DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Cristiana Mangani per ''Il Messaggero''
La decisione deve arrivare in fretta e, all' interno del governo lo sanno: è troppo importante il ruolo dell' intelligence per tenere sospese le nomine dei nuovi vertici. E così, la soluzione per l' Aise e il Dis, il servizio segreto esterno e il Dipartimento per la sicurezza, potrebbe arrivare già da domani, mentre è ancora aperto lo scontro sul comandante generale della Guardia costiera, l' ammiraglio Giovanni Pettorino.
Alcune indiscrezioni danno l' alto ufficiale in uscita: non sarebbe stato gradito il suo comportamento riguardo alla questione della nave Diciotti e del carico di migranti soccorsi in mare. Anche se - trapela da fonti interne al Corpo - una eventuale sostituzione non cambierebbe la sostanza: «La Guardia costiera è tenuta per legge a effettuare i soccorsi in mare - spiegano - quando è a rischio la vita delle persone. Le regole sono scritte e sono molto chiare».
LA REPLICA
Sul caso, comunque, ha voluto gettare acqua sul fuoco il ministro Danilo Toninelli, dal quale i militari dipendono. «Buon lavoro ammiraglio Pettorino - ha scritto ieri mattina su Facebook il responsabile delle Infrastrutture - Ha la mia piena fiducia, continui nella sua incessante opera di monitoraggio dei nostri mari. Continui con il suo lavoro a capo della Guardia costiera che ci rende orgogliosi perché salva vite, tutela l' ambiente e garantisce legalità. Questo governo - ha poi aggiunto - farà la propria parte in sede europea per far rialzare la testa all' Italia e imporre la condivisione della gestione dei flussi migratori. Perché sia chiaro che chi sbarca in Italia sbarca in Europa».
Sull' ammiraglio, dunque, la battaglia è aperta. Anche perché per una precisa regola interna al Corpo la nomina del vertice è stabilita per anzianità. Pettorino, quindi, dovrebbe lasciare solo per raggiunti limiti di età. Almeno sulla carta.
Mentre va prendendo forma lo scenario che riguarda il cambio ai vertici dell' intelligence. Il ministro Matteo Salvini vorrebbe che venisse sostituito in fretta il direttore dell' Aise Alberto Manenti, al quale imputa una cattiva gestione della questione libica. In queste ore si fa con insistenza il nome del generale Giovanni Caravelli, già vice del servizio esterno dal 2014. A lui Manenti ha affidato il dossier libico.
Ed è forse proprio questo a costituire un freno alla sua nomina, il fatto di essere così vicino al suo predecessore, e anche a una trattativa che non sembra aver dato i risultati sperati.
IL NODO
Qualora naufragasse questa ipotesi di nomina, si aprirebbero più fronti, anche se il vero nodo, pare, sia il ricambio alla direzione del Dis, ora affidato al prefetto Alessandro Pansa. L' ex capo della Polizia è entrato nel cuore del premier Conte, con il quale ha creato un rapporto di stretta e continua collaborazione, ma non sarebbe ben visto da un' altra parte dell' esecutivo. Conte potrebbe decidere di affidare proprio a lui la delega ai servizi segreti che ora gestisce direttamente. Mentre al suo posto vengono accreditati, dal vice vicario Enrico Savio al segretario generale del ministero degli Esteri Elisabetta Belloni. Oltre a una serie di outsider, che continuano a rimanere in corsa.
Come dire che la partita è ancora aperta. Voci di Palazzo Chigi chiariscono che tra oggi e domani qualcosa dovrebbe succedere. A questo punto, l' importante è fare in fretta.
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