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TE LO DO IO IL FUHRER - “IN FOTO COME HITLER”: IN GERMANIA SI DIMETTE IL LEADER DEL MOVIMENTO RAZZISTA PEGIDA - IN UN VIDEO SLOGAN CONTRO GLI STRANIERI “BESTIAME E MUFFA” - ESPLODE LA POLEMICA: ESPONENTI LOCALI DEL PARTITO DELLA MERKEL VOGLIONO DIALOGARE CON PEGIDA

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1. IN FOTO COME HITLER, VIA IL LEADER DI PEGIDA

Andrea Tarquini per “la Repubblica”

 

La foto sui social media di Lutz Bachmann, il leader e fondatore del movimento razzista e xenofobo Pegida, che si è ritratto coi capelli unti e il baffetto alla Hitler ha provocato non soltanto scandalo: ha costretto alle dimissioni Bachmann, ha aperto la crisi fra i sostenitori del movimento, e ha dato nuovo impeto ai suoi avversari democratici.

Lutz Bachmann con il taglio alla HitlerLutz Bachmann con il taglio alla Hitler

 

Ieri a Berlino sono scesi in piazza i manifestanti di entrambi i fronti: per Pegida, il movimento razzista e xenofobo tedesco con contatti sia con la galassia neonazista sia con i populisti in doppiopetto di Alternative fuer Deutschland, è stata una giornata nera. Bachmann, smascherato dai media, s’è dimesso dopo aver posato con i baffetti finti alla Hitler ma anche per avere lanciato in un video slogan contro gli stranieri, definiti «bestiame e muffa».

 

E a Lipsia, la più vitale metropoli della ex Germania dell’Est dove sia Pegida sia l’ultradestra hanno i loro bastioni, ieri i manifestanti contro il movimento di Bachmann erano tre o quattro volte più numerosi dei loro avversari di destra.

 

lutz bachmann capo del movimento pegidalutz bachmann capo del movimento pegida

La caduta di Bachmann pone gravi problemi a Pegida, il movimento che ha l’arroganza di dire «Wir sind das Volk», Noi siamo il popolo, come gridavano nel 1989 i dimostranti per Gorbaciov e la perestrojka, sfidando la Stasi di Honecker. Già indagato e denunciato dai media d’ogni sponda come pregiudicato per traffico di droga e presunti contatti con organizzazioni criminali legate, fra l’altro, a contrabbando e prostituzione, il fondatore di un improbabile Front National in salsa tedesca è finito nella sua stessa trappola.

 

Non sono bastate le scuse ufficiali, la pretesa volontà di ricorrere a una parodia con allusioni a Er ist wieder da (Lui è tornato, nel titolo dell’edizione italiana), il libro satirico di humor nero su un immaginario, fantapolitico risveglio di Hitler nel mondo d’oggi. Le spiegazioni non hanno convinto nessuno. Kathrin Oertler, economista, madre di tre figli, amica di Bachmann da tempo, ha preso il suo posto alla guida del movimento.

 

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Oertler, però, secondo gli osservatori potrebbe rivelarsi persino più pericolosa, anche per l’abilità dimostrata nei più seguiti talkshow televisivi: «Noi siamo il popolo, chi attacca me attacca tutta la Germania; noi denunciamo errori dei partiti storici nell’accogliere troppa immigrazione», ha detto mentre era ospite domenica scorsa di Guenther Jauch, il principe dei talkmasters tedeschi, lei perfetta bionda platinata, vestita in nero come Marine Le Pen.

 

E nessuno dei presenti al talkshow, nemmeno il conduttore, l’hanno contrastata.

«Travestirsi da Hitler era solo un gesto satirico, ma quei commenti di Bachmann sugli stranieri sono assolutamente inaccettabili per il nostro movimento e per tutti», ha subito detto a caldo la nuova leader Frau Oertler, dopo le dimissioni del suo predecessore.

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Immediato e duro il commento del governo federale: «Chiunque si travesta in pubblico da Hitler», ha detto Sigmar Gabriel, il vicecancelliere e leader della Spd, «o è un totale idiota oppure è un vero nazista».

