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“CON IL PREMIERATO IL RUOLO DI CONTRAPPESO DEI GARANTI COSTITUZIONALI SARÀ PIÙ COMPLESSO” – I COSTITUZIONALISTI SONO SULLE BARRICATE PER LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” MELONIANE, CHE RISCHIA DI COLPIRE CON LA MANNAIA ANCHE LA CONSULTA: “UN MUTAMENTO DI INDIRIZZO E DI EQUILIBRI È INEVITABILE” – GAETANO AZZARITI: “IL DISTACCO DEGLI ITALIANI RENDE IMPROBABILE UNA REAZIONE SOCIALE COME IN ISRAELE” – MA PER CESARE MIRABELLI “LA CORTE HA LA FORZA PER RESISTERE”

Estratto dell’articolo di Liana Milella per "la Repubblica"

 

gaetano azzariti

L’attacco alla Consulta «è già cominciato»? Come ha detto a Repubblica l’ex presidente Amato? Sì, è proprio così, dicono Gaetano Azzariti e Tania Groppi. Mentre Cesare Mirabelli è convinto che la Corte ha in sé «la forza per resistere». E Alfonso Celotto ne vede una che negli anni, ha già trovato gli strumenti per farcela.

 

Ma se il premierato rafforzerà il potere di palazzo Chigi quello della Consulta è in pericolo? La vede così il costituzionalista della Sapienza Gaetano Azzariti che mette in fila «i fatti». Eccoli: «Due nuovi giudici sono stati appena nominati e altri quattro lo saranno a breve, oltre un terzo dei membri della Corte non sarà più lo stesso. Mutamento di indirizzo e d’equilibri interni è inevitabile ».

 

GIORGIA MELONI - POST DI CAPODANNO

E ancora: «Quattro giudici saranno eletti dal Parlamento dall’attuale maggioranza che non sembra sensibile alla salvaguardia della natura contro-maggioritaria propria degli organi di garanzia costituzionale, per evitare degenerazioni filogovernative ».

 

E non basta. «Col premierato la concentrazione del potere nelle mani del capo del governo renderà ancor più complesso il ruolo di contrappeso dei garanti costituzionali, non solo la Corte, ma anche il capo dello Stato».

 

ALFONSO CELOTTO 1

E poi c’è il «clima» che si respira: «Il distacco degli italiani per la politica rende improbabile una reazione sociale come in Israele». Chi non vuole «ritrovarsi come in Ungheria deve difendere i nostri garanti costituzionali».

 

Quest’allarme non lo vede Alfonso Celotto, costituzionalista di Roma tre. «La Corte nasce come organo di garanzia che deve dire sì o no alle leggi, e collaborare con gli altri organi rispetto alla divisione dei poteri tra Parlamento e governo». [...] Il premierato non è «un nemico », «è lontano, complicato e non incide, almeno a prima vista, sui poteri della Corte».

 

TANIA GROPPI

La voce di Tania Groppi, ordinaria di diritto pubblico a Siena, suona come quella di Amato. «Le Corti sono i primi organi a essere “catturati” da maggioranze politiche antidemocratiche. Lo abbiamo visto in Olanda, in Ungheria, in Turchia. In Israele ha prevalso la reazione popolare. […] Groppi cita Obama «insofferente verso Corti che annullavano le riforme». E conclude: «In questo momento storico […] le riforme vanno monitorate con grande attenzione perché marciano dove si annidano i pericoli per la democrazia».

 

Cesare Mirabelli invece si «fida» della Corte: «ha competenze, poteri e anticorpi per non essere né travolta né condizionata da pulsioni e spinte autoritarie ». [...]

Cesare Mirabelli

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