LA GUERRA DELLA MANICA SULLE TASSE: HOLLANDE LE ALZA, CAMERON LE ABBASSA - E LI FA INCAZZARE: “QUANDO LA FRANCIA METTERÀ L’ALIQUOTA DEL 75%, SROTOLEREMO IL TAPPETO ROSSO E ACCOGLIEREMO LE IMPRESE FRANCESI, CHE PAGHERANNO LE TASSE NEL REGNO UNITO” - SULLO SFONDO, LA BATTAGLA PER LA TASSA SULLE TRANSAZIONI FINANZIARIE, VOLUTA DA PARIGI MA NON DA LONDRA…

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Alberto Mattioli per "La Stampa"

La Manica è un mare di tasse. Francesi, per la precisione. Quelle che François Hollande vuole imporre ai grandi patrimoni e su cui David Cameron conta per farli traslocare da Parigi a Londra. E così, sulle tasse, va in scena l'ennesimo litigio fra Francia e Regno Unito, sempre d'accordo sulla politica estera, sempre in lite su quella economica.

In effetti, l'uscita di Cameron è stata decisamente poco diplomatica. A margine del G20 di Los Cabos, incontrando un gruppo di imprenditori, il primo ministro si è felicitato dell'aliquota del 75% che Hollande minaccia di istituire per chi guadagna più di un milione di euro all'anno.

«Quando la Francia lo farà - ha detto Cameron sorridendo - srotoleremo il tappeto rosso e accoglieremo più imprese francesi, che pagheranno le tasse nel Regno Unito». E ha aggiunto: «Questo finanzierà i nostri servizi pubblici e le nostre scuole», cioè proprio quel che il governo conservatore sta tagliando, criticato dall'opposizione laburista e, dicono i sondaggi, anche dagli elettori.

Dall'altra parte della Manica, dove si è molto suscettibili alle critiche e suscettibilissimi se sono critiche inglesi, il tappeto rosso di Cameron ha fatto vedere rosso ai socialisti. «Cartellino rosso per il tappeto rosso del perfido Cameron. Cercasi urgentemente la finezza dell'humour british», ha subito twittato il capogruppo Ps al Senato, François Rebsamen.

«Non so come si faccia a stendere un tappeto sulla Manica, rischia di bagnarsi», ha ironizzato il ministro del Lavoro, Michel Sapin (dimostrando che, quanto a humour, non è che i francesi siano messi meglio). L'opposizione di destra, invece, approva Cameron e boccia Hollande. L'ex ministro degli Esteri, Alain Juppé, premesso che «l'humour britannico è molto particolare» (ancora!), fa notare che «nel giro di un mese la Francia è riuscita a isolarsi. Non solo riceviamo lezioni dai britannici, ma anche degli avvertimenti da parte di tutti», leggi Frau Merkel. Un putiferio. Tanto che è dovuto intervenire anche Hollande per troncare e sopire: «In un momento in cui la coesione degli europei deve essere forte, non farò nulla che possa intaccarla».

Quanto alle politiche fiscali, ha minacciato, «faremo il paragone». Intanto un sondaggio-lampo informava che per il 78% dei francesi quella inglese era «una provocazione» e anche Londra cercava di attenuarla. Il premier, ha fatto sapere Downing Steet in serata, ha scherzato «a metà» rispondendo a una domanda, «ma c'è un punto serio in quel che ha detto sui regimi fiscali competitivi».

Vero: dalle due parti della Manica le politiche fiscali non potrebbero essere più diverse. Il liberista Cameron ha annunciato la riduzione dal 50 al 45% dell'aliquota per i redditi sopra le 150 mila sterline, circa 180 mila euro. Il socialista Hollande, la stangata del 75%, più che altro simbolica perché toccherà, si è calcolato, appena tremila o 3.500 contribuenti. Però parecchi Paperoni francesi stanno effettivamente pensando a esiliarsi in Inghilterra o in Svizzera.

Sullo sfondo, naturalmente, c'è la grande battaglia europea per la tassa sulle transazioni finanziarie di cui la Francia è il grande sponsor. Per Hollande, le risorse per la mitica «crescita» dovrebbero venire anche da lì. Il Président è anche riuscito a convincerne i partner europei, tutti tranne il Regno Unito (e anche la Repubblica ceca, per la verità), per cui la tobin tax versione Bruxelles sarebbe un colpo al cuore della City.

Vecchia storia, che segue le polemiche dello scorso dicembre, quando Sarkozy, sotto choc per la perdita della tripla A francese, esternò contro l'economia britannica. Insomma, attualmente c'è poca intesa ed è pure poco cordiale. Il 10 luglio, si rilitigherà a Londra, dove Hollande andrà in visita. E, dettaglio che di là dalla Manica è stato notato, dopo essere già transitato da Berlino, e va bene, ma anche da Roma.

 

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