DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
1 - SUSSIDI PER IL COVID MA ANCHE PRESTITI NEL RECOVERY FUND DA 500 MILIARDI
Marco Bresolin per “la Stampa”
«Il momento dell' Europa - Uniti nella Ripresa». Si intitola così il pacchetto di misure economiche che la Commissione europea presenterà domani, pacchetto del quale fa parte il tanto atteso Recovery Fund. Il piano è stato discusso ieri durante la riunione dei capi di gabinetto dei 27 commissari, ma Ursula von der Leyen ha lasciato in bianco la cifra del Recovery Fund (ribattezzato «Recovery Instrument»), visto che i negoziati sullo strumento che permetterà alla Commissione di raccogliere fondi sui mercati, attraverso l' emissione di obbligazioni, sono ancora in corso. Le ultime indiscrezioni parlano di una cifra «molto vicina» ai 500 miliardi proposti da Angela Merkel ed Emmanuel Macron. Con la differenza che non saranno distribuiti esclusivamente tramite sovvenzioni a fondo perduto, ma anche attraverso prestiti.
DUEMILA PAGINE
La Commissione presenterà la proposta all' interno di un vasto pacchetto che comprende una decina di diversi regolamenti. L' intero dossier è composto da circa duemila pagine e il totale delle risorse mobilitate supererà i duemila miliardi di euro. Ma attenzione: non si tratta di risorse aggiuntive perché circa la metà del totale riguarda i fondi del bilancio 2021-2027 (poco più di mille miliardi per sette anni) e un' altra quota significativa (circa 500 miliardi) sarà raggiunta grazie anche agli investimenti privati.
LE CONDIZIONALITÀ
La maggior parte delle risorse raccolte sui mercati andrà ad alimentare la «Recovery and Resilience Facility», il meccanismo che servirà a ridistribuire i fondi nelle aree e nei settori più colpiti. Principalmente tramite sovvenzioni a fondo perduto. Ma - per andare incontro alle richieste di Austria, Paesi Bassi, Danimarca e Svezia - una quota (minoritaria) sarà erogata sotto forma di prestiti. I soldi serviranno a finanziare progetti specifici in base alle priorità definite a livello Ue (per esempio il sistema sanitario, la ricerca, il digitale, i progetti «green»).
Gli Stati beneficiari dovranno impegnarsi a realizzare una serie di riforme e a rispettare le raccomandazioni della Commissione. Una quota dei fondi verrà invece utilizzata per mobilitare investimenti privati: tramite il piano «InvestEU», per finanziare progetti di interesse comune, ma anche tramite un nuovo strumento per ricapitalizzare le imprese in difficoltà (Solvency Support Instrument). Il resto delle risorse servirà invece a finanziare un piano sanitario («EU4Health») e il fondo per la transizione ecologica.
LE RISORSE PROPRIE
Per emettere obbligazioni sui mercati, la Commissione dovrà alzare il tetto massimo delle risorse proprie nel bilancio Ue, che fungeranno da garanzia. Oggi è fissato a circa l' 1,2% del Pil Ue e Ursula von der Leyen vuole portarlo attorno al 2% (l' Italia aveva proposto il 2,5% in modo da poter raccogliere fino a 1.000 miliardi di euro). Le nuove risorse proprie, se adottate, potrebbero far entrare nelle casse Ue decine di miliardi di euro ogni anno.
Si parla di una tassa sulla plastica (circa 7 miliardi l' anno), una Carbon Tax (una decina di miliardi l' anno), oltre alla Web Tax e a un sistema di tassazione per le multinazionali che beneficiano del mercato unico. Ma per istituire nuove risorse proprie e per aumentare il loro tetto nel bilancio serve il via libera di tutti i Parlamenti nazionali: un percorso ad ostacoli dall' esito tutt' altro che scontato.
La simulazione Il piano della Commissione dovrà comunque essere approvato dai 27 governi (e poi dal Parlamento Ue) ed è difficile pensare che uscirà dalle trattative così com' è. Il blocco dei quattro «frugali» è già sul piede di guerra e certamente si scatenerà una competizione tra i vari Paesi del Sud e dell' Est per accaparrarsi le risorse. L' istituto di ricerca tedesco «Zew» ha prodotto una simulazione supponendo un Recovery Fund da 500 miliardi e ipotizzando diversi scenari in base ai criteri usati per distribuire i soldi.
All' Italia andrebbero 75-80 miliardi, ai quali va però sottratta la quota di contributi nazionali al fondo (55 miliardi). Il guadagno netto sarebbe di 20-25 miliardi.
2 - RECOVERY FUND, 500 MILIARDI SOLO IN PARTE A FONDO PERDUTO
Estratto dell’articolo di Antonio Pollio Salimbeni per “il Messaggero”
[…] Ci si aspetta che il pacchetto comunitario preveda un volume più vicino a mille miliardi che a 500 ampliando i canali di finanziamento, assicurando una prevalenza di trasferimenti diretti attorno alla quota indicata da Macron e Merkel. La «forchetta» di cui si parla è una emissione fra 450 e 900 miliardi di euro su tre anni. Il rappresentante della Commissione a Vienna, Martin Selmayr, indica che il fondo sarà di 500 miliardi di cui il 60-70% per sovvenzioni.
I rimborsi saranno spalmati in 20-25-30 anni a carico del bilancio Ue rimpolpato da qualche nuova tassa introdotta nel frattempo (digitale, carbon tax) o da futuri contributi (improbabile). I fondi del Recovery fund andranno ai Paesi attraverso quattro canali: circa il 50% sarà veicolato attraverso il Recovery instrument che sostiene le riforme e rafforza la resilienza degli Stati membri. L'altra metà andrà in tre diversi canali: nuovi fondi di coesione, fondo per la transizione equa e programma Invest EU', che sostiene investimenti strategici e dà sostegno alla liquidità per le imprese.
mark rutte angela merkel jean claude juncker marcelo rebelo de sousa
Per Macron-Merkel il rimborso dei titoli non sarà a carico degli stati che hanno beneficiato degli aiuti, ma sarà ripartito tra tutti i 27. Si profilano tre livelli di condivisione di debito futuro: sul tasso di interesse per emettere i bond; sul rimborso; sulla finalità dell'uso delle risorse ottenute che dovrà essere in linea con le politiche Ue per riconversione ecologica e digitalizzazione dell'economia (l'80% del fondo finanzierebbe progetti legati alle priorità strategiche Ue).
I 4 oppositori ribadiscono le loro posizioni, sono rimasti spiazzati dal cambiamento di dottrina a Berlino e daranno battaglia sul volume delle sovvenzioni, sulle condizioni per accentuare il legame fra aiuti e impegno a politiche di bilancio sane nel dopocrisi. […]
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