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I RAZZI DI HEZBOLLAH HANNO UCCISO ANCHE IL NEGOZIATO PER GAZA – L’ATTACCO CHE HA UCCISO 12 RAGAZZINI SULLE ALTURE DEL GOLAN HA AMMAZZATO SUL NASCERE LE TRATTATIVE TRA I BOSS DI MOSSAD, CIA, QATAR ED EGITTO, CHE SI SONO INCONTRATI A ROMA – I CANALI INDIRETTI RESTANO APERTI, MA IL NODO DA SCIOGLIERE È SEMPRE LO STESSO: IL PIANO PER IL FUTURO DELLA STRISCIA – LA PARABOLA DI DAVID BARNEA, CAPO DELL’INTELLIGENCE ISRAELIANA: AMA RESTARE NELL’OMBRA, MA LA REALTÀ L’HA COSTRETTO A ESSERE ONNIPRESENTE IN PUBBLICO…

1 - A ROMA IL SUMMIT SU GAZA E OSTAGGI IL CANALE DEL DIALOGO RESTA APERTO

Estratto dell’articolo di Maurizio Caprara per il “Corriere della Sera”

 

attacco di hezbollah nella citta israeliana di majdal shams 3

Non ha portato ad annunci ufficiali di soluzione, ma neppure a fermare il confronto. Nella serata di ieri si poteva riassumere così la tappa romana della serie di incontri internazionali per trattare su Gaza compiuti di recente dai capi negoziatori di Stati Uniti, Israele, Egitto e Qatar con Hamas nella parte dell’interlocutore in differita.

 

Nessuna informazione ufficiale sui 115 israeliani tuttora sequestrati degli oltre 250 ostaggi catturati il 7 ottobre scorso dagli integralisti islamici. Né la conversazione tra i direttori della Cia William Burns, del Mossad israeliano David Barnea, del Mukhabarat egiziano Abbas Kamel e il primo ministro qatariota Mohammed Al Thani ha indotto a diffondere notizie certe sulle modalità di un eventuale cessate il fuoco. L’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu tuttavia ha messo al corrente che i negoziatori avranno nuovi contatti nei prossimi giorni.

 

BENJAMIN NETANYAHU DAVID BARNEA

Ciò ha un doppio risvolto: i canali indiretti che trasmettono fra le parti in conflitto le proposte su ostaggi e combattimenti restano aperti, ancora non significa la fine della prigionia di innocenti e dei bombardamenti sulla striscia di terra tra il Sud Ovest dello Stato ebraico e il territorio egiziano abitata da palestinesi.

 

[…] Evidenzia lo stato delle cose un dettaglio: a rendere nota la conclusione della riunione di ieri è stata una foto scattata a Gerusalemme che riguardava i rischi dell’apertura di un’altra guerra a tutti gli effetti, quella tra Israele e Hezbollah. È stato il viso del capo del Mossad in un’immagine del Gabinetto di sicurezza israeliano, convocato per valutare come reagire agli attacchi della formazione integralista sciita libanese, a far capire in pubblico che l’inviato di Netanyahu era tornato indietro dall’Italia, dunque le trattative in luogo riservato non erano più in atto.

william burns

 

Versioni non confermate hanno attribuito al premier israeliano una disponibilità ad accettare collaborazioni di forze straniere per il controllo dei passaggi tra Nord e Sud di Gaza dopo un cessate il fuoco.

 

Conoscere i dettagli conterebbe, perché Israele in passato non ha voluto venissero affidati a forze multinazionali in territori palestinesi compiti determinanti per la propria sicurezza. Assolutamente militari israeliani, secondo la proposta di accordo di Netanyahu, dovrebbero presidiare il «Corridoio di Filadelfia», i 14 chilometri di frontiera tra Gaza e Egitto sotto i quali tramite tunnel Hamas ha ricevuto quantità di armi in grado di farla combattere da quasi 300 giorni.

