CANTA NAPOLI! CON IL COMUNE IN DISSESTO, I CONSIGLIERI HANNO SPERPERATO DENARI PER COMPRARE IPAD, PC, VIDEOCAMERE E MACCHINE FOTOGRAFICHE - ACQUISTATI ANCHE MICROFONI E MIXER

1 - DAGOREPORT
La musica è finita/i consiglieri se ne vanno... Anzi, no. Restano, e costano pure un occhio della testa, come noterete dando un'occhiata all'elenco delle spese pazze nel consiglio comunale partenopeo pubblicato da Alessio Gemma su "Repubblica Napoli". Tra gli acquisti dell'assise cittadina - alle prese, per chi non lo sapesse, con una sciagura chiamata dissesto finanziario - ci sono Ipad, macchine fotografiche, pc portatili e videocamere.

E ancora: cellulari Samsung, registratori vocali (qualcuno si sta attrezzando per fare uno scherzetto come quello giocato a Nunzia De Girolamo?) e stampanti. Ma il pezzo pregiato è un altro: coi fondi per il funzionamento dei gruppi consiliari (circa 180mila euro) sono stati infatti comprati anche un mixer, 3 cavi, 2 microfoni, un pc, un monitor e la licenza d'uso per un software.
Fate largo: arriva Giggino doctor Dj...

- Chi è quel deputato campano che si atteggia a "Catone il censore", ma che si ritrova come collaboratore tuttofare un ex sottufficiale dei carabinieri cacciato dall'Arma per un po' di problemini giudiziari con bustarelle e camorristi?

vesuviosegreto@gmail.com

2 - FORMAZIONE UNA MINIERA D'ORO PER I FURBI
Alessio Gemma per "la Repubblica - Edizione Napoli"

IL BUSINESS scorre nelle fatture da oltre 100 mila euro per la costruzione di un sito internet. Cifre fuori mercato. Si alimenta di un paradosso che indora lo spreco: i soldi pubblici servono più a pagare studi e ricerche che corsi effettivi per i futuri lavoratori. E sfocia in una percentuale da brivido: 1337 persone coinvolte, 2,32 per cento gli occupati. Sono i numeri della truffa sui fondi della formazione su cui la Procura della Repubblica ha chiuso a dicembre scorso un'indagine con 98 indagati tra imprenditori, 3 ex dirigenti della Regione e l'allora assessore al Lavoro della giunta Bassolino, Corrado Gabriele.

Quattro i flussi di finanziamento di circa 200 milioni di euro finiti nel mirino dei pm Graziella Arlomede e del procuratore aggiunto Francesco Greco. Ce n'è uno, i contributi del ministero del Lavoro previsti dalla legge 845/78, che addirittura apre uno scontro giudiziario: mentre i pm della Procura avvisano della conclusione delle indagini preliminari, pochi giorni dopo, il 23 dicembre scorso, la terza sezione del Tar della Campania deposita una sentenza con la quale condanna la Regione per aver annullato i pagamenti agli enti di formazione.

Si tratta di 11 progetti per un valore di 37 milioni di euro accolti tra dicembre 2008 e gennaio 2009 dalla vecchia giunta regionale e inviati per l'approvazione al ministero del Lavoro. Con una decina di milioni già anticipati per lo svolgimento delle attività.

QUANDO si insedia, l'amministrazione di Stefano Caldoro blocca tutto. Perché scopre che su quei finanziamenti la Procura ha aperto un'indagine per truffa. E nel 2012 annulla con apposita delibera gli atti precedenti. Sotto accusa i criteri con cui sono stati concessi i fondi: senza bandi pubblici. Partono i ricorsi delle aziende di formazione al Tar, che accoglie le loro motivazioni: anche in altre Regioni quei fondi ministeriali sono stati accordati con le stesse modalità.

Ma dopo 4 anni, con i corsi quasi tutti completati e i pagamenti congelati, arriva la scoperta dell'inchiesta penale: «i rappresentanti delle associazioni e delle società - è scritto negli atti della Procura - sarebbero stati informati in via riservata dell'esistenza dei fondi eludendo le garanzie di una effettiva e sostanziale evidenza pubblica ».

Assessore, dirigenti e imprenditori sotto intercettazione, le università capofila dei progetti
"raggirate", e una raffica di sequestri firmati dal gip e in parte bocciati a gennaio dal Tribunale del Riesame. È la spartizione dei proventi ad allungare ombre. A fronte dei 17 milioni fissati per le attività formative se ne spendono 20 milioni per "azioni di sistema": «attività immateriali - è scritto nella delibera regionale di annullamento - prive di concreta utilità, testimoniata, in particolare, dalla ricorrente previsione di pubblicizzazione, progettazione, monitoraggio, sovradimensionati dal punto di vista economico».

Tra i 71 profili professionali per i quali si programmano i corsi spuntano «il maestro di fitness, il fitoterapista, l'erborista, il cantiniere di industria vinicola, l'esperto in marketing crocieristico, il cuoco, l'animatore e assistente per lo sport e il tempo libero ». E poi corsi per 160 unità da inserire nel ciclo dei rifiuti: «aspettative di impiego - si legge ancora nella delibera - a cui risulta oggettivamente difficile dare risposte visto che è tutt'ora da risolvere la problematica relativa alla ricollocazione del personale dei consorzi di bacino e di Astir» (partecipata della Regione).

Dietro a 4 degli undici progetti finanziati c'è sempre lo stesso consorzio, Eureticon, formato da 5 società di cui sono titolari di quote e incarichi i parenti di un unico imprenditore indagato. Spese "ad familias": lo stesso cognome spunta dietro le parcelle da 154 mila euro per attività di «direzione, coordinamento, progettazione ».

Sondaggi impietosi: in uno dei siti internet costati 100 mila euro 15 utenti dichiarano di avervi trovato informazioni utili e in 37 rispondono alle domande sulla home page. Il record va all'istituto Padre Clemente onlus, sede a Monreale in Sicilia, progetto da 9 milioni, di cui 761 mila euro per attività di formazione e 8,2 milioni per servizi: nessun corso di formazione effettuato ma 2,7 milioni intascati e con i quali sono stati stipendiati 113 collaboratori.

I fondi entrano spesso in un circolo vizioso: per uno stesso progetto un avvocato (indagato in un altro filone, ndr) incassa 60 mila euro per la «progettazione esecutiva» e al contempo con una sua società percepisce il fitto dei locali in cui sono ospitati i corsi. La stoccata finale la rifila il Tar: «Sembra evidente che l'opportunità di mantenere in vita i progetti avrebbe dovuto essere tempestivamente valutata al sopravvenire della nuova programmazione regionale nel 2010 e non a distanza di 3 anni e a progettazione ormai conclusa».

 

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