LA GAG-ATA AL PECORINO - IL BANANA VA IN SARDEGNA PER LA CONVENTION ELETTORALE PER CAPPELLACCI E VA DI REPERTORIO: “TOTI È VENUTO QUI PER AMORE MIO, MA NON SIAMO GAY. HO CHIESTO ALLE RAGAZZE DI ‘FORZA SILVIO’ DI VENIRMI A METTERE LE MANI ADDOSSO”

Da "Corriere.it"

«I piccoli partiti hanno ottenuto, grazie all'aiuto del Capo dello Stato, che si passasse dal 35% al 37% come soglia di sbarramento per ottenere il premio di maggioranza». Lo ha detto Silvio Berlusconi, a Cagliari, parlando dei pericoli del ballottaggio per il centrodestra. Quello del Cavaliere è stato una specie di show, in bilico tra politica e gag.

«Mi scuso per il ritardo ma a Roma sembrava di essere in Sardegna. Abbiamo impiegato più di un'ora per arrivare in aeroporto», ha detto arrivando alla Fiera di Cagliari in ritardo - circa due ore dopo l'orario previsto - per la convention elettorale a sostegno del candidato governatore del centrodestra, il presidente uscente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci.

Nel padiglione D ci sono per il Cavaliere circa 2.500 persone: in sala bandiere di Forza Italia, sul palco due maxischermi e lo slogan della campagna del governatore: «Qui Ora». In sottofondo tutte le canzoni che solitamente accompagnano le convention di Fi. E il primo passaggio è proprio dedicato ai maldipancia nel partito dopo la scelta di issare Giovanni Toti, ex giornalista Mediaset e anch'egli presente a Cagliari, ai vertici azzurri-

FORZA ITALIA - «Un mio amico, che si chiama Giovanni Toti, che da anni lavorava in Mediaset e che ha rinunciato ad uno stipendio altissimo, come tutti quelli di Mediaset, è venuto per amor mio, ma non siamo due gay... - ha detto con una battuta il Cavaliere - Non vogliamo rottamare nessuno perchè se c'è qualcuno che in 50 anni ed oltre della sua carriera come imprenditore e uomo delle istituzioni, e che ha avuto totale rispetto di tutti e totale vicinanza con i collaboratori e amici, questo signore si chiama come mi chiamo io».

«PORTO BENE I MIEI 80 ANNI» - Accanto a Cappellacci Berlusconi ha scherzato su quelle foto recenti che lo hanno mostrato più invecchiato, senza trucco. «Ho chiesto alle ragazze di Forza Silvio di venirmi a mettere le mani addosso, sulla mia faccia, perchè ho chiesto a un signore di fotografarmi e di rappresentarmi come sarò a 90 anni, e invece hanno pubblicato quelle foto come se fossero di oggi. Qualche ruga c'è - ha concluso l'ex premier dandosi un pizzicotto sulle guance - ma i miei 80 anni li porto bene...».

«CAPPELLACCI? CHIAMATELO FRANCO» - «Cappellacci d'ora in poi chiamatelo Franco, io lo chiamo così perchè mi rompe le scatole tutti i giorni con la zona franca». Lo ha detto, strappando risate e applausi, Silvio Berlusconi, questa mattina a Cagliari per lanciare la campagna elettorale del candidato del centrodestra alle regionali in Sardegna, il governatore uscente Ugo Cappellacci. «Ricordo ancora l'inizio della campagna elettorale 5 anni fa, proprio qui alla Fiera, che ci aveva portato alla vittoria» ha concluso Berlusconi.

«LA LIBIA? UNA SANTABARBARA» - «Di cose in 20 anni ne abbiamo fatte tantissime - ha detto Berlusconi - ed eravamo anche riusciti ad avere un rapporto fantastico con gli Stati africani che si affacciano sul Mediterraneo, poi ci sono state le decisioni assunte da altri Paesi. Ora ho resoconti sulla Libia: è una santabarbara, possono partire con una rivoluzione ed è una mina sul Medio Oriente».

«DAL 1948 SBAGLIATO MODO DI VOTARE» - «Sono addolorato per tutto quello che lo Stato italiano non ha fatto per la Sardegna, ma in Italia dal 1948 - ha affermato Berlusconi - è sbagliato il modo di votare» . E ancora: «La Costituzione è stata concepita perchè non ci fossero le condizioni capaci di dar vita ad un nuovo regime, ma così facendo non si è dato nessun potere al Governo.

I padri costituenti - ha detto il leader di Forza Italia - non hanno dato poteri al Governo ma ai due rami del Parlamento e alla Corte Costituzionale. Nei nove anni che sono stato al Governo non ho avuto i poteri per ottenere i risultati che speravo, non ho potuto fare quelle profonde riforme necessarie per stare al passo con il resto dell'Europa, come la riforma della burocrazia, la riforma del lavoro e del fisco, ma soprattutto - ha concluso Berlusconi - la riforma della giustizia, una mancanza che grida ancora vendetta». Quanto ai piccoli partiti, «non agiscono per il bene comune».

 

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