DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL…
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La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la recentissima visita (a sorpresa) di Matteo Renzi all'Atitech. Un coupe de theatre che – paradossalmente – ha fatto scendere ancor di più le quotazioni di Gianni Lettieri dalle parti di Forza Italia, nonostante lui sostenga il contrario.
Gli azzurri non lo hanno mai digerito, in realtà: slegato dagli apparati storici del partito e con troppi interessi a livello imprenditoriale (è stato imputato e assolto a Salerno insieme al sindaco Pd Vincenzo De Luca, per dirne una), è finito sott'attacco dei berluscones a poco più di un anno e mezzo dal ritorno alle urne.
L'europarlamentare Fulvio Martusciello e il deputato Paolo Russo non riescono proprio a mandarlo giù. Un po' perché Lettieri non è in grado di tener veramente testa a Luigi de Magistris – con cui ha perso il ballottaggio nel 2011 – e un po' perché è un fin troppo indipendente per i loro gusti.
Ma soprattutto è una “mina vagante” con il suo patrimonio di relazioni e di aziende di cui nessuno sa veramente fino in fondo. “Rischiamo di ritrovarci un Berlusconi in sedicesimi”, dice sprezzante un imprenditore della provincia. “Uno che fa affari a certi livelli non può fare politica, contemporaneamente. Lettieri si scordi di diventare sindaco a Napoli”.
“Sono pronto a presentarmi di nuovo alle elezioni, ho la ricetta per risolvere i problemi della città”, va ripetendo lui in questi giorni, quasi a voler esorcizzare il rischio di una mancata ricandidatura. E lo ha fatto capire anche al Premier durante il suo tour negli stabilimenti di Capodichino. Non ha però specificato a quale partito si appoggerà perché Forza Italia lo ha già spedito nel cimitero degli elefanti. Il governatore Caldoro gli è amico, ma anche lui a cinque mesi dalle elezioni regionali non può osare più di tanto.
Ora Gianni s'è messo in testa di salvare i 200 fuoriusciti da Alitalia, ma è una impresa tutt'altro che facile. La politica di centrodestra non lo ama e pure i rapporti con Confindustria, a dispetto del ruolo di past president dell'Unione industriali del capoluogo campano, sono tutt'altro che idilliaci.
È storia nota la sua disfida con Antonio D'Amato durante le amministrative, scontro arrivato fino alle aule di tribunale in un crescendo di querele ed esposti all'autorità giudiziaria. Ma è tutto Palazzo Partanna che fa muro contro le sue aspirazioni da primo cittadino.
renzi dopo il dato sull affluenza by selvaggia
Gli industriali napoletani vogliono impedire che Lettieri prenda tutto il piatto così come intendono fermare l'avanzata di un altro big dell'imprenditoria campana, anche lui più volte tirato in ballo a proposito di possibili candidature a sindaco di Napoli e da ultimo a governatore della Campania; uno che, con Lettieri al vertice dell'Unione industriali, è stato suo vicepresidente e responsabile per l'internazionalizzazione. Si tratta di Paolo Scudieri, patron di “Adler Group”, multinazionale da un miliardo di euro di fatturato all'anno con sede a Ottaviano, l'ex fortino del boss Raffaele Cutolo e dei grandi capi della camorra degli anni Ottanta.
FULVIO MARTUSCIELLO CON MARA CARFAGNA
Oggi è il mecenate dell'enogastronomia di qualità col suo outlet mangereccio “Eccellenze campane”, ma è chiaro che si tratta al massimo di un passatempo. I due, Gianni e Paolo, hanno molto in comune. A cominciare dal fatto di essere diventati ricchissimi partendo praticamente da zero. E praticamente da soli. Una cosa che, a Napoli, si vede di rado.
I rapporti di potere politico e finanziario, in Campania, rischiano di subire degli scossoni imprevedibili: nel giro di 24 mesi si decideranno il nuovo presidente della Regione e il nuovo sindaco del capoluogo. E in Confindustria è già iniziata la resa dei conti.
vesuviosegreto@gmail.com
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