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CALCIO AL RIGORE - LA GUERRIGLIA A FRANCOFORTE PER LA NUOVA SEDE BCE E LA "COMPRENSIONE'' DI DRAGHI: "DOBBIAMO ASCOLTARE I MOVIMENTI DI PROTESTA" - E QUELLA DEL NUMERO UNO DI DEUTSCHE BANK: "LA DISOCCUPAZIONE E' A LIVELLI INSOSTENIBILI. E' COMPRENSIBILE CHE LA GENTE NON SIA FELICE"

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Tonia Mastrobuoni per “la Stampa”

 

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I primi sassi contro le vetrine del centro sono volati martedì sera, dopo l’arrivo dei pullman e i treni da ogni parte della Germania e dell’Europa carichi di militanti di “Blockupy”, il movimento anticapitalista che ha organizzato la protesta di ieri contro le politiche di austerità. Obiettivo: l’inaugurazione del nuovo grattacielo della Bce, nella parte orientale della città, prevista per le undici di mattina.

 

Ma insieme a tanti manifestanti pacifici, in città sono arrivati anche decine di esaltati che sin dalle prime ore del mattino hanno trasformato Francoforte in un inferno. E in effetti, la manifestazione ufficiale, che si è svolta pacificamente e cui hanno partecipato circa 20mila persone, è partita a mezzogiorno.

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Ma poco dopo la mezzanotte di martedì, un primo tweet della polizia avvertiva che quattro macchine erano già in fiamme, in periferia. E all’alba, vicino alla vecchia sede dei banchieri centrali, altre vetrine di negozi erano in frantumi, altre automobili incendiate e una volante della polizia era stata messa in fuga da una sassaiola. Attorno alle sette, un gruppo di manifestanti aveva già assaltato un sede della polizia. Alle nove, un tweet dava notizia di duecento “blue-block” italiani circondati dagli agenti. Dopo centinaia di fermi e una giornata infernale, in serata il bilancio era di 19 arresti.

 

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Soprattutto attorno alla torre, al nuovo grattacielo Bce, le scene sono state da guerriglia urbana: quasi tutti gli incroci, ad un certo punto, erano oscurati dal fumo delle auto e dei cassonetti in fiamme. Ovunque, schegge delle vetrine rotte. E quattro scuole del quartiere chiuse; per due era già previsto, due son state chiuse in fretta e in furia mentre il cielo si riempiva di elicotteri e di nuvole nere: insegnanti e bambini mandati a casa.

 

E i manifestanti più violenti non si sono fermati neanche davanti ai camion dei pompieri e ai tram, tanto che i vigili del fuoco hanno twittato «per favore lasciateci fare il nostro lavoro» e l’azienda municipale dei mezzi pubblici ha fatto sapere nelle prime ore del mattino di aver soppresso tutte le linee dei tram e una linea della metro.

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Eccessi che sono stati condannati duramente anche da molti manifestanti che volevano sfilare pacificamente per le vie di Francoforte: «Nessuna violenza» ha scritto uno di loro sull’asfalto, con un gesso. Scontata la condanna del ministro degli Interni De Maizière: «la portata di questi atti dimostra che erano pianificati da tempo». In effetti il vero e proprio contropiede delle frange più estremiste del movimento, attivissime già dalle cinque e mezza, ha colto la polizia totalmente di sorpresa, come ha ammesso una portavoce a metà mattinata.

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Ma alle sei sono partiti i primi lacrimogeni e sui manifestanti si sono abbattuti i micidiali getti degli idranti, mentre i cortei erano già presidiati da ottomila poliziotti che avevano cominciato a isolare i gruppi più violenti e a usare il manganello. In serata, il bilancio è stato di 94 poliziotti e 140 manifestanti feriti. E a metà giornata, anche un portavoce di Blockupy ha detto che «noi non siamo violenti», aggiungendo che gli eccessi mostrerebbero «quanto è grande la rabbia, anche in Germania».

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Alle undici e mezza di mattina, quando Draghi ha inaugurato la nuova sede, la violenza si era già placata. E il presidente della Bce, battezzando «la casa dell’euro», ha detto che «siamo l’obiettivo di proteste, quando in realtà abbiamo fatto da cuscinetto contro gli aspetti più gravi della crisi».

 

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«Dobbiamo ascoltare» i movimenti di protesta, ma sapendo che chi chiede una maggiore solidarietà «aspettandosi sempre che qualcuno paghi per gli altri» o vuole «rinazionalizzare le economie» sbaglia. Tuttavia, l’endorsement più curioso a Blockupy è arrivata ieri dal numero uno di Deutsche Bank, Anshu Jain. La disoccupazione è a livelli insostenibili: comprensibile che «la gente non sia felice», ha detto.

 

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