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I CINQUE STELLE, SEMPRE DALLA PARTE DEI DITTATORI – I GRILLINI AL PARLAMENTO EUROPEO SI ASTENGONO SULLA RISOLUZIONE CHE CONDANNA LA REPRESSIONE IN BIELORUSSIA E AFFERMA DI NON RICONOSCERE LUKASHENKO, AFFERMANDO CHE LA SUA UNICA COLPA È QUELLA DI “NON ESSERE ALLINEATO” – LA RIFORMISTA DEM PINA PICIERNO ASFALTA CONTE E SCHLEIN: “VORREI CHIEDERE AI TANTI MIEI COMPAGNI FULMINATI SULLA VIA DEL ‘CAMPO LARGO’ COSA NE PENSANO” – FILIPPO SENSI: “È UNA GROTTESCA VERGOGNA. CHE PENA"
PE, 'LUKASHENKO NON È LEGITTIMO PRESIDENTE'. M5S SI ASTIENE
(ANSA) - Il Parlamento europeo approva una risoluzione che condanna con fermezza la repressione in Bielorussia, denuncia le violazioni dei diritti umani da parte del regime di Minsk e afferma di non riconoscere Alexander Lukashenko come presidente legittimo del Paese.
Il testo viene approvato con 458 voti a favore, 18 contrari e 84 astensioni e ottiene sostegno bipartisan da parte degli eurodeputati italiani, con la sola eccezione dell'astensione della delegazione del Movimento 5 Stelle.
"Lukashenko è l'espressione più lontana dalla mia idea di politica, però nella risoluzione in votazione oggi il Parlamento europeo non ne riconosce la legittimità della presidenza. Questo non è l'unico caso: succede con il Venezuela, con Cuba, con la Georgia e ovunque ci siano governi non allineati alla politica estera di Bruxelles", spiega in una nota l'eurodeputato Della Valle, illustrando le ragioni dell'astensione.
"Il Parlamento europeo non adotta lo stesso approccio nella difesa dei diritti umani quando si parla di Arabia Saudita, Qatar o Israele, dove le vite dei palestinesi valgono meno di quelle degli animali da compagnia", aggiunge Della Valle.
Nel testo, gli eurodeputati riaffermano inoltre il sostegno alle forze democratiche guidate da Sviatlana Tsikhanouskaya, presente oggi in Aula a Strasburgo insieme al marito Siarhei Tsikhanouski, liberato a giugno dalle carceri bielorusse. La risoluzione chiede il rilascio immediato di tutti i prigionieri politici, il risarcimento delle vittime e l'organizzazione di nuove elezioni libere e regolari sotto osservazione internazionale.
Gli eurodeputati sollecitano infine l'Ue a rafforzare il sostegno alla società civile e ai media indipendenti bielorussi, a indagare sui crimini contro l'umanità e a proseguire le sanzioni contro i responsabili della repressione e della complicità nella guerra russa contro l'Ucraina.
FOTOMONTAGGIO DI GIUSEPPE CONTE COME LUKASHENKO CON PUTIN
BIELORUSSIA: SENSI, 'ASTENSIONE M5S SU LEGITTIMITA' LUKASHENKO UNA VERGOGNA, CHE PENA'
(Adnkronos) - "L'astensione dei Cinque Stelle in Europa sulla illegittimità di Lukashenko, nel giorno del premio Sakharov a un attivista bielorusso con la presenza in aula di Sviatlana Tsikhanouskaya, è una grottesca vergogna. Mi ricordo i 5 stelle in conferenza stampa con la leader bielorussa. Che pena". Lo scrive sui social il senatore del Pd Filippo Sensi.
Picierno, 'no a alleanza con M5s che si astiene su Lukaschenko'
(ANSA) - "Vorrei chiedere ai tanti miei compagni fulminati sulla via del "campo largo" cosa pensano dell'astensione del Movimento 5 Stelle sulla risoluzione del Parlamento europeo che riconosce Lukashenko come un dittatore, peraltro nel giorno in cui viene conferito il Premio Sacharov ad un attivista bielorusso e l'Aula ascolta commossa la testimonianza di Tikhanovskaya e di suo marito Sergei Tikhanovsky".
VLADIMIR PUTIN E GIUSEPPE CONTE
Lo scrive sui social Pina Picierno (Pd), vicepresidente del Parlamento europeo. "E ancora: cosa pensano delle motivazioni usate per giustificare quel voto: secondo autorevoli esponenti dei 5 Stelle, autocrati e dittatori verrebbero condannati dalle istituzioni europee solo perché "non allineati". Mi chiedo: una posizione del genere sulla democrazia e sullo Stato di diritto può essere compatibile con qualsiasi ipotesi di alleanza progressista? Io credo di no. Per questo torno a chiedere chiarezza - e la definizione di linee rosse precise - se vogliamo essere davvero una proposta credibile di alternativa di governo", conclude Picierno.
Quei toni alti per coprire le ambiguità sull'Ucraina
Massimo Franco per il “Corriere della Sera”
MEME SU GIUSEPPE CONTE E ELLY SCHLEIN - BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
[…] Le opposizioni cercano di incalzare Giorgia Meloni, imputandole una larvata «equidistanza» tra Washington e Kiev, mentre la premier conferma il sostegno pieno all’Ucraina.
E si difende dalle critiche degli uomini vicini al suo vice Matteo Salvini: critiche velenose, simili a quelle del M5S e della sinistra di Avs. Il leghista Claudio Borghi in Senato, ha dichiarato che «non è sostenibile un ingresso dell’Ucraina nell’Ue». E poi: «Non è spiegabile ai cittadini che per la sanità non ci sono soldi e per i missili sì». Si riferiva alle armi all’Ucraina.
E il suo affondo deve essere apparso così scivoloso da spingere la premier a replicargli subito. «Non è esattamente così, come lei sa, vista la legge di bilancio», ha detto a Borghi con un filo di irritazione. «Però mi dà la possibilità di ricordare anche qui cosa abbiamo fatto sulla sanità, e per gli ospedali». È il paradosso di questa fase. Sembra che ci si combatta più tra partiti contigui che tra avversari. Soprattutto tra centrodestra, e populismo di estrema destra.
angelo bonelli elly schlein nicola fratoianni e antonio conte - manifestazione pro gaza a roma
Forse perché la sinistra governa ormai soltanto in uno dei ventisette Paesi dell’Ue, la Spagna. E la vera spaccatura è sulle alleanze internazionali: sul sostegno politico e militare all’Ucraina opposto a quello, larvato o ostentato, a favore della Federazione Russa.
Ma va detto che la contraddizione non è un monopolio della maggioranza di destra in Italia. Anzi. I dubbi che una parte del Pd esprime alla segretaria Schlein sull’asse con il M5S e con Avs nascono proprio dall’atteggiamento di questi alleati contro la strategia europea: un regalo alla Russia.
I Cinque Stelle martellano da mesi contro il riarmo dell’Ue. E a Strasburgo si sono astenuti su un testo che bollava il presidente bielorusso Lukashenko, vassallo di Vladimir Putin. Aspetto più inquietante, secondo alcuni esponenti del Pd, i Cinque Stelle dicono che la «colpa» degli autocrati sarebbe solo di essere «non allineati». Non bastasse, le opposizioni sono divise sull’invio di truppe in Ucraina, mentre la destra è compatta nel no: un ordine sparso che permette al governo di additare le ambiguità avversarie.
giuseppe conte e vladimir putin
meloni calenda schlein conte
ALEKSANDR LUKASHENKO VLADIMIR PUTIN
vladimir putin aleksandr lukashenko foto lapresse
vladimir putin osservato da una guardia foto lapresse
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