HOLLANDE, NON LA SPOSARE! FRANCESI CONTRO VALERIE

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Alberto Mattioli per La Stampa

«Non si sposi con Valérie, a noi non piace!». Vox populi. La première compagna Valérie Trierweiler non riesce proprio a conquistare i francesi. E, in un momento difficile, non sta portando a François Hollande quel surplus di simpatia di cui un Presidente in crisi avrebbe maledettamente bisogno.

L'incidente è capitato martedì a Digione. Hollande stava prendendo un bagno di folla a favor di telecamere quando una madame di cattivo umore o forse solo preveggente l'ha apostrofato sconsigliandogli di sposarsi, concesso e non dato che ne abbia l'intenzione (molto improbabile: con Ségolène Royal ha vissuto decenni e fatto quattro figli senza che lei riuscisse a portarlo davanti a un sindaco).

E' stata la pietra tombale su una due giorni in Borgogna che avrebbe dovuto servire a risollevare un po' la popolarità ai minimi storici del Presidente e che invece, fra polemiche, contestazioni varie e interventi muscolari della scorta, ha ottenuto l'effetto opposto. Però non quello di smontare Hollande che ha fatto buon viso a cattiva accoglienza: «Chiunque voglia rivolgersi a me può farlo. Non temo nulla. Ogni volta che posso avere un dialogo rispettoso va benissimo». Medaglia d'oro al merito dell'imperturbabilità. Infatti, rivela il solito micidiale «Canard Enchaîné», nei dorati corridoi elisei M. le Président è già soprannominato «pépère», come un nonnino pacioccone.

Valérie, dunque. Ha debuttato combinando il disastro del tweet ma da allora ce la sta mettendo tutta per fare la brava première dame che non dà problemi. Qualche successo l'ha ottenuto. In visita a Dehli, ha ispezionato opere pie e carezzato bambini come da copione. Anzi, ha anche avuto una battuta felice perché sincera. A Kishan Chand, dieci anni, che le chiedeva come si era preparata al suo ruolo, ha risposto: «Ho studiato ma non ci sono studi per diventare première dame. Cerco di fare del mio meglio».

Anche durante il viaggio a Mosca non ci sono stati problemi e non è certo colpa sua se Hollande e Putin si trovano reciprocamente simpatici come Berlusconi e la Boccassini. Valérie non ha nemmeno piantato grane (almeno non pubblicamente) quando François ha dovuto trovare un posto, quello di vicepresidente della Banca pubblica d'investimento, per la sua plurisconfitta ex.

D'altronde anche Ségolène appartiene alla categorie delle «femmes formidables» ma, sconfitta da Sarkò alle Presidenziali, poi mollata da Hollande e infine trombata addirittura alle Legislative (dal socialista dissidente cui Valérie indirizzò il famigerato tweet d'incoraggiamento), ormai è diventata per l'opinione pubblica una povera vittima, una Giovanna d'Arco flambé «full time».

I problemi di Valérie sono due. Il primo è la sua estrema litigiosità legale: querela come respira. La sua prossima denuncia sarà discussa mercoledì prossimo. Oggetto delle sue ire, Alix Bouilhaguet, Christophe Jakobyszyn e Yves Derai, rispettivamente autori ed editore de «La Frondeuse», la sua biografia per nulla autorizzata. Trierweiler si è infuriata perché il libro racconta la sua presunta relazione con Patrick Devedjian, un altro politico ma stavolta di destra, e chiede 40 mila euro di danni per «attentato alla vita privata» e altrettanti per diffamazione.

L'altro guaio è che Valérie continua a sdoppiarsi: da una parte première dame, dall'altra giornalista tuttora in servizio a «Paris Match». Insomma, è contemporaneamente una che scrive sui giornali e una di cui scrivono i giornali. La situazione diventa particolarmente paradossale quando il giornale che si occupa di lei è il suo. Com'è successo un mesetto fa, quando «Match» ha paparazzato e messo in copertina una passeggiata di François & Valérie ai giardini del Lussemburgo. I due tubavano sotto il titolo «Parenthèse amoureuse», parentesi amorosa.

Lei si è arrabbiata moltissimo. Ma sulle sue reazioni i racconti divergono. Uno è quello del «Canard». Secondo il settimanale meglio informato di Francia, Valérie avrebbe cercato il direttore di «Match», Olivier Royant, ma avrebbe trovato solo la sua segreteria telefonica sulla quale avrebbe lasciato il seguente messaggio: «Ho appena visto il tuo giornale di m...! E le sue foto di m...!».

L'altra versione è quella della solita imprecisata fonte nell'entourage di madame, cioè madame Trierweiler stessa: «Ha manifestato la sua scontentezza a "Paris Match" perché quando il giornale consacra la sua copertina a qualcuno generalmente lo avvisa e stavolta non è successo». Ma, riguardi alle espressioni scelte per manifestare, «non ha mai usato parole simili». Insomma, niente merda. Sarà. Però è chiaro che continuare ad andare sui giornali per uscite simili non giova alla popolarità della première dame. E di conseguenza nemmeno a quella del Président.

 

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