DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Alessandra Ghisleri per "La Stampa"
Sei italiani su dieci credono in Mario Draghi. Un dato interessante che fa ancora più effetto se si pensa che a novembre erano appena il 33,8%. La fiducia è una componente sostanziale nelle nostre decisioni e determina la maggior parte delle scelte del nostro percorso di vita. È descritta come un'emozione o un sentimento, tuttavia viene definita anche come un atteggiamento, verso altri o altro o verso sé stessi. In sostanza esprimendo la nostra fiducia attribuiamo potenzialità conformi ai nostri desideri sia che possa essere presunta o di garanzia.
Spesso, soprattutto nei momenti più complicati, abbiamo bisogno di credere in qualcosa o in qualcuno per avere anche solo una minuscola speranza di una buona riuscita o di un successo. Così mentre ci arrovelliamo sulle alchimie politiche ci stiamo rendendo conto che abbiamo bisogno di interventi sostanziali e immediati per il Paese.
Lo spettacolo che la politica ci ha offerto negli ultimi mesi di certo non è parso confortante. La concertazione su ruoli, nomine, traccheggi e mercanteggiamenti non ha aiutato la stima ed il credito nei confronti dei partiti che hanno portato avanti le loro battaglie nel palazzo - e davanti alle telecamere -, mentre la gente si domandava se si rendessero conto di quanto stava accadendo nel Paese reale.
Uno tra i dati che confermano questo stallo risiede anche nell'aumento del partito degli "Indecisi e degli Astenuti" che nel giro di un paio di mesi è riuscito a guadagnare 7 punti in percentuale passando dal 27% al 34% proprio nel pieno della crisi politica nazionale. In questa indicazione si sono ritrovate in maggioranza le donne e gli over 65 anni residenti per la maggior parte al Sud e nelle isole.
Di fronte a tutto questo, le parole del presidente della Repubblica hanno tuonato forte nelle case degli italiani che si sono riconosciuti nelle angosce e nelle speranze sottolineate nelle dichiarazioni di Sergio Mattarella. Il suo appello è stato fatto a tutte le forze politiche presenti in parlamento affinché conferiscano la loro fiducia a un governo di alto profilo, indicando così una strada nuova per una ricostruzione sotto la guida - possibile - di Mario Draghi.
La chiamata di "super" Mario è stata letta dai cittadini come una garanzia di qualità per il loro futuro e quello dell'intero Paese. Un chiaro momento di responsabilizzazione - sembrerebbe a tempo - della politica per reindirizzare il destino della nazione.
In maggioranza gli elettori hanno individuato in questo intervento una chiamata per salvaguardare i sacrifici fatti dagli italiani in questo anno complicato e per quelli che verranno.
giuseppe conte in diretta facebook 2
L'ex presidente della Bce è stato spesso chiamato in causa soprattutto nei momenti di difficoltà del Paese, tuttavia l'indice di fiducia in quei momenti pre-crisi (10 novembre 2020 33,8%) ha sempre offerto percentuali relativamente contenute. In quei passaggi, sicuramente delicati, la fiducia degli italiani era ancora concentrata sul governo Conte che si attestava tra il 37% e il 38% e sullo stesso Giuseppe Conte con il 42,5%.
Con il montare della crisi anche l'indice di fiducia di Mario Draghi è cresciuto in maniera proporzionale fino ad arrivare al 62% nella rilevazione del 5 febbraio e chissà quali potranno essere ancora gli sviluppi di questa crescita. Il riconoscimento attuale nei suoi confronti è trasversale con percentuali massime tra gli elettori di tutti i partiti, anche per Fratelli d'Italia; solo i 5 Stelle si attestano intorno a valori 18 punti al di sotto della media nazionale.
delegazione di fratelli d italia dopo le consultazioni con draghi 2
Ad oggi Mario Draghi è identificato come una persona concreta, coerente e sicuramente rassicurante a cui il 55,4% degli italiani affiderebbe i propri risparmi. Una figura istituzionale, senza profili social, low profile, ma con un incredibile bagaglio di competenze riconosciute. In tutto questo è noto che un governo inizia il suo declino nel momento del suo giuramento, proprio perché iniziando ad amministrare si devono fare delle scelte che potranno comunque scontentare qualcuno.
In molti hanno portato ad associare la figura di Mario Draghi a Mario Monti. È doveroso ricordare che il governo di Mario Monti al suo esordio nel novembre 2011 registrava un 64,1% di indice di fiducia e il presidente appena incaricato il 66,8%. Nel mese di febbraio 2012 l'indice di fiducia del governo era già sceso al 51,4% e quello del suo presidente al 54,5%. Al 20 luglio del 2012 le rispettive fiducie rilevavano un 36% e un 38,7% dati che pur con piccole oscillazioni si sono mantenuti fino all'esito delle elezioni politiche nazionali del 2013.
Tuttavia oggi, a domanda diretta, ben il 62,1% non trova ragione in questo paragone. Osservando poi i protagonisti della politica che hanno sfilato nel doppio giro di consultazioni con il presidente incaricato Mario Draghi si è registrata - tra gli elettori - ancora una volta l'impressione di una loro navigazione a vista in netto contrasto con una nuova possibile visione di Paese. Affermava Mao Zedong: «Grande è la confusione sotto il cielo quindi la situazione è eccellente!».
MARIO DRAGHIil presidente dell eurogruppo juncker a destra in una rara foto con mario draghi e mario monti aspx mario draghi a piazza affarimario draghi al meeting di rimini 1mario draghi christine lagardePapa Francesco e Mario Draghimario draghi mario draghi 3MARIO DRAGHI E SILVIO BERLUSCONIMario Draghi a Napolimario draghi SERGIO MATTARELLA MARIO DRAGHIsilvio berlusconi mario draghi MARIA SERENELLA CAPPELLO E MARIO DRAGHI Draghi e Schaeublemario draghi arriva al quirinale
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