stefano e giulio andreotti

"IL POTERE GLI PIACEVA" - I RICORDI DI STEFANO, FIGLIO DI GIULIO ANDREOTTI: "RICOPRIRE CARICHE PUBBLICHE LO APPAGAVA E DICEVA: 'HO ANCHE FATTO QUALCHE SGAMBETTO A QUALCUNO PER AVERLE'. LE ACCUSE DI MAFIA? QUANDO TUTTO COMINCIO', DAL PUNTO DI VISTA UMANO, MIO PADRE ERA UN UOMO FINITO: NON USCIVA PIÙ DI CASA, ERA IMPASTICCATO DI SCHIFEZZE CHE GLI AVEVANO DATO PER DORMIRE E STARE TRANQUILLO, NON FACEVA PIÙ NIENTE…" - QUELLA VOLTA CHE SMOSSE MARI E MONTI PER I PUFFI...

stefano andreotti foto di bacco

(ANSA) - "Era l'assoluto opposto della severità, era la bonomia fatta persona. Noi siamo nati, praticamente, che Andreotti era Andreotti. Io sono del '52 e lui era da 5 anni il sottosegretario alla presidenza di De Gasperi e dopo di Pella, nel '53". Così in una lunga intervista a 'Il Giorno', Stefano Andreotti racconta il sette volte presidente del Consiglio, Giulio Andreotti.

 

GIULIO ANDREOTTI CON LA MOGLIE LIVIA DANESE E I FIGLI SERENA STEFANO LAMBERTO E MARILENA

"Mio padre aveva affidato a mamma il compito dell'educazione quotidiana. Questo non toglie che mio padre era ugualmente una presenza attentissima. Poi si è completamente, come dire, rimbambito per i nipoti. Una volta mia sorella Serena aveva la bambina che faceva la raccolta dei Puffi e di questi pupazzetti mia nipote non ne trovava uno. Ebbene, mio padre ha smosso non so chi per riuscire a recuperarlo da un importatore del Nord".

 

Alla domanda su che cos'era per Andreotti il potere lui risponde: "Era qualcosa che in assoluto gli piaceva: questo è chiaro. Ricoprire cariche pubbliche è indubbio che lo appagava e forse, diceva, "ho anche fatto qualche sgambetto a qualcuno" per averle. Come altri cavalli di razza democristiani li facevano a lui. Però il potere per lui non era fine a se stesso, era un mezzo". Nell'intervista, Stefano ricorda anche i momenti difficili delle accuse di mafia.

 

stefano andreotti con la sorella serena

"Quando tutto comincia, dal punto di vista umano, mio padre era un uomo finito: non usciva più di casa, era impasticcato di schifezze che gli avevano dato per dormire e stare tranquillo, non faceva più niente. Una morte fisica e civile. Poi, ha avuto la forza di reagire. Lo ha fatto grazie a persone che gli sono state vicine, a cominciare dalla famiglia, ma anche a persone verso le quali aveva una grande venerazione. Due in particolare: Madre Teresa di Calcutta e Giovanni Paolo II. Ma, oltre le persone e la famiglia, è stata la fede la sua alleata: una fede vera che ha avuto fino alla fine e che lo portava a dire: 'Questo mi accade perché ho avuto tanto dalla vita'".

Licio Gelli e Giulio Andreottiandreotti sessa giovanni paolo ii giulio andreottiGiulio Andreotti e la moglie Livia a Xi'an, in Cina, nel 1986giulio andreotti giovanni paolo ii giulio andreottiPAOLO CIRINO POMICINO GIULIO ANDREOTTIGIULIO ANDREOTTI