 

Pegida comunque divide sempre di più la grosse Koalition al potere a Berlino: la Spd e la cancelliera democristiana Angela Merkel condannano il movimento come «un gruppo dal cuore freddo e carico di odio» (parole di Merkel negli ultimi giorni). Ma esponenti locali della CduCsu (il partito della cancelliera) chiedono di aprire un dialogo con Pegida e con i suoi simpatizzanti. In piazza, la maggioranza della Germania era contro i nuovi populisti nel cuore dell’Europa.

 

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2. MA LE NOSTRE PIAZZE ORA SI RIEMPIONO PER RESPINGERE UN PASSATO CHE FA PAURA

Testo di Peter Schneider raccolto da Andrea Tarquini pubblicato da “la Repubblica”

 

QUEL numero di Lutz Bachmann, coi baffi da Hitler davanti a un video, è stato il passo di troppo con cui lui, pregiudicato per traffico di droga e altri delitti, si è smascherato da solo. Ma in queste ore della sua caduta, lasciatemi invitarvi a guardare a un altro fenomeno: in ogni città in cui Pegida continua a scendere in piazza, le contromanifestazioni — come poche ore fa a Lipsia e altrove all’Est della Repubblica federale — hanno raccolto in media un numero di partecipanti da tre a quattro volte superiore a quelli del nuovo movimento.

 

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Non abbassiamo la guardia, teniamo presente che un embrione di Front National può nascere anche in Germania. Ma prima di tutto, guardiamo all ’essenziale: quelle folle immense di manifestanti anti-Pegida sono un segnale all’Europa e al mondo della Germania-paese reale. I tedeschi vogliono dire e dimostrare di restare una nazione ben vaccinata dai virus dei populismi xenofobi, delle nostalgie, dei “no” alla democrazia, dicono chiaro e tondo in piazza che proprio perché ricordano il loro passato vogliono continuare a essere una democrazia multiculturale, tollerante, aperta al mondo.

 

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Certo, quelle immagini di Lutz Bachmann coi baffetti, in quella che secondo lui era un’allusione ironica a “Er ist wieder da” (“Lui è tornato”, anche voi italiani conoscete il libro satirico che immagina che Hitler si risvegli nel mondo attuale), hanno passato il segno.

E lui si è smascherato.

 

Ma non è solo per questo che, credo, Pegida difficilmente riuscirà a continuare a portare in piazza ogni lunedì migliaia e migliaia di persone. Prima di tutto, insisto, gioca contro di lei la reazione della piazza democratica: ammesso che i tedeschi di oggi vogliano contarsi in strada, i democratici d’ogni colore che dicono di “no” a un potenziale embrione di Front National francese in salsa germanica sono 3-4 volte più numerosi dei loro avversari, per fortuna dell’Europa e del mondo.

 

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Ve lo dico io, che ho investito tempo, energie, risorse personali nella nuova iniziativa contro il “Fremdenhass”, contro l’odio verso gli stranieri. Probabilmente Pegida avrà una metamorfosi in partito, magari in progressiva simbiosi con Alternative fuer Deutschland, la nuova forza politica a destra della CduCsu.

 

Potremmo quindi vedere anche in Germania, ma in formato ridotto, sviluppi che altrove — dall’Italia della Lega di Salvini alla Scandinavia, dall’Olanda al caso limite della Francia di Marine Le Pen che sogna di entrare all’Eliseo — hanno ben altre dimensioni. Ciò detto, io ho letto i 19 punti del programma di Pegida e nessuno di questi è esplicitamente xenofobo, razzista o estremista. L’ostracismo e la demonizzazione con cui i partiti storici hanno risposto a Pegida quale movimento di insoddisfatti, rischia di rafforzare i caratteri più inquietanti del movimento stesso.

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Infine, non dimentichiamo che nella Germania d’oggi, al contrario che in molti altri paesi Ue, non vediamo intellettuali e leader politici di grande stoffa e calibro schierati coi populisti. E riflettiamo ancora un attimo su un punto: la maggioranza dei tedeschi, specie giovani, vanno in piazza contro Pegida. E non al suo fianco.

angela merkeli leader visti dall'artista cristina guggeri angela merkeli leader visti dall'artista cristina guggeri