conte grillo di maio

VOTO A PERDERE – I GRILLINI HANNO PRONTA LA DEROGA AL LIMITE DEI DUE MANDATI IN CASO DI ELEZIONI: SE LA LEGISLATURA SI FERMA I BIG SARANNO TUTTI RICANDIDATI, SONO D’ACCORDO ANCHE GRILLO E DIBBA. MA QUANTI SONO I PARLAMENTARI CHE HANNO VOGLIA DI RISCHIARE DI PERDERE LA POLTRONA E TORNARE A FARE I DISOCCUPATI? – L’IPOTESI DI UNA LISTA CONTE DOVE PIAZZARE I GOVERNISTI PER ISOLARE LE TRUPPE DI DIBBA NELLA “BAD COMPANY” PENTASTELLATA. CHE SUCCEDE SE RENZI PROPONE A DI MAIO DI FARE IL PREMIER?

BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

Giuseppe Conte ha in mano i destini del M5S. Sia se farà una lista sua personale ( ipotesi che lo vede ancora riluttante) per ospitare, in caso di voto anticipato, i 5 Stelle che per la regola del secondo mandato non potrebbero ricandidarsi.

 

Sia se, con un colpo a sorpresa, sostenuto dal fondatore e garante Beppe Grillo, cancellerà, come vorrebbero tanti, la regola che vieta il terzo mandato. Al momento, il voto è solo il possibile effetto collaterale di una situazione che sta sfuggendo di mano a tutti.

 

renzi di maio

A Conte come a Matteo Renzi, i duellanti di questo feroce scontro che si combatte in mezzo ai presagi di una terza ondata del virus. Le elezioni anticipate sono uno scenario improbabile ma non si possono escludere del tutto. A maggior ragione se il premier e l'ex rottamatore non cederanno a un compromesso. E soprattutto se il primo sarà in grado di proiettare la sfida fuori dai palazzi romani, come appare tentato di fare.

 

GIUSEPPE CONTE INCONTRA BEPPE GRILLO

Quel che è certo è che, nelle ultime ore, l'incubo elettorale sta tormentando i 5 Stelle. Il Movimento è il partito che più di altri risulta scombussolato da questa crisi di governo. Ed è il fattore da tenere in considerazione per qualsiasi equilibrio di maggioranza e qualsiasi manovra che voglia portare alle urne. Renzi da settimane sostiene: «Sono certo che pur di restare dove sono voterebbero chiunque, anche un premier del Pd, o Mario Draghi».

 

luigi di maio giuseppe conte by osho

Il leader di Italia Viva scommette sull'impossibilità dei grillini di liberarsi dei propri limiti. Il divieto del terzo mandato è una gigantesca incognita che paralizza le mosse dei 5 Stelle. Un nodo che è tornato a lacerare le coscienze dei parlamentari, cioè da coloro da cui dipende molto del futuro della maggioranza.

 

giuseppe conte beppe grillo luigi di maio

Come rivelano alla Stampa più fonti del M5S, negli ultimi giorni l'intero gruppo dirigente, ministri e sottosegretari al secondo mandato, deputati e senatori "anziani", si sono trovati a discutere di una doppia possibilità. La prima: una lista Conte, se davvero dovesse mai realizzarsi, potrebbe servire a garantire chi per le regole del M5S non avrebbe più chance di tornare in Parlamento.

 

roberto fico e giuseppe conte

La seconda possibilità: non nascerebbe nessuna lista del premier, Conte farebbe il federatore sullo stile di Romano Prodi nel 2006, e Grillo, d'accordo con i leader del M5S, cancellerebbe in un attimo il tetto ai mandati, motivandolo con la situazione di eccezionalità di una crisi scatenata da Renzi. Conte intravede questa come una prospettiva più concreta ma allo stesso tempo sta lasciando lievitare l'ipotesi di una sua lista, per servirsene qualora fosse necessario farlo.

 

Fico Di Battista Di Maio

Se, cioè, i 5 Stelle dovessero voltargli le spalle per affrettarsi a blindare, assieme al Pd, un governo di larghissime intese con figure tecniche o politiche al suo posto. La Lista Conte, infatti, ruberebbe voti soprattutto ai grillini e - il premier è il primo a temerlo - rischierebbe di trasformare il M5S in una bad company.

 

Ma la domanda resta: se dai cocci di questo governo nascesse un esecutivo di emergenza, con una guida tecnica, di alto profilo, cosa farebbe il M5S? Nessuno è in grado di dare una risposta certa. Ecco perché, Luigi Di Maio, annusato il pericolo sta facendo di tutto per far passare il messaggio che le elezioni sarebbero l'epilogo più sciagurato. «Ho detto a Conte che deve farsi garante del destino del partito che lo ha messo a Palazzo Chigi» ha confessato a più persone.

LUIGI DI MAIO

 

Non è difficile tradurre l'irritazione dell'ex capo politico del M5S e di molti suoi colleghi. A detta dei grillini, il premier deve tentare la strada del dialogo con Renzi per scongiurare la crisi, evitando la conta parlamentare e aprendo seriamente alla possibilità di un rimpasto o di un Conte Ter. «Il voto non è la soluzione» ripete Di Maio. Non lo è soprattutto per il M5S in transizione, che non ha ancora definito una propria struttura interna e una nuova leadership. Ma c'è un'altra domanda che Renzi potrebbe porre ai 5 Stelle: e se dalla crisi uscisse proprio il nome di Di Maio come sostituto premier?