DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Estratto dell’articolo di Antonello Guerrera per www.repubblica.it
[…] Il “golpe” di ieri, come lo ribattezza qualcuno a Downing Street, contro Sue Gray, la ex potentissima capo dello staff del primo ministro britannico Sir Keir Starmer, è un altro capitolo di quella straordinaria saga e dei machiavellici giochi di potere che si intrecciano dietro il portone nero di “Number 10”.
Fino a qualche giorno fa, Sue Gray, 67 anni, misteriosa ex funzionaria a capo del dipartimento etico di Downing Street e a capo dell’inchiesta interna sul Partygate che innescò la caduta di Boris Johnson, era considerata la “donna più potente del Regno Unito”.
Almeno così asserisce l’ex ministro liberaldemocratico David Laws nel suo libro di memorie, in cui ricorda che un collega un giorno gli disse: “Ci ho messo esattamente due anni a capirlo, ma ora so chi governa davvero questo Paese. Il nostro glorioso Regno Unito è di fatto guidato da una signora che si chiama Sue Gray. Niente si muove, se lei non dà l’approvazione”.
In effetti, Gray aveva un controllo quasi totale su Starmer, che l’aveva scelta per gestire la delicata transizione dall’opposizione, dove il Labour ha vegetato per 14 anni, al governo britannico […]
Del resto, la donna ha enorme esperienza nei palazzi del potere di Whitehall: la sua carriera da funzionaria governativa inizia negli anni Settanta, e immediatamente si fa notare per risolutezza e intransigenza. Tanto che scala molte posizioni, fino ad entrare nel Cabinet Office, ossia l’ufficio del gabinetto di governo, e ricoprire vari ruoli, incluso quello di "capo del dipartimento etico”.
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Sue Gray doveva essere il cuore pulsante della macchina di governo di Starmer. Invece, è presto diventata una zavorra. Gray ha iniziato a centralizzare molte operazioni e decisioni su di lei, inclusa quella del segretario privato del primo ministro che aveva individuato in ambito tory, cosa che aveva allarmato in molti a Downing Street.
Decideva lei i pochi che avevano il permesso di vedere il primo ministro. Addirittura, racconta il Times, durante i meeting con lo staff chiamava alcuni giornalisti “canaglie”, per lo stupore dei presenti. E quando qualche “leak” di Downing Street arrivava alla stampa, lei requisiva i cellulari dei sospetti, li analizzava e poi interrogava i loro proprietari. Tutte cose che hanno ingrassato, giorno dopo giorno, il fronte contro di lei a Number 10.
Ma, soprattutto, nel controverso caso dei 100mila euro di regali a Starmer e signora Victoria, sotto la guida di Sue Gray Number 10 ha lasciato crescere e agitare la questione in pubblico, senza intervenire con il pugno di ferro. Lasciando così il primo ministro in una zona grigia di mezze ammissioni e mezze giustificazioni, per cui è stata scalfita l’immagine di Starmer, ex integerrimo procuratore generale della Corona e alfiere in campagna elettorale contro “lo scandaloso clientelismo e familismo” dei tories.
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Ma, a quanto si apprende da varie fonti, Gray ha pestato i piedi al capo di gabinetto uscente Simon Case e soprattutto a Morgan McSweeney: 47 anni irlandese di Cork, consigliere supremo di Starmer altrettanto misterioso e riservato, geniale e spietato guru dietro il successo elettorale del primo ministro britannico e la svolta centrista del Labour post Corbyn.
In queste settimane si sono rincorse voci, non confermate, di Gray che avrebbe spostato più volte la scrivania di McSweeney al Numero 10, sempre più lontana dal grande capo. Da allora, a Downing Street c’è stata una guerra tra bande.
E sono iniziati a confluire sulla stampa diversi leak che hanno affossato la reputazione di Sue Gray, in primis la rivelazione che guadagnava persino di più del primo ministro: 170mila sterline all’anno (circa 190mila euro) contro 166.786. E, secondo le talpe, si sarebbe rifiutata di abbassarsi lo stipendio di qualche migliaio di sterline, cosa che avrebbe evitato questa imbarazzante classifica.
Così, dopo settimane di tensioni a Downing St e trattative tra le parti, Starmer ha silurato Sue Gray. Che ora sarà inviata speciale del primo ministro per i rapporti con le nazioni e regioni del Regno. Un chiaro declassamento, anche di stipendio, clamoroso per il potere che lo stesso Starmer aveva concesso negli ultimi mesi a Gray. Che ieri ha commentato così: “È stato per me un onore essere capo dello staff e aver fatto la mia parte nel governo laburista. Tuttavia, nelle recenti settimane, è diventato sempre più chiaro che i continui commenti sulla mia posizione rischiavano di diventare una distrazione dalla vitale missione di cambiamento di questo esecutivo. Per questo, ho deciso di fare un passo indietro”.
Ora Gray, che pure lei ha uno stretto familiare eletto deputato Labour (il figlio Liam), sarà sostituita proprio da McSweeney: stakanovista, ex muratore, nonno Michael premiato dall’Ira per il suo impegno nella guerra di indipendenza del 1916 contro gli inglesi, occhialini e capelli rossi, sposato con Imogen Walker appena eletta deputata laburista nel seggio di Hamilton & Clyde Valley, è entrato due decenni fa nel quartier generale del Labour come portiere e ne è uscito da guru e geniale architetto delle campagne elettorali, seppur senza alcuna esperienza di governo pregressa. McSweeney è anche colui che ha ridimensionato e fortemente marginalizzato l’ala sinistra del Labour, secondo lui controproducente alla causa del partito. […]
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