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DAGOREPORT: ALLARME VANNACCI! SE L’AMBIZIONE DETERMINATISSIMA PORTASSE IL GENERALISSIMO A FAR SUO IL MALCONCIO CARROCCIO, PER SALVINI SAREBBE LA FINE - E IL "VANNACCISMO ALLA VODKA", CIOE' FILO-RUSSO, ALLARMA NON POCO ANCHE GIORGIA MELONI – CON LA CONQUISTA DI CIRCA UN TERZO DEL CONSENSO ALLE EUROPEE, VANNACCI POTREBBE FAR DIVENTARE LA "PREVALENZA DEL CREMLINO" GIA PRESENTE NELLA LEGA DI “SALVINOVSKIJ” DEFINITIVAMENTE DOMINANTE - L’EX PARÀ SI BAGNA PARLANDO DI PUTIN: “NEGLI ULTIMI VENT’ANNI, HA FATTO RIFIORIRE LA RUSSIA’’ - SE RIUSCISSE A ESPUGNARE LA LEGA, IL GENERALISSIMO CHE FARÀ? MOLLERÀ LA "CAMALEONTE DELLA SGARBATELLA", CHE ABBRACCIA ZELENSKY E ELOGIA GLI UCRAINI PER LA LORO “RESISTENZA EROICA”, DECISO A SFIDARE I FRATELLINI SMIDOLLATI D’ITALIA CHE HANNO MESSO IN SOFFITTA IL BUSTO DEL DUCE E I SILURI DELLA DECIMA MAS? - I VOTI DELLA LEGA SONO IMPRESCINDIBILI PER VINCERE LE POLITICHE DEL 2027, DOVE L’ARMATA BRANCA-MELONI DUELLERA' CON UN INEDITO CENTROSINISTRA UNITO NELLA LOTTA...
DAGOREPORT
MATTEO SALVINI - VLADIMIR PUTIN - ROBERTO VANNACCI - MEME BY EDOARDO BARALDI
Nel ricco menù del Belpaese, tra un risottino alla milanese e una cacio e pepe alla romana, tanto per non farci mancare niente, fece capolino sulle tavole del potere un nuovo piatto: le pennette alla vodka.
La "Prevalenza del Cremlino" in Italia è una lunga e singolare storia che dalle Botteghe Oscure di Togliatti è poi rimbalzata a Villa Certosa, la sontuosa residenza sarda di Silvio Berlusconi, dove Vladimir Putin è stato riverito ospite in diverse occasioni, per approdare in Padania.
E' qui necessario un riepilogo dell'attrazione fatale tra l'Orso russo e i pulcinella de' noantri. Caduto l’ideologo del Bunga Bunga, la "Prevalenza del Cremlino" riciccia in maniera oscura e inquietante con il governo Conte-2.
SALVINI CON LA MAGLIA DI PUTIN
Nella lotta contro l’infezione da coronavirus, nel marzo del 2020 Palazzo Chigi autorizza l’ingresso nel nostro paese di 230 i militari russi guidati dal generale Sergey Kikot per la disinfestazione di strutture e centri abitati nelle località infette. Ufficialmente si trattava di una missione umanitaria, ma poi si viene a sapere, passando ai raggi x la composizione del contingente, che erano stati mandati quasi tutti soldati e solo alcuni ufficiali medici... Tutte spie col camice bianco?
La liason pericolosa tra Putin e il leader della Lega ieri ha scatenato su “Repubblica” la penna del massimo “archivista” del bordello tricolore. Così Filippo Ceccarelli si cucina allo spiedo “Salvinovskij”, fin dal suo primo viaggio a Mosca nel 2014 (“Città pulita, non c'è un rom, non c'è un clandestino, alle 2 di notte le ragazze prendono la metro e tornano a casa tranquillamente”).
Sempre accompagnato dal suo portavoce, Gianluca Savoini, profeta dell'”Eurasia dei popoli” e globetrotter dell'Associazione Lombardia-Russia, Salvini spunta sui divani dell'hotel Metropol, dove qualche barbafinta "captò i colloqui tra mercanti russi di carburante e compratori italiani che sembravano un po' Totò e Peppino, ma dai resoconti stenografici mettevano a disposizione di Mosca pezzi di politica estera nazionale’’.
Il governo Salvini-Conte naufragò anziché sulla spiaggia del Papeete, dove il “Capitone” in preda al mojito chiese elezioni anticipate e “pieni poteri”, bensì, ipotizza Ceccarelli, “forse è saltato anche per via di quegli impiccetti petroliferi”. “Il Capitano è stato il primo politico italiano a riconoscere la legittimità del referendum con cui Putin si è ripresa la Crimea e anche il primo a chiedere la fine delle sanzioni”, aggiunge la firma di “Repubblica”.
MATTEO SALVINI CONTESTATO IN POLONIA CON LA MAGLIETTA DI PUTIN
L'amour fou di “Salvinovskij” per "Mad Vlad" era già arrivato a un punto di non ritorno In un post del 2015 (poi rimosso) in cui scriveva: "Cedo due Mattarella per mezzo Putin". Partito l'embolo, nel 2017, "ormai in accentuata transizione sovranista, incontra il ministro Lavrov e firma un accordo di collaborazione tra la Lega e il partito di Putin, Russia Unita”.
MATTEO SALVINI CON MAGLIETTA DI PUTIN AL PARLAMENTO EUROPEO
La nemesi scocca l’8 marzo 2022 quando l’immarcescibile padano decide di avventurarsi in “missione umanitaria” visitando una cittadina polacca vicino al confine con l’Ucraina. A Przemysl, ad accoglierlo, si ritrova davanti un sindaco incazzatissimo che lo sputtana donandogli una maglietta con l’effige di Putin, suo classico outfit in trasferta a Mosca, e rievocando la passata vicinanza del segretario leghista al leader russo, e invitandolo ad andare al confine ucraino, per condannare lo Zar del Cremlino.
LA PREVALENZA DEL CREMLINO - VIGNETTA DI ELLEKAPPA
Correva sempre l’anno di disgrazia 2022 quando Mario Draghi, giunto al capolinea del suo governo, mette il dito nella piaga e affonda il colpo. Riporta Tommaso Ciriaco su “la Repubblica” del 17 settembre 2022: “Manca solo il nome, ma non serve un esperto in crittologia per decifrare il messaggio di Mario Draghi: "Lo sappiamo, c'è quello che ama i russi alla follia, vuole togliere le sanzioni e parla tutti i giorni di nascosto con loro... Ma la maggioranza degli italiani non lo fa e non vuole farlo".
"Pochi minuti prima, il premier aveva detto: "Non sono d'accordo con Salvini quando attacca le sanzioni". Tutto molto chiaro, insomma. Una mossa esplicita dell'ex banchiere nel cuore della campagna elettorