DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marco Bresolin per “La Stampa”
matteo salvini SILVIO BERLUSCONI
Ci sono almeno tre grandi ragioni che hanno imposto il cambio di rotta a Matteo Salvini. Fino a quattro giorni fa la sua posizione sul leader di Forza Italia era piuttosto chiara: «Berlusconi ha esaurito il suo mandato, nel futuro della Lega ci sarà una corsa solitaria» (settembre 2011); «Berlusconi ha già dato, si preoccupi di tenere Thiago Silva e Ibrahimovic al Milan, perché ha l’età per dedicarsi ad altro e non più alla politica» (luglio 2012); «La nostra gente non ne vuole sapere di un ritorno in campo di Berlusconi. Basta, basta per sempre» (ancora luglio 2012); «No, basta, pietà.
Paolo Romani Renato Brunetta Matteo Salvini Giovanni Toti foto Lapresse
Non ricominciamo con la Berlusconeide» (ottobre 2012); «La presenza di Berlusconi non aiuta a parlare di programmi e proposte concrete, speriamo in un centrodestra nuovo e pulito» (dicembre 2012); «Con Berlusconi in campo non è possibile alcun accordo» (gennaio 2013); «A 80 anni tutti hanno il dovere e il diritto di lasciare spazio ad altri» (maggio 2014); «Berlusconi è il tappetino di Renzi» (settembre 2014); «Io goleador e Berlusconi regista? Nel mio modulo il regista non è previsto» (dicembre 2014); «Lui è il passato, non può fare il leader» (marzo 2015).
SALVINI CON LA MAGLIETTA E IL LOGO NOI CON SALVINI 5
Da qualche giorno, invece, Salvini sembra innamorato pazzo dell’ex premier. «Se ci fosse Berlusconi al governo, il caso dei marò sarebbe già risolto» (Il Tempo, 25 agosto); «Ho una grande nostalgia di Berlusconi per quanto riguarda la politica estera» (Corriere della Sera, 26 agosto); «Un ticket elettorale con Berlusconi sarebbe la soluzione migliore» (Panorama, 27 agosto).
Le ragioni, raccontano in casa Lega, sono sostanzialmente tre. Prima di tutto Salvini non si aspettava che la sua proposta di bloccare l’Italia per tre giorni a novembre cadesse nel vuoto. Sperava in una sponda in Forza Italia, che non c’è stata. Ora sta cercando di convincere Berlusconi per evitare che l’iniziativa si riveli un grandissimo flop.
Poi c’è la questione meridionale. In via Bellerio tutti hanno preso atto del fatto che il progetto di Noi con Salvini si è rivelato fallimentare. Alcuni sondaggi interni dicono che al Sud non si sfonda e che quindi la corsa solitaria in caso di elezioni anticipate è assolutamente da evitare. Un accordo con Forza Italia è indispensabile, ovviamente sotto l’ombrello di un listone unico.
Già, ma con quale leader? Salvini è convinto che tocchi a lui: il treno è partito e non vuole più fermarsi. Il fatto è che dall’altra parte del centrodestra un leader come Salvini non convince. Troppo estremista, troppo alto il rischio di regalare i voti dei moderati a Renzi. E se alla fine ci si dovesse accordare su un leghista, Berlusconi ha lasciato intendere che sarebbero più graditi i governatori Maroni e Zaia. Quest’ultimo, fresco di rielezione, non vuole lasciare il Veneto. Al massimo se ne riparlerà per il 2018. Il presidente lombardo, invece, ultimamente ha abbandonato il suo rituale silenzio per farsi sentire su questioni nazionali. Scalpita. E allora Salvini ha iniziato a corteggiare Berlusconi
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