IL BANANA IN BAMBOLA - FERRARA METTE IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ANNUNCIO DI BERLUSCONI, DISPONIBILE A NON RICANDIDARSI, E’ TARDIVO’’ - ANCHE L’ENDORSEMENT PRO-MONTIBUS “NON TIENE CONTO DEL PERCORSO POLITICO DI CARATTERE UNITARIO CHE MONTI HA COMPIUTO” - CHE FARE, ALLORA? BOH! DIETRO IL BLA-BLA, ANCHE L’ELEFANTINO NON SA DOVE APPOGGIARE LA PROBOSCIDE….

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PATONZA RETARD - L'ANNUNCIO DI BERLUSCONI (DISPONIBILE A NON RICANDIDARSI) E' TARDIVO

Da "il Foglio"

L'annuncio di Silvio Berlusconi, disposto a non candidarsi pur di creare le condizioni per un'ampia intesa tra i moderati, è stato giudicato tardivo, e non senza ragioni. Che fosse impossibile riunire attorno a lui una coalizione competitiva era già chiaro da tempo, la stessa ricerca di appoggi individuali per tenere in piedi il suo ultimo governo ne era la dimostrazione. Anche l'argomento, l'esigenza di mettere insieme tutti quelli che non desiderano che a governare l'Italia sia una coalizione di centrosinistra è un po' datato.

Sono quasi vent'anni che si alternano coalizioni costruite "contro" e si sono dimostrate tutte incapaci di produrre una coesione sufficiente per realizzare il proprio programma. Ciò detto, constatato cioè che la proposta del rassemblement moderato è stata avanzata in ritardo e sulla base di un'indicazione politica debole, bisogna domandarsi se sia troppo tardi, e se esistano comunque gli spazi per riempire uno schema di alleanze ancora poco robusto di argomenti e contenuti convincenti, tali da renderlo effettivamente competitivo non solo sul piano numerico.

Togliere di mezzo le ostilità personali tra i leader del centrodestra è la condizione necessaria ma non sufficiente per aprire un confronto sulla prospettiva che, in ogni caso, non può essere di ripetizione di un bipolarismo distruttivo. Non per una mera questione di buon gusto, ma perché le condizioni dell'Italia e le minacce tuttora incombenti debbono preservare un minimo di intesa bipartisan su aspetti essenziali della politica economica e del rinnovamento istituzionale. E' il patrimonio politico che è stato accumulato in questi mesi di collaborazione comune con il governo tecnico, e non va disperso.

D'altra parte non avrebbe senso alludere alla possibilità di affidare a Mario Monti la guida della coalizione moderata senza tener conto, oltre che della sua originaria impostazione liberale, del percorso politico di carattere unitario che ha compiuto e che lo caratterizza.

Serve poi una riflessione sulle ragioni che hanno portato all'insuccesso i governi moderati dell'ultimo periodo (come peraltro quelli di centrosinistra), che non risiedono solo nella complessità del sistema istituzionale o nell'iniziativa degli avversari.

Anche se si pensa che ci sia stata una preclusione all'inserimento nello stato della rappresentanza politica dei moderati nelle forme che ha assunto concretamente, non si può sfuggire alla questione del come sormontare questa preclusione. Berlusconi ha aperto, tardi e male quanto si vuole, lo spazio per questo confronto, che resta comunque assai arduo. Toccherà agli interlocutori naturali scegliere se accettare la sfida per la costruzione di un'alternativa competitiva al centrosinistra o preferire la ricerca di un ruolo ancillare.

 

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