 

DAVID BARNEA

Adesso il Parlamento israeliano, la Knesset, si ferma per circa tre mesi e in teoria le sue ferie possono consentire a Netanyahu di ridurre una delle insidie per il suo mandato.

Due ministri, Itamar Ben Gvir della Sicurezza e Bezahel Smotrich delle Finanze, avevano minacciato di rompere la coalizione di governo in caso di accordi su Gaza con troppe rinunce. La Knesset interrompe le sedute di aula, salvo imprevisti fino a ottobre mancherebbe la sede per una crisi parlamentare. […]

 

2 - DALLE OMBRE DEI SEGRETI ALLA «LUCE» DEI NEGOZIATI BARNEA, SPIA E DIPLOMATICO

Estratto dell’articolo di Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”

 

attacco di hezbollah nella citta israeliana di majdal shams 2

Quando David Barnea, nel 2021, è diventato direttore dell’Istituto, ovvero del Mossad, dicevano che avrebbe assunto un profilo più basso rispetto al suo predecessore, Yossi Cohen. Perché ama restare nell’ombra, intransigente su fughe di notizie, fautore di un «silenzio radio» assoluto. Ma come spesso accade sono stati i fatti a decidere quale dovesse essere la priorità. L’assalto di Hamas, seguito dall’apertura di mille fronti, dal Libano allo Yemen, ha scompaginato il tavolo. L’alto funzionario si è ritrovato a ricoprire il ruolo di negoziatore, per trovare una tregua ma soprattutto riportare a casa gli ostaggi. […]

 

soldati israeliani a gaza 4

Barnea appartiene al mondo dei segreti. Nato nel 1965 ad Ashkelon, padre emigrato giovanissimo dalla Germania, ha studiato in Usa, ha militato nella Sayeret Matkal, l’unità speciale dell’esercito, ha lavorato in banca. Il gradino successivo lo ha portato nei ranghi del Mossad dove è stato assegnato per un periodo piuttosto lungo al dipartimento Tzomet, l’ala che si occupa di reclutamento e «gestione» degli agenti. E per questo ha passato del tempo in Europa.

 

ragazzi presi in ostaggio da hamas durante il rave 2

La carriera è proseguita con il passaggio all’ufficio — Keshet — incaricato di seguire le infiltrazioni all’estero. Vasto il campo. L’Iran e i suoi programmi bellici ostacolati con i sabotaggi, i trafficanti di armi, il network di milizie […], governi ostili e amici […], qualsiasi minaccia proveniente dall’esterno. Dossier ai quali dedicare un mix di risorse tecnologiche e umane: la combinazione che avrebbe permesso l’uccisione del padre del programma atomico dei mullah, Mohsen Fakrizadeh, assassinato da una mitragliatrice diretta in remoto.

 

Il gadget agevola il «lavoro», però sono uomini e donne che rappresentano il salto di qualità. Guai a fidarsi esclusivamente dell’elettronica. Proprio l’eccessiva fiducia in sensori e telecamere piazzate a guardia del muro di Gaza ha contribuito al disastro del 7 ottobre.

 

DAVID BARNEA

La Striscia non era di stretta competenza del Mossad — è terreno dello Shin Bet e dei militari — ma in realtà il servizio non doveva farsi cogliere di sorpresa. Anche perché il precedente direttore aveva favorito il flusso di petrodollari dal Qatar convinto che sarebbe bastato a evitare una nuova esplosione. Invece tutto è cambiato nell’arco di poche ore e il Mossad ha riconosciuto ufficialmente la sua parte di responsabilità.

 

Ma, intanto, c’era altro da fare. Subito. Barnea è stato chiamato a condurre la trattativa sui prigionieri. […] E rispetto alle missioni tradizionali c’è un problema in più. Non tutti i successi e i rovesci di un’intelligence sono noti, spesso sono rivelati dopo decenni mentre qui un eventuale fallimento sarebbe palese.

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