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Cesare Zapperi per il Corriere della Sera
GRILLO FICO DI MAIO DI BATTISTA
La road map è tracciata. Il punto d' approdo è definito: la convention «Italia a 5 Stelle» del 22, 23 e 24 settembre a Rimini. Resta ancora da completare il cast dei personaggi e degli interpreti, ma ci son pochi dubbi su chi saranno i protagonisti principali della sfida che condurrà alla scelta del candidato premier pentastellato, Luigi Di Maio e Roberto Fico, anche se è probabile che si aggiungeranno uno o più outsider (si fanno i nomi di Nicola Morra e Barbara Lezzi).
Poi il via alla campagna elettorale, pancia a terra, con due «tappe intermedie» da valorizzare al meglio: i referendum autonomisti in Veneto e Lombardia (che la Lega cavalca ma a cui il M5S ha dato il proprio convinto imprimatur) il 22 ottobre e le elezioni regionali in Sicilia, il 5 novembre, che vedono il candidato del Movimento, Giancarlo Cancelleri, come favorito alla presidenza. Saranno due straordinarie occasioni per dare fiato alla propaganda, nelle comunicazioni interne viene rimarcata l' importanza di sfruttarle come volano per l' appuntamento con le Politiche.
Ma prima, come detto, c' è la scelta del candidato premier.
Da un lato, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, il grillino «istituzionale», il giovane emergente che, in triangolazione con Beppe Grillo e Davide Casaleggio, da mesi tesse la tela con un' incessante girandola, in Italia e all' estero, di incontri fra ambasciatori, consoli, uomini delle banche e della finanza.
Dall' altro, il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico, esponente dell' ala degli «ortodossi», quella che si è messa di traverso, da ultimo, sull' ipotesi di un' intesa allargata sulla legge elettorale «alla tedesca» e che, per voce soprattutto di Roberta Lombardi e Paola Taverna, a Roma ha un rapporto a dir poco conflittuale con la sindaca Virginia Raggi.
Fico ha fatto «outing» nel dicembre scorso, quando in un' intervista ha detto di essere pronto «a fare tutto quello che può essere utile al Movimento». Compreso, quindi, correre come possibile candidato premier. Di Maio, invece, non ha nemmeno avuto bisogno di farsi avanti, tanto è chiaro da mesi che lo stato maggiore pentastellato (Grillo e Casaleggio in testa) lo considera il più adatto a guidare la sfida per la conquista di Palazzo Chigi.
SCONTRO A PORTA A PORTA TRA BARBARA LEZZI E MARIO ORFEO
In attesa che scendano in campo gli altri eventuali sfidanti, per una competizione comunque di pura testimonianza, ecco le due tappe mancanti di qui alla scelta definitiva che verrà fatta con il voto dei 150 mila attivisti a 5 Stelle attraverso la piattaforma Rousseau. Entro fine luglio si completeranno le votazioni delle singole parti del programma sul blog e subito dopo si terranno incontri con i cosiddetti «stakeholder» (portatori di interesse), con la partecipazione, nei casi più importanti, di Casaleggio jr.
Sarà un' estate calda e intensa che si concluderà proprio con la tre giorni di Rimini. Il modello è la recente convention di Palermo. Nei giorni immediatamente precedenti sul blog compariranno nomi, volti, programmi dei candidati. È probabile si voti nella giornata del 22 settembre, in concomitanza con il via agli interventi.
Il 23 dovrebbe essere il giorno dell' investitura ufficiale. Dovrà essere un evento politico e di marketing elettorale insieme.
Ecco perché, sussurra un beneinformato, il candidato premier designato potrebbe già anticipare alcuni nomi della futura, elettori permettendo, squadra di governo a 5 Stelle.
Si ipotizza un' ossatura composta da pentastellati doc (Alessandro Di Battista agli Esteri, Danilo Toninelli alle Riforme, Paola Taverna alla Sanità, Roberto Fico alle Telecomunicazioni) con l' innesto di esponenti della società civile.
Il nome più in vista è quello del pm palermitano Nino Di Matteo, cui potrebbero essere affidati gli Interni. Ma tra i papabili ministri ci sono anche il sociologo Domenico De Masi (al Lavoro) e lo storico dell' arte Salvatore Settis (all' Ambiente). Poi il via alla maratona elettorale dietro poche, ma di facile presa, parole d' ordine: onestà, banche, vitalizi, ius soli, euro. Nella speranza che da Roma, lato Campidoglio, non spuntino cattive sorprese.
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