CHE FINE FARANNO I GIOVANI COL NUOVO CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO DEL "JOBS ACT" DI RENZI QUANDO ANDRANNO IN BANCA A CHIEDERE UN MUTUO? IL PRESIDENTE ABI, PATUELLI: “NON LO SO, CHIEDETELO ALLA BCE”

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Francesco De Dominicis per "Libero Quotidiano"

 

Mutuo per la casaMutuo per la casa

Che succederà ai giovani che, avendo in tasca un nuovo contratto di lavoro a tutele crescenti, andranno in banca per un mutuo? La questione sollevata ieri in commissione Lavoro alla Camera da Cesare Damiano è centrale. L’esponente Pd si chiede se i lavoratori assunti coi contratti a tempo indeterminato riscritti col «Jobs Act» del governo di Matteo Renzi avranno problemi nell’ottenere finanziamenti per l’acquisto di abitazioni.

 

cesare damiano manifestazione cgilcesare damiano manifestazione cgil

Damiano, che pure auspica un aumento dell’occupazione e un calo dei contratti a termine, pone un dubbio: le banche considereranno i neoassunti alla stregua dei «vecchi» precari o al pari di chi ha  la piena tutela sui licenziamenti? La differenza non è da poco: nel primo caso oggi gli istituti di credito pretendono garanzie extra che spesso sono rappresentate dallo stipendio o dalla pensione di un genitore; nel secondo caso, la strada per l’erogazione del prestito è in discesa e le condizioni di solito più favorevoli.

 

Il quesito dell’ex ministro è stato girato da Montecitorio al presidente dell’Abi, Antonio Patuelli. E la risposta non si è fatta attendere. Il numero uno di palazzo Altieri ha spiegato che «l’interrogativo posto da Damiano va metodologicamente posto all’Eba (autorità bancaria europea, ndr) e alla Bce che dal 4 novembre definiscono regole e controlli sulle banche europee».

Antonio Patuelli Antonio Patuelli

 

Un paio di spunti. Il botta e risposta certifica anzitutto che la riforma dell’articolo 18 è stata scritta in maniera frettolosa, senza tutte le opportune verifiche sulle implicazioni. Quanto ai giovani, se vorranno un mutuo, ora hanno una certezza: prima devono andare a Francoforte.