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L'INCHIESTA DEL "NEW YORK TIMES" SULLE EMAIL DI HILLARY CLINTON
Guido del Duca per www.polisblog.it
La candidatura di Hillary Clinton alle primarie democratiche rischia di incappare in un altro scivolone prima ancora di essere annunciata: dopo i problemi per i finanziamenti della sua Fondazione, l'ex First Lady è alle prese con un altro problema di trasparenza, stavolta risalente ai suoi quattro anni da Segretario di Stato.
Come riporta oggi il New York Times, durante il suo mandato al Dipartimento di Stato la Clinton non ha mai usato un account federale per mandare le sue mail ufficiali, preferendo sempre il suo indirizzo personale. Può sembrare una sciocchezza ma nell'ossessione Usa per la trasparenza si tratta di una grossa macchia sull'ex segretario di Stato, perché in questo modo non è possibile conservare (e rendere pubbliche, all'occorrenza) le mail inviate durante il mandato in veste ufficiale, come prevede il Federal Records Act.
Solo due mesi fa ci si è resi conto della questione, durante un controllo di routine sui documenti da archiviare. Prontamente la Clinton ha fatto consegnare dai suoi assistenti 55.000 pagine di email riprese dal suo account, ma non è chiaro con quali criteri siano state selezionate le comunicazioni, e se alcune sono state mantenute private. L'utilizzo fatto dalla Clinton della sua mail personale per comunicazioni ufficiali è definito "allarmante", tanto da far parlare di una "falla" nella sicurezza.
Si tratta soprattutto di una situazione insolita: John Kerry, per esempio, da quando è subentrato al Dipartimento di Stato ha utilizzato un account mail ufficiale governativo. In passato, prima dell'attuale legislazione, capitava ai Segretari di Stato di utilizzare account personali (lo fece Colin Powell, per esempio) ma solo in determinati casi. L'uso della posta privata dovrebbe essere limitato a casi di emergenza.
La legge dice infatti che le lettere e le mail scritte e ricevute da ufficiali federali, come il Segretario di Stato, sono da considerarsi documenti di proprietà del governo, e devono quindi essere messi a disposizione, salvo eccezioni, a membri del congresso, studiosi, storici e giornalisti. Ecco perché, a meno che la Clinton non consegni tutto il database della sua mail personale, la sua osservanza della legge è in dubbio, e la questione è già diventata un caso politico, in aggiunta alle altre accuse di scarsa trasparenza già piovute su Hillary e su suo marito Bill. E non a caso nelle scorse settimane Jeb Bush, il favorito in campo repubblicano, ha pubblicato tutto l'archivio mail dei suoi otto anni da governatore della Florida.
hillary clinton collage
JEB BUSH E HILLARY CLINTON
JEB BUSH E HILLARY CLINTON
hillary clinton regina
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