SIAMO SEMPRE UN PAESE DI MIGRANTI - MANFELLOTTO: “I NOSTRI FIGLI VANNO ALL’ESTERO PER CERCARE UN LAVORO CHE NON TROVANO NEL NOSTRO PAESE. NE HA PARLATO MATTARELLA MA I PIU’ TACCIONO PERCHÉ TEMONO DI PASSARE PER GUFI...”

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GIOVANI ITALIANI IN FUGAGIOVANI ITALIANI IN FUGA

Bruno Manfellotto per “L’Espresso”

 

Qualche sera fa, tra amici, non c' era nessuno che non avesse almeno un figlio all' estero. A studiare, assicurarsi un master, lavorare. Per i giorni di festa la famiglia si ricompone, si brinda, e poi tutti all' aeroporto. Va così. Già, ma perché? Le ragioni sono tante.

 

La prima è che in un mondo, come si dice, globalizzato, chi esce dalle nostre scuole ha una buona formazione di base, ma per competere ha bisogno di raggiungere un livello superiore, di lingue o specializzazione; o magari fuori trova studi utili per nuovi mestieri che qui non ci sono.
 

Secondo: altrove il mercato del lavoro è più ampio e flessibile, offre maggiori opportunità. Terzo, l' emigrazione dei giovani è un altro drammatico segnale dei ritardi accumulati dall' Italia in vent' anni: il futuro che se ne va. E però di questa realtà, e di altre che indicano un' emergenza, si parla poco.
 

RENZI MERKEL 9RENZI MERKEL 9

Vi ha fatto cenno Sergio Mattarella; i più tacciono perché, dicono, non c' è niente di nuovo (ma è proprio questa ineluttabilità che dovrebbe preoccupare, no?); altri perché temono di passare per "gufi": eppure la domanda di soluzioni concrete a problemi reali è un inno all' ottimismo.

 

Poco prima di Natale, per esempio, sono state diffuse alcune fotografie avvilenti dello stato di salute dell' Azienda Italia, ma pochi ci hanno riflettuto (per esempio Federico Fubini, "Corriere della Sera", e Giorgio La Malfa, "Il Mattino") anche se a dare l' allarme sono economisti che siedono al desk della Commissione europea dove è appena approdata la legge di stabilità per il 2016 (tutta in deficit).
 

Che dicono questi rapporti? L' Italia cresce da sempre meno di tutti gli altri big, produce meno ricchezza e posti di lavoro, in particolare degli Usa e pure dei Paesi europei che non aderiscono alla moneta unica.

ITALIANI IN FUGA 1ITALIANI IN FUGA 1

 

Così, il reddito per abitante cala dagli anni Novanta, mentre altrove è sempre cresciuto. Causa di tutto, e poco se ne parla, è la scarsa produttività del Paese e di ogni parametro che contribuisce a formarla: organizzazione e costi del lavoro, investimenti, accesso al credito, nuove tecnologie.

 

Tutti gli altri Paesi li hanno invece migliorati. Tanto per capirci, in quindici anni l' Italia ha aumentato la produttività del lavoro del 2,7 per cento, quasi niente; la Germania del 16,7. Insomma, a parità di prodotto, qui un' ora di salario costa il 32,5 per cento in più che lì, dove peraltro un imprenditore paga per i suoi dipendenti la metà dei contributi che in Italia.
 

MATTARELLA MATTARELLA

Anche per questo dare vita a una nuova impresa qui è più caro che in ogni altro Paese del mondo, Corea esclusa; e chi già fa impresa preferisce coltivare comode rendite di posizione o si cerca una nicchia all' estero, va lontano, come i nostri ragazzi.

 

L' economia, dopo anni di stagnazione, finalmente si muove, ma appena appena, altro che svolta, e proprio non basta. Come i posti di lavoro, perché quattro giovani su dieci sono tuttora disoccupati.

 

Tutti questi elementi, i cosiddetti "fattori di produttività", si sono aggravati a partire dal 2000, cioè dal debutto dell' euro, e sempre più negli anni a venire, prima con lo sfacelo dei governi Berlusconi, poi per la Grande Crisi che ha costretto l' Europa intera, su spinta di Angela Merkel, a dure politiche di austerità che si sono tradotte in stagnazione.
 

Se così stanno le cose, a nulla serve l' insulsa disputa euro sì-euro no (i costi di un' uscita sarebbero devastanti, altro che Banca Etruria); magari sarebbe ora di riflettere su come convivere con l' euro e con Merkel senza finire stritolati, e provare finalmente a capire quali siano l' origine e le diversità del caso Italia dove la moneta unica, piuttosto, ha fatto da "detonatore" (Marcello Messori).

 

MATTARELLA MATTARELLA

Infatti, che c' entra l' euro se l' università sforna la metà dei laureati della media europea; se i processi durano anni; se la burocrazia è nemica; se la mafia controlla intere regioni del Mezzogiorno; se la corruzione corrode la pubblica amministrazione; se l' evasione fiscale brucia 7,5 punti di pil (Mattarella). Non sono mali di oggi.
 

Solo che fino a vent' anni fa si nascondeva tutto con una bella svalutazione della liretta, ma ora?
 

Ecco un bel programma di governo per il 2016: individuare ritardi e limiti del sistema Italia, comprenderne le cause profonde, decidere le cose da fare subito. Con uno sforzo straordinario, eccezionale. Perché è vero che nonostante tutto eccellenze spiccano e si intravede una volontà riformatrice, ma ci vogliono anni per raccoglierne i frutti.
Troppi. E invece il tempo per evitare il peggio è maledettamente poco.

RENZI MATTARELLA GIOVANI ITALIANI IN FUGARENZI MATTARELLA GIOVANI ITALIANI IN FUGA