HILLARY VUOL DIRE CINISMO - LA CLINTON, CHE FREME PER CANDIDARSI ALLE ELEZIONI 2016, MOLLA OBAMA TRA LE ROGNE DEL DATAGATE

Federico Rampini per "la Repubblica"

Hillary Clinton si smarca sul Datagate, con un discorso che suona come una cauta presa di distanza da Barack Obama. L'ex segretario di Stato e probabile candidata alla Casa Bianca nel 2016, invoca una «vigorosa discussione » sull'equilibrio da trovare fra la privacy e la sicurezza.

La Clinton si pronuncia dopo che le rivelazioni di Edward Snowden hanno creato tensioni e critiche verso gli Stati Uniti in tanti paesi alleati o amici, dall'Europa occidentale a Brasile e Messico: «Occorre una discussione completa», spiega alla Colgate University. «Bisogna assicurarsi che non stiamo andando troppo lontano. Questa è una conversazione che ancora non c'è stata».

Le parole della Clinton sono state soppesate con attenzione, sia per il suo ruolo nella prima Amministrazione Obama, sia perché l'attenzione è ai massimi verso colei che potrebbe diventare la prima donna presidente degli Stati Uniti. Nel preparare il terreno per l'annuncio della candidatura, la Clinton dovrà decidere quali parti dell'"eredità Obama" intende fare proprie, e su quali punti vuole invece differenziarsi. Ieri la Clinton ha comunque precisato che le fughe di notizie originate da Snwoden «non danno un quadro completo, finché le informazioni trapelano a spizzichi e bocconi, ci manca la comprensione».

Con un certo ritardo rispetto alla percezione europea, l'establishment americano comincia a valutare i danni delle ultime rivelazioni, in particolare quelle relative allo spionaggio mirato sulla Merkel. Un'analisi del New York Times evidenzia come gli Stati Uniti abbiano subito a loro volta diverse incursioni spionistiche da parte di paesi alleati come la Francia e Israele, e tuttavia riconosce che non basta più l'argomento "così fan tutti".

Sul tema interviene anche un'editoriale della direzione del New York Times che rileva come Obama «non sia stato interamente efficace nel rassicurare gli alleati Hollande e Merkel». L'editoriale suggerisce alla Casa Bianca di «accogliere la proposta franco-tedesca e negoziare un patto che stabilisca regole di sorveglianza accettate reciprocamente».

Alla vigilia dell'arrivo di una delegazione tedesca, attesa a Washington per discutere del Datagate, l'imbarazzo aumenta per Obama dopo le ultime rivelazioni secondo cui le intercettazioni sul numero di telefono della cancelliera tedesca Angela Merkel da parte della National Security Agency (Nsa) andrebbero avanti dal 2002.

Certo, questo conferma che le attività di spionaggio ai danni degli alleati risalgono a prima dell'Amministrazione Obama, per la precisione scattano poco dopo l'11 settembre con George W. Bush alla Casa Bianca. Tuttavia il disagio bilaterale non è attenuato. La direttiva di intercettazione delle comunicazioni della cancelliera era ancora valida poco prima che Obama arrivasse in visita a Berlino il 19 giugno di quest'anno.

Eppure il presidente avrebbe assicurato alla cancelliera, durante la conversazione telefonica di mercoledì scorso, di esserne all'oscuro. Altrimenti, così ha detto, lui avrebbe bloccato l'operazione. E al termine di quel colloquio tesissimo, avrebbe offerto delle scuse formali alla Merkel. Da domani questa vicenda sarà al centro del colloquio bilaterale. La delegazione tedesca arriva per ottenere dei chiarimenti e per avviare negoziati su un possibile accordo di non spionaggio fra paesi alleati, secondo una posizione concordata con la Francia e avallata dal consiglio Ue di venerdì.

 

 

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