
FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA,…
“MELONI HA MANDATO UN MESSAGGIO DEVASTANTE SUL CASO DICIOTTI, CIOÈ CHE PER COLPA DI UNA PRONUNCIA DEI GIUDICI SI SPERPERERANNO DEI SOLDI PUBBLICI” – IL PRESIDENTE DEI MAGISTRATI CESARE PARODI TRANCHANT DOPO L’ATTACCO DELLA DUCETTA ALLA CASSAZIONE (CHE HA STABILITO IL RISARCIMENTO DA PARTE DEL GOVERNO AI MIGRANTI DELLA NAVE DICIOTTI) - “E’ CON QUESTO LIVELLO DI POPULISMO CHE DOBBIAMO FARE I CONTI” – L’AFFONDO CONTRO NORDIO E IL BLUFF DELL’INCONTRO CON LA PREMIER A PALAZZO CHIGI IN CUI LA MELONI AVREBBE TIRATO FUORI UN DOSSIER SUI MAGISTRATI CHE ATTACCANO IL GOVERNO – GRATTERI METTE IL CARICO: “CONDIVIDO LE PAROLE DELLA PRESIDENTE DELLA CASSAZIONE" (CHE AVEVA PARLATO DI "INSULTI INACCETTABILI”)
Conchita Sannino per repubblica.it - Estratti
giorgia meloni e cesare parodi - incontro tra anm e governo a palazzo chigi
“Pensavamo di dover aprire questo incontro affrontando nel dettaglio i contenuti dell’incontro tra la giunta e la presidente Meloni. Invece: abbiamo dovuto assistere addirittura all’attacco alle Sezioni Unite”, scuote la testa Cesare Parodi, presidente dell’Anm. “E c’è un messaggio devastante che la premier Meloni consegna ai cittadini: cioè che per colpa di una pronuncia dei giudici si sperpereranno dei soldi pubblici. È anche con questo livello di populismo che dobbiamo, tra le altre cose, fare i conti. E siamo grati alla fermezza e rigore con cui la suprema Corte ha risposto”.
Tutta la sala applaude. Si apre così, con uno scrosciante segno di solidarietà e compattezza rivolto a Margherita Cassano, prima presidente della Cassazione, la riunione del comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati, al quinto piano del Palazzaccio.
cesare parodi prima di entrare a palazzo chigi
Critiche anche al ministro Nordio, che riferendosi alla Cassazione, aveva teorizzato : "I giudici dovrebbero considerare anche gli effetti delle decisioni". Ma i magistrati "non sono chiamati a fare questo: noi, per dettato costituzionale, dobbiamo applicare la legge, quando è necessario ovviamente interpretandola, ma non siamo tenuti per statuto costituzionale a collaborare con il governo di turno, la maggioranza di turno, ecco perché quello che ha detto il ministro ci stupisce molto", sottolinea Rocco Maruotti, il segretario generale Anm
Poi emergono dettagli dal faccia a faccia del 5 marzo: il bluff di Palazzo Chigi sul confronto con l'intera giunta del sindacato delle toghe per discutere della riforma sulla separazione delle carriere. “Siamo rimasti basiti dal fatto che la Meloni avesse una cartellina, la sfogliasse, con dentro tutte le parole e i nomi dei magistrati che attaccano, a loro parere, il governo”, sottolinea il giudice Sergio Rossetti, in giunta, di Area.
incontro tra anm e governo a palazzo chigi - cesare parodi
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La mobilitazione
L’ Anm ancora più pronta alla mobilitazione: come e più delle previsioni, dopo l’offensiva sferrata contro la Cassazione, per l’ordinanza con cui la Suprema corte ha condannato il governo sul risarcimento di un gruppo di cittadini eritrei trattenuti “in violazione arbitraria dei diritti inviolabili della persona “ dopo il trattenimento dei migranti per undici giorni nell’agosto del 2018, per il divieto reiterato di sbarco imposto da Matteo Salvini, all’epoca ministro dell’Interno.
La giunta Anm , galvanizzata dal successo dello sciopero del 27 febbraio (adesioni tra l’80 e il 90 per cento in tutti i distretti più importanti) si prepara ad incontrare “ed ascoltare" in tutta Italia toghe e società civile, un viaggio da nord a sud: Catanzaro (“anzi Lamezia Terme, dove è stato ucciso esattamente 50 anni fa il primo magistrato antimafia in Calabria”), Bologna, Milano, poi Bari, forse Napoli. Una vera e propria anteprima della campagna referendaria che attenderà la separazione delle carriere: il cuore della missione. Confermato l’incontro con il presidente Sergio Mattarella richiesto come da prassi per la nuova giunta e previsto entro marzo: “"Sarà un momento importante per noi e non credo puramente formale", dice Parodi.
incontro tra anm e governo a palazzo chigi - cesare parodi
Che spiega: “Il nostro principale obiettivo adesso è imbastire tutta una serie di manifestazioni, di incontri, di modalità di comunicazione per portare questo messaggio ovunque e a chiunque. Non sarà facile, è molto difficile – sottolinea -, anche perché non è che siamo così ben inseriti nei canali di comunicazione. Faremo tutto il possibile per portare il nostro messaggio alle persone che magari non l'hanno capito o che magari non lo conoscono nemmeno".
margherita cassano - inaugurazione anno giudiziario 2025 - foto lapresse
In particolare, il segretario Maruotti: “Partecipando ad incontri e convegni ci stiamo accorgendo di una curiosità e di una partecipazione che cresce. Dobbiamo essere attenti ed efficaci nello spiegare le ragioni di una protesta che riguarda la giustizia che ci aspetta. E poi dobbiamo accendere più luci sui territori che patiscono le conseguenze di mancate scelte e investimenti sulla giustizia: quindi andremo innanzitutto a Lamezia Terme dove, ai primi di luglio, vogliamo anche ricordare il 50esimo anniversario dell'uccisione di Francesco Ferlaino, la "rosa spezzata" del distretto di Catanzaro, il magistrato ucciso dalla ‘ndrangheta a colpi di fucile”.
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GRATTERI
Virginia Piccolillo per corriere.it - Estratti
nicola gratteri a otto e mezzo 2
Procuratore Nicola Gratteri, l’ordinanza sul risarcimento al migrante clandestino della Diciotti fa risalire la tensione fra governo e magistrati. In tempi di riforma sarà così a ogni pronuncia su temi sensibili?
«Ha già risposto la presidente della Corte di Cassazione (“Le decisioni sono criticabili, gli insulti inaccettabili” ndr). Condivido pienamente le sue parole».
L’incontro governo-Anm non ha sortito nulla. Era inevitabile?
«L’intendimento del governo era ed è abbastanza risoluto. Per cui era difficile ipotizzare un cambiamento di rotta o un’apertura al dialogo che, purtroppo, fino ad oggi non c’è stata. Non so se fosse inevitabile. Posso dire però che sono contento di avere aderito allo sciopero. Lo rifarei perché ne condivido le ragioni».
margherita cassano sergio mattarella - inaugurazione anno giudiziario 2025 - foto lapresse
La politica accusa la magistratura di «ostracismo». E di scatenare l’Apocalisse a ogni riforma. Sbaglia?
«A quale Apocalisse si fa riferimento? La magistratura non fa alcun ostracismo. Di fronte a una riforma che rischia seriamente di minare l’autonomia e l’indipendenza, la magistratura ha prima di tutto il dovere, oltre che il diritto, di esprimere la propria opinione e di far comprendere alla collettività cosa si rischia».
Questo non intacca le prerogative del Parlamento?
«No. Se la riforma dovesse essere approvata, la magistratura, come sempre del resto, farà il proprio dovere e la applicherà, nel rispetto delle istituzioni democratiche».
Per il governo è necessaria a combattere il malfunzionamento della giustizia.
«Non ha attinenza alcuna con i veri problemi della giustizia, che sono legati principalmente alla lentezza dei processi e all’esistenza di cavilli procedurali che impediscono ai magistrati di impiegare tutto il loro tempo per decidere, approfonditamente, su ogni questione. La separazione delle carriere non è una misura in grado di accelerare di un solo minuto la durata dei procedimenti».
Non garantirà un processo giusto, perché accusa e giudici saranno separati?
«Ma se fosse vera questa esigenza, non si spiegherebbero le assoluzioni, o le condanne a fronte di richieste di assoluzione, che vengono disposte. Segno che i giudici ragionano con la loro testa, senza appiattimento alcuno rispetto ai loro colleghi pm. E questo non lo diciamo solo noi, ma anche avvocati di grande levatura».
Se dovesse scrivere lei la riforma, quali misure adotterebbe?
«In primo luogo una seria revisione della geografia giudiziaria, redistribuendo le risorse secondo le reali esigenze dei territori e chiudendo i piccoli tribunali, che sono inefficienti. Invece, si vuole fare il contrario. Poi farei una revisione dei codici, snellendo le procedure e riducendo al massimo i rimedi impugnatori, che ingolfano corti di appello e Cassazione. E sospenderei, lo dico con dolore, almeno in parte la famigerata app».
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L’Anm non doveva trattare miglioramenti alla riforma?
«Penso che la separazione delle carriere non sia un argomento oggetto di migliorie. Non va bene e basta».
Il tetto di 45 giorni alle intercettazioni sarà di ostacolo alle indagini?
«Con questa proposta siamo al paradosso. Certamente sarà di ostacolo. Di esempi ne potrei fare centinaia. Il sequestro di persona lo fa capire bene: non si può immaginare di interrompere le intercettazioni al 45esimo giorno mentre il sequestro è ancora in atto. Ma pensiamo anche a reati insidiosi come l’usura o tanti altri: 45 giorni non sono nulla. Se si vuole ricercare la verità e fare giustizia, perché non consentire di svolgere le indagini? Gli strumenti per interrompere le intercettazioni, quando non sono utili, già ci sono».
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