I GRILLINI SCIVOLANO SUI QUATTRINI (QUANDO SI PASSA DALLA PROPAGANDA AI FATTI…)

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1 - IL DOVERE DI RACCONTARE I FATTI
Claudio Tito per "la Repubblica"


Quando si passa dalla propaganda ai fatti, può capitare che le promesse assunte in campagna elettorale si dimostrino irrealizzabili. O almeno non praticabili. Alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle, come il "cittadino" Fico, hanno accusato
Repubblica e una sua giornalista, Annalisa Cuzzocrea, di volere «screditare» i grillini. Il motivo? Aver semplicemente raccontato ai lettori che i deputati e i senatori del M5S hanno deciso attraverso un referendum on line di lasciare alla libera scelta di ciascuno se trattenere o meno l'intera diaria e i rimborsi spesa per altri 8.440 euro al mese.

A questa cifra va aggiunta la metà dell'indennità di mandato, pari a 5 mila euro lordi (gli altri 5 mila in realtà ancora non si è capito dove finiscano). Questo giornale non punta a «screditare» nessuno ma solo a raccontare i «fatti». L'obiettivo di un cronista è descrivere cosa accade e informare i lettori. Senza piegarsi alla propaganda, di nessuno.

E al di là degli insulti, infatti, neanche un grillino - nemmeno il "cittadino" Fico - è riuscito a smentire nel merito quanto è stato scritto. Hanno tentato di impartire qualche goffa lezione di giornalismo. Ma il contenuto dell'articolo non è stato contestato. Perché? Semplicemente perché ha riportato fedelmente i risultati della loro consultazione. Fatti, non propaganda.


2 - LA RIVOLTA DELLA BASE GRILLINA "SULLA DIARIA FATE COME TUTTI"
Annalisa Cuzzocrea per "la Repubblica"

Una riunione a mezzogiorno per parlare della "talpa", un post di Roberto Fico contro
Repubblica rea di aver raccontato cose che non avrebbe dovuto sapere, e la rabbia degli attivisti, che sul blog chiedono: «Ma insomma, quanto prendete di stipendio?».
Sono inciampati nell'asticella che loro stessi hanno alzato, i 5 stelle.

Nel regolamento firmato prima dell'elezione era scritto che i parlamentari avrebbero tenuto solo 5mila euro lordi (2500 netti) dei 10mila dell'indennità di carica, insieme a diarie e rimborsi vari (che calcolando per difetto, tra spese per il mantenimento a Roma, collaboratori, taxi e telefono ammontano a 8.440 euro). C'era però l'obbligo di rendicontare tutto, e qui la prescrizione rimaneva ambigua: quello che non si documenta va restituito oppure no?

Nell'e-mail inviata da Grillo e Casaleggio la settimana scorsa si invitavano i parlamentari a identificare delle onlus cui devolvere l'eccedente. E quindi, a restituire. I 163 deputati e senatori ne hanno parlato nel loro forum interno istituendo un sondaggio, e la maggioranza ha scelto per la libertà di coscienza. Fatti salvi i 2500 euro devoluti obbligatoriamente a un fondo di solidarietà (che hanno chiesto alla Camera di istituire) potranno decidere se tenersi diaria e rimborsi oppure no.

Molti promettono che terranno solo quel che sono in grado di documentare, che manderanno indietro i soldi per taxi e telefono, ma la maggioranza ha chiesto che non siano obbligati a farlo. È quello che Repubblica e l'agenzia Agi hanno ricostruito domenica sera, ed è quello che Roberto Fico definisce: «Occuparsi del nulla per screditare il Movimento, per metterci contro Beppe Grillo e viceversa».

Il deputato M5S - subito rilanciato dal blog - snocciola le rinunce fatte: il dimezzamento dello stipendio base dei parlamentari che varrà 5 milioni di euro all'anno, i 42 milioni di euro di rimborsi elettorali non incassati, la rinuncia all'assegno di fine mandato e alle doppie indennità di carica. Non nega però che il sondaggio ci sia stato, e che quelli siano i risultati. Così come non lo negano i deputati in Transatlantico. «Per me siamo solo all'inizio dice uno di loro - su questa vicenda dei soldi scoppieranno altri casini». Il capogruppo al Senato Vito Crimi fa un video per dire: «Dateci un po' di tempo e vedrete che rispetteremo gli impegni».

Fico e Laura Castelli intervengono sulla web tv del Movimento: la deputata piemontese spiega che nel forum si sono solo espresse delle opinioni, e che la decisione finale sarà presa in assemblea. A chi li segue in Rete non basta. I post messi sul blog per screditare
Repubblica e Ballarò (cui il deputato Alessandro Di Battista ha dedicato una personale "lezione di giornalismo") vengono bersagliati dalle critiche: «Scusate, io avevo sempre capito che la diaria sì, ma in base alle spese rendicontate - scrive Elisa - sennò che serve? Vogliamo fare i politici vecchio stampo?».

E Francesco: «Non stiamo qui a fare gli azzeccagarbugli su quello che dice il regolamento, è lo spirito con cui si è presentato agli elettori il Movimento che viene violato». La maggior parte chiede, e a gran voce, più chiarezza.

Il fatto è che per il fisco i parlamentari prendono tutto lo stipendio base (a chi poi lo devolvano non è affare dell'Agenzia delle Entrate) e questo comporterà un aggravio di tasse per molti. Ma non è facile farlo capire dopo aver mantenuto a lungo un messaggio ambiguo.

Chissà che non aiuti la visita a Roma di Gianroberto Casaleggio. Il cofondatore incontrerà i parlamentari che si occupano di Economia, quelli destinati alla commissione Bilancio, giovedì e venerdì. Porterà loro i frutti del suo giro tra gli imprenditori del nord, le loro idee per battere la crisi, che però - anche stavolta - pare non coincidano con quelle di deputati e senatori a 5 stelle. Anche di questo, ci sarà da discutere.

 

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