DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA…
Tommaso Montesano per Libero Quotidiano
Prima il tavolo tecnico, poi quello politico. Sull' aumento automatico dell' età pensionabile - 67 anni a partire dal 2019, cinque mesi in più rispetto ad adesso - governo e sindacati oggi giocano l' ultima partita. Tutto ruota intorno all' estensione della platea delle 15 categorie di lavori usuranti che saranno escluse dalle nuove regole. Palazzo Chigi, e i ministeri di Economia e Welfare, è deciso ad ampliare, seppur di poco, il bacino di individui che, dal 2019, potrebbero vedersi congelare a quota 66 anni e 7 mesi l' età necessaria per andare a riposo.
Un ritocco che i tecnici governativi contano di realizzare agendo su due fronti: il calcolo degli anni passati al lavoro con una mansione «gravosa» (sette sugli ultimi dieci, invece di sei degli ultimi sette) e l' abbassamento del numero di anni contributivi (30 e non più 36). Una prova d' equilibrismo con la quale l' esecutivo conta di stoppare le richieste di Cgil-Cisl-Uil, decisi ad allargare il più possibile le maglie. «Ma è piuttosto improbabile che ci si possa muovere dallo schema 15», mette le mani avanti un tecnico che sta seguendo il dossier.
«Schema 15». Ovvero le 11 categorie dell' Ape social, più 4 nuove entrate: braccianti, siderurgici, marittimi e pescatori. Totale: almeno 20mila lavoratori, che sarebbero così esentati dall' aumento della soglia di pensionamento. Numeri smentiti dai sindacati, secondo i quali la platea dei «salvati» sarebbe in realtà molto più bassa. «Il giudizio è negativo e le aperture del tutto insufficienti: parliamo di una platea molto ridotta, quasi impercettibile», attacca Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil.
Il sindacato di Corso d' Italia affila le armi: «In Italia abbiamo un' età pensionabile che è la più alta d' Europa. Valuteremo insieme su un eventuale sciopero generale, possibilmente in maniera unitaria. Se le proposte sono queste...». «Non c' è nessun motivo per aumentare in via generalizzata l' età di accesso alla pensione», concorda Domenico Proietti, segretario confederale della Uil. Insomma, nonostante i tentativi dell' esecutivo di allentare la tensione e ridurre al minimo gli ostacoli lungo il cammino parlamentare del disegno di legge di bilancio, ora al Senato, il muro contro muro è vicino.
Anche con i ritocchi alla proposta iniziale, dal nuovo bacino di esentati resterebbero esclusi Vigili del Fuoco, lavoratori delle Poste e alcuni settori delle Ferrovie (non i macchinisti e il personale viaggiante, già ricompresi nella categoria dei lavori gravosi). Soprattutto la posizione dei Vigili del fuoco è destinata a provocare scontri, vista la specificità - e l' usura - delle loro mansioni, che negli ultimi anni si sono allargate fino ad affiancare, nelle aree colpite da episodi di calamità naturale, la Protezione civile.
Il Conapo, il sindacato autonomo dei Vigili del fuoco, ha già proclamato lo stato di agitazione, preannuncio dell' intenzione di «indire lo sciopero nazionale della categoria». Se ne saprà di più oggi pomeriggio, ma i segnali che arrivano da Palazzo Chigi, per chi spera ancora di entrare nel bacino dei lavori usuranti, non sono incoraggianti. «Le risorse sono poche, le modifiche offerte sono già un passo avanti». Oltretutto bisogna tenere conto della contrarietà di Bruxelles, e del presidente dell' Inps Tito Boeri, ad un ulteriore allentamento del rigore.
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