IL DESTINO DELL'UCRAINA SI DECIDE TRA WASHINGTON E MOSCA: LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È…
Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
barack obama hillary e bill clinton 1
Per cercare di attutire il forte impatto mediatico delle critiche di Hillary Clinton alla politica estera del presidente Obama, un portavoce dell’ex Seg6retario di Stato ha detto che la sua intervista a «The Atlantic» non è stata concepita con l’obiettivo politico di lanciare una sua candidatura per le presidenziali del 2016: rientra in una serie di iniziative editoriali a sostegno del suo libro di memorie, «Scelte difficili», pubblicato un paio di mesi fa.
barack obama e hillary clinton
In realtà con le sue critiche alla Casa Bianca, soprattutto per non aver sostenuto i gruppi filo-occidentali nella guerra civile siriana contro il regime di Assad, e con la replica tagliente al primo comandamento della politica estera di Obama («la frase “non fare cose stupide” non è un principio organizzativo, e le grandi nazioni non basano le loro scelte di fondo su questo tipo di principi»), la Clinton rischia di promuovere un altro libro che già da diverse settimane vende più del suo: «Blood Feud», un saggio nel quale Ed Klein sostiene che tra la famiglia Clinton e la famiglia Obama è in corso uno scontro sotterraneo senza esclusione di colpi.
bill e hillary clinton con barack obama
In alcuni articoli successivi il controverso saggista, di certo un personaggio non amato dai democratici, ha sostenuto che Obama, pur dovendo gratitudine a Bill Clinton per l’appoggio che gli ha dato nella fase più difficile della campagna elettorale del 2012, sarebbe orientato a non appoggiare Hillary per le presidenziali del 2016: si sarebbe, infatti, convinto che, se tornassero alla Casa Bianca, i Clinton demolirebbero quello che è stato fatto dal primo presidente nero della storia americana.
ROBERT GATES CON OBAMA E HILLARY CLINTON
Secondo, Klein Obama, che divide la Casa Bianca con un altro candidato potenziale, il vicepresidente Joe Biden, potrebbe appoggiare la senatrice del Massachusetts Elizabeth Warren che la sinistra «liberal» sta spingendo verso una (comunque problematica) candidatura. Scenari disegnati da un giornalista polemista che scrive in modo provocatorio, vende molto anche per il suo linguaggio forte, ma le cui analisi sono a volte inficiate da errori marchiani.
OBAMA E HILLARY CLINTON IN BIRMANIA MYANMAR
Eppure la sensazione che le tensioni tra i Clinton e tra gli Obama, esplose durante le primarie del 2008 e mai totalmente sopite, stiano per riesplodere, a Washington ce l’hanno in molti. Molti osservatori vicini al presidente e alla famiglia del suo predecessore degli Anni 90 sono convinti che la sortita di Hillary di ieri sia solo la prima di una serie: la ex first lady vorrebbe marcare la sua presa di distanze dalla politica estera di Obama, presentata come troppo rinunciataria.
HILLARY CLINTON E BARACK OBAMA
Per motivi di opportunità politica, vista la continua perdita di popolarità nell’elettorato, testimoniata dai sondaggi, ma anche per convinzione: dalla Libia alla Siria, Hillary ha sempre avuto una posizione da «falco» se confrontata con quella di Obama. Del resto la cosa l’ha fatta trapelare ampiamente già nel suo libro.
Ma l’intervista all’«Atlantic» ha reso questa sensazione molto più netta a cominciare dalla scelta dell’interlocutore: Jeffrey Goldberg, un commentatore della destra moderata che è, però, noto per le sue posizioni interventiste in politica estera. A lui Hillary ha confessato di aver considerato un errore la rinuncia di Obama a intervenire in Siria aiutando la resistenza dei gruppi secolari: a Obama che ha sempre considerato improponibile un tentativo di armare gruppi di «medici, farmacisti e contadini che avrebbero dovuto opporsi a un esercito ben organizzato», il suo ex ministro degli Esteri replica che «il fallimento del tentativo di creare una forza combattente credibile quando è cominciata la ribellione contro Assad ha aperto un vuoto nel quale si sono inseriti i jihadisti».
Hillary Clinton e Michelle Obama
Quanto l’intervistatore le ricorda che la dottrina politica del team di Obama è riassunta dalla frase «primo: non fare cose stupide», Hillary dà una risposta secca («Le grandi nazioni si basano su principi organizzatori, questo non lo è»), poi addolcita da un ragionamento: «Il presidente cercava di far capire agli americani che non devono temere da lui atti avventati. Obama è uno che analizza con lucidità. Si è mosso con cautela perché ha ereditato una situazione difficile — due guerre e una crisi economica — dal suo predecessore».
HILLARY COL BRACCIO ROTTO E OBAMA
Anche sulla questione palestinese, pur senza tirare mai in ballo Obama, la Clinton assume un atteggiamento in parte diverso dalla Casa Bianca appoggiando senza riserve l’attacco israeliano a Gaza, nonostante le vittime civili: per Hillary il premier israeliano ha fatto la cosa giusta, anche se ha perso la guerra delle pubbliche relazioni perché Hamas ha esposto cinicamente la popolazione civile portandola in mezzo al conflitto. E critica l’Europa nella quale tornano ondate di antisemitismo .
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