mancanza di un accordo in tempi rapidi lo spettro della cassa integrazione torna prepotentemente ad afficcarsi su Repubblica.
2. LA REDAZIONE SMENTISCE IL CDR: A LA REPUBBLICA RIPARTONO LE TRATTATIVE
Da www.affaritaliani.it - Aria di dimissioni del comitato di redazione di Repubblica dopo che, nell'assemblea dei giornalisti del quotidiano, è passata con 170 voti a favore contro 130 la mozione che impegna i rappresentanti sindacali a riaprire con l'azienda la trattativa sui prepensionamenti già chiusa.
L'assemblea era in programma per confermare il referendum dell'accordo su 59 uscite anticipate che, invece, ora si vuole rimettere in discussione. La richiesta riguarda un fatto apparentemente tecnico, due parole in merito alla cassa integrazione, che implica però il diverso potere contrattuale degli interessati al pensionamento anticipato nelle trattative individuali con l'azienda e rimette in ballo la volontarietà del provvedimento. A questo punto bisogna attendere le decisioni del Cdr.
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