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Andrea Tornielli per "La Stampa"
La spaccatura nel Pdl sul mantenimento in vita del governo Letta si riflette anche nelle diverse posizioni interne al movimento di Comunione e liberazione, al quale appartengono due ministri dell'esecutivo, Maurizio Lupi (Forza Italia) e Mario Mauro (Scelta Civica).
Lo attestano due diversi giudizi resi pubblici nelle ultime ore. Sul sito web di «Tracce», la rivista mensile di Cl, è online un editoriale nel quale si legge: «Lascia stupiti e addolorati la leggerezza con cui il Pdl, uno dei pilastri del governo di larghe intese e dell'intera politica italiana, si sta avventurando nel tunnel di una crisi.
Si reclama giustizia per Silvio Berlusconi, si parla di "eversione" e di "lesione della democrazia", si scambiano accuse con gli alleati-avversari del Pd, ma si fa tutto questo evitando di fare i conti davvero con una domanda capitale: e dopo?».
Il dopo, scrive «Tracce», sono «nuove elezioni, con una legge elettorale che sembra fatta apposta per impedire di governare. O una nuova, imprevedibile maggioranza, messa insieme in qualche modo dagli sforzi di Giorgio Napolitano ma sicuramente più debole di quella che c'era. Oppure, alla peggio, le dimissioni di Napolitano stesso e l'avvitamento totale del sistema nel buio».
Mentre è un altro magazine di area ciellina, «Tempi», diretto da Luigi Amicone, ad anticipare sul suo sito web ampi stralci di una lettera ai moderati italiani che Silvio Berlusconi ha inviato al settimanale e che sarà pubblicata nel prossimo numero in edicola. Un messaggio molto duro con il presidente della Repubblica e con il premier: «Enrico Letta e Giorgio Napolitano avrebbero dovuto rendersi conto che, non ponendo la questione della tutela dei diritti politici del leader del centrodestra nazionale, distruggevano un elemento essenziale della loro credibilità e minavano le basi della democrazia parlamentare.
Come può essere affidabile chi non riesce a garantire l'agibilità politica neanche al proprio fondamentale partner di governo e lascia che si proceda al suo assassinio politico per via giudiziaria?». Il Cavaliere accusa il Pd di «atteggiamento irresponsabile», e della necessità di evitare «un regime di oppressione insieme giustizialista e fiscale». Per tutto questo, scrive Berlusconi al settimanale ciellino, «pur comprendendo tutti i rischi che mi assumo, ho scelto di porre un termine al governo Letta».
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