FLASH! - IL DAZISTA TRUMP, PER SPACCARE L'UNIONE EUROPEA A COLPI DI TARIFFE SUI PRODOTTI ESPORTATI…
1. TRUMP RIDISEGNA IL MONDO
Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “La Stampa”
DONALD TRUMP - DAZI COMMERCIALI
[…] La linea sul Messico e il Canada, e il pressing dello scorso fine settimana sulla Colombia, mostrano quanto per Trump la leva dei dazi sia uno strumento negoziale formidabile. Lo brandisce anche con gli europei, «che sono totalmente fuori linea» e per «loro le sanzioni arriveranno».
Deficit commerciale, «350 milioni di dollari», minore impegno finanziario sul fronte ucraino, spese militari in ambito Nato basse. The Donald mette tutto insieme in un grande calderone nel quale gli europei sono «degli abusatori e vogliono però un accordo».
Benissimo, «basta che sia equo», dice. Vorrebbe che l'Europa almeno pareggiasse i conti con gli Usa. Disturba al presidente che «sulle strade delle città europee non ci siano Chevrolet e auto americane». Mentre in America, «è pieno di Bmw, Mercedes e Volkswagen». Dalla raffica di tariffe - secondo il Daily Telegraph saranno lineari su tutti i prodotti e al 10% - esenti gli inglesi.
Nella visione di Trump sembra che tutto abbia un prezzo, anche l'Ucraina. A cui lancia un'offerta: «Kiev garantisce agli Usa la consegna di terre rare e avrà gli aiuti». Mentre sugli organismi internazionali continua la sua ritirata, con l'ipotesi di uscire dal Consiglio per i diritti umani dell'Onu. […]
2. VON DER LEYEN: “FERMEZZA CON GLI USA FLESSIBILI SULLA DIFESA”
Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”
DONALD TRUMP CONTRO L EUROPA - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
«Dobbiamo evitare liti con Trump, ma è Trump ad aver annunciato di voler litigare con noi». Nessun nome esplicito, nessun riferimento diretto, però questa frase che il presidente francese, Emmanuel Macron, ha fatto scivolare durante il Consiglio europeo informale è stata letta da tutti i presenti come un messaggio ai “colleghi” che hanno i rapporti migliori con il nuovo presidente americano. Tra i quali Giorgia Meloni e Viktor Orban.
La riunione straordinaria convocata a Bruxelles, infatti, aveva come unico punto all’ordine del giorno la Difesa. Come migliorare e incrementare la capacità di sicurezza dell’Unione dinanzi al pericolo russo. Ma inevitabilmente l’agenda è stata stravolta dalla minaccia trumpiana di imporre dazi al Vecchio Continente.
«Risponderemo con fermezza — ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, senza lasciare dubbi sulla linea — a misure ingiuste ». Una sfida che potrebbe rappresentare una mannaia sulla crescita economica dell’Ue e che viene vissuta tra i 27 in maniera molto diversa.
Al punto di trasformare il confronto di ieri in un dibattito, definito «franco» da chi ha potuto assistere alla riunione. Insomma un certo grado di sfiducia e i timori reciproci sono comparsi ripetutamente.
URSULA VON DER LEYEN CON IL CROATO ANDREJ PLENKOVIC
Per fare un esempio queste sono state le parole del sovranista ungherese Orban: «Il tornado Trump si è abbattuto su Bruxelles e ha messo tutto sottosopra. Qui a Bruxelles regna il caos, serve un cambiamento. Dobbiamo occupare Bruxelles».
La paura che l’Europa si possa dividere nella risposta a Washington ha quindi accompagnato l’intero summit. Il mantra ripetuto da quasi tutti è stato: «Restiamo uniti». Andare in ordine sparso anche di fronte all’ipotesi che il Tycoon adotti sanzioni diverse tra i partner d’oltreoceano dividendo tra “buoni” e “cattivi” è lo spauracchio più assillante.
DONALD TRUMP VS URSULA VON DER LEYEN - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI GROK
«A tutti i colleghi qui a Bruxelles — è stato il suggerimento del premier polacco Donald Tusk — consiglio di mantenere durante i nostri eventuali colloqui con gli amici americani la consapevolezza dei nostri interessi. Non possiamo perdere noi stessi, il nostro rispetto per l’Europa e la fiducia in noi stessi». Un messaggio nemmeno tanto oscuro a chi sta organizzando incontri con l’inquilino dellaCasa Bianca.
E Macron è stato ancora più esplicito: «Se l’Europa sarà attaccata da un punto di vista commerciale, dovrà farsi rispettare e reagire. Dovremo essere più uniti e più concreti». È evidente che esiste una potenziale frattura politica nell’Ue anche su questo. Il dubbio di unatrattativa nazionale e non comunitaria con Washington costituisce una spina nel fianco.
«Una cosa è chiara — ha osservato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz — in quanto area economica forte, possiamo gestire autonomamente i nostri affari e rispondere ai dazi con dazi». [...]
E anche sulla Difesa il Consiglio straordinario ha fatto emergere le differenze. La Commissione europea aveva informalmente proposto di aumentare le importazioni dagli Usa di gas, auto e armi per tranquillizzare il presidente statunitense. Ma, ad esempio, il primo a rispondere negativamente a questa opzione è stato di nuovo proprio il capo dell’Eliseo.
Per Macron, infatti, irrobustire la difesa europea non può significare l’indebolimento del sistema industriale dell’Ue. Ma il nodo più stretto si stringe su come finanziare la spesa maggiore. La presenza al vertice del Segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha ricordato a tutti che il traguardo del 2% di Pil da impiegare in questo campo è ormai il minimo.
Olaf Scholz Emmanuel Macron e Pedro Sanchez
Sul tavolo c’è la possibilità di ricorrere, come per il Recovery Fund, al debito comune. Ma lo sbarramento di molti degli Stati cosiddetti “frugali” è alto. «L’Ue — ha ammonito Scholz che si trova pure nel mezzo della campagna elettorale — non ha alcuna prospettiva di contrarre debito comune».
L’altra possibilità è ricorrere ai fondi della Bei o di assegnare più flessibilità ai singoli stati membri. Una soluzione si concentra su una sorta di sospensione parziale del patto di Stabilità solo per le spese in questo settore. «La Commissione — ha confermato il presidente del consiglio europeo Costa — ha annunciato che avrebbe esaminato le flessibilità all’interno delle nuove regole di governance economica».
donald trump e i dazi contro la cina
«Per tempi straordinari — ha spiegato von der Leyen — è possibile avere misure straordinarie. E penso che viviamo tempi straordinari». Ma i termini di questa flessibilità sono ancora tutti da discutere.
EMMANUEL MACRON - OLAF SCHOLZ - PEDRO SANCHEZ - DONALD TUSK DAZIFASCISMO - MEME BY EMILIANO CARLI
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