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Giacomo Amadori per La Verità
Era la primavera del 2014, per l' esattezza il 30 aprile. E nella zona industriale di Rignano sull' Arno si teneva l' assemblea della Eventi 6 srl, la società di marketing e distribuzione della famiglia Renzi. Da poco più di due mesi Matteo era diventato premier e i suoi famigliari erano sul punto di chiudere il bilancio del 2013. Un bilancio non proprio allegro. Infatti i ricavi della produzione erano scesi da 3.162.000 euro a 1.974.000. Il presidente dell' assemblea, mamma Laura Bovoli, e la segretaria Benedetta Renzi certificarono un utile di esercizio miserrimo: 689, 34 euro.
Eppure quel giorno non c' erano musi lunghi. Infatti, come vedremo tra poco, il fatto di avere un parente premier ha portato fortuna all' azienda che è rapidissimamente uscita dalla crisi. Soprattutto grazie a babbo Tiziano Renzi che non si risparmia e gira in caccia di affari con la rapidità di una pallina da flipper, mettendo persino in difficoltà chi tenta di pedinarlo, come ha dimostrato l' inchiesta di Consip, in cui è indagato per traffico di influenze illecite.
Sino al 2010 la famiglia controllava due società di marketing editoriale e di distribuzione (volantini e giornali): la Chil srl e la Chil promozioni. Erano anni floridi e le due società insieme producevano fatturati importanti: 8,3 (di cui 6,8 la Chil) milioni nel 2008, l' anno migliore, 7,2 nel 2007 e nel 2009. Invece la Chil da sola nel 2006 si era fermata a 5,7. Per la verità un curatore fallimentare di Alessandria, Dario Lenti, in una relazione inviata alla Procura di Alessandria, aveva esaminato i bilanci della Chil e aveva avuto da ridire sulla reale solidità dell' azienda: «Sono stati analizzati i bilanci 2008 e 2009 () ed è emerso come non sussistano i presupposti economici per acquisire fondate certezze che quest' ultima società sia in grado di pagare regolarmente il debito accollato» aveva scritto. Non basta.
«Riguardo all' attivo circolante e al passivo presenta analogie con Mail service (società fallita, ndr) tali da non generare aspettative rassicuranti che caratterizzano imprese similari () Il bilancio 2009 di Chil post espone crediti per 1.849.405 euro, ma anche debiti per 1.971.061 euro». Con queste premesse i Renzi nel 2010 entrano, come molte altre aziende italiane, in un tunnel che sembra senza fine. Quell' anno le due aziende di Rignano sull' Arno vedono calare il loro fatturato a 5,3 milioni e la Chil, crollata a 2,6 milioni, viene ceduta a un collaboratore di Tiziano Renzi e nel 2013 fallirà miseramente, innescando un' indagine per bancarotta fraudolenta in cui verrà indagato e poi archiviato pure il babbo dell' ex Rottamatore.
La cessione della ditta in difficoltà non sembra produrre risultati positivi: nel 2011 il fatturato della nuova azienda dei Renzi, la Eventi 6, diminuisce ulteriormente rispetto alle due Chil e crolla sotto i 4 milioni; l' anno dopo affonda a 3,2, nel 2013 addirittura si inabissa sotto i 2 milioni. Sembra un incubo senza fine.
Ma a dicembre Renzi vince le primarie contro Pierluigi Bersani e diventa segretario del partito. Quasi contemporaneamente alcuni uomini di fiducia di Tiziano Renzi creano una nuova cooperativa di servizi e distribuzione, la Marmodiv. Inizialmente l' amministratore unico è Pier Giovanni Spiteri, una specie di alter ego di Tiziano, il quale lo aveva già messo a capo della sua vecchia Arturo srl.
A febbraio Matteo diventa premier. E subito la Eventi 6, per una fortunata coincidenza, mette fine alla sua crisi e vede impennare le proprie entrate sino a farle ritornare nel 2016 al livello del 2007-2008. Nel 2014 il giro d' affari sfonda nuovamente il muro dei 4 milioni. Nel 2015 oltrepassa i 5,5 e per il 2016 è previsto un fatturato superiore ai 6 milioni. Numeri a cui bisogna aggiungere quelli della Marmodiv, nata per prendere in subappalto le commesse della Eventi 6. Nel 2013 fattura soli 60.057 euro, ma è nei due anni successivi che arriva la vera espansione: nel 2014 la produzione vola a 1,1 milioni e nel 2015 a quasi 1,4. Insomma nel 2015, aggregando i dati di Eventi 6 e Marmodiv, arriviamo a circa 7 milioni di fatturato e il futuro si annuncia ancora più roseo.
Una crescita del 175 per cento nello spazio di due esecutivi e un' uscita dalla crisi in pompa magna. Ma come è possibile che i ricavi siano aumentati in modo così marcato, visto che Tiziano Renzi dichiara di non fare affari con gli enti pubblici?
MATILDE RENZI E ANDREA CONTICINI
Intanto perché i privati hanno nomi importanti e vanno (nomi tratti dal sito, ndr) da Conad a Euronics, da Trony, a Mondo convenienza, da Arcaplanet a Dico, da Seat Pagine gialle a Repubblica alle principali testate della free press. Clienti che potrebbero considerare l' azienda dei Renzi come una sorta di fondazione dell' ex premier, investendo nella quale è auspicabile un ritorno.
In fondo le inchieste ci raccontano che grandi aziende e imprenditori di fama come Alfredo Romeo cercavano di agganciare il babbo del fu Rottamatore considerandolo un link ideale per raggiungere il figlio. Dall' altra parte, in passato, Tiziano ha lavorato indirettamente anche con il pubblico, come Poste italiane, ottenendo per esempio subappalti da aziende come la Tnt e poi la Nexive, di cui Eventi 6 era fornitrice.
Recentemente Andrea Conticini, genero di Renzi senior, avrebbe portato i dirigenti di quest' ultima società a Siena negli uffici del Monte dei Paschi per trattare la consegna delle buste con gli estratti conto. Insomma Tiziano tratta appalti per interposta persona o più propriamente lavora in pool.
Con questo Rinascimento fiorentino ha cambiato verso pure l' andamento dei business immobiliari di Renzi senior che nel 2012, a fronte della crisi, aveva dovuto vendere la propria casa ai figli probabilmente per rinegoziare un mutuo divenuto insostenibile. Da allora sembra passata un' era geologica e nel maggio scorso Tiziano ha acquistato la nuova sede aziendale a Rignano sull' Arno: magazzino, ufficio e 5 appartamenti in cambio di 1.325.000 euro, garantiti in parte da un mutuo con il Monte dei Paschi di Siena.
Dalle carte della cosiddetta inchiesta Consip risulterebbe che l' apprendista faccendiere Carlo Russo, nello stesso periodo, stesse meditando un investimento immobiliare in Salento insieme con babbo Renzi. Ma forse, almeno quel progetto, è tramontato.
Ferrea invece, resta la fede. Ieri l' Ansa dava in partenza babbo Renzi per un pellegrinaggio a Medjugorje.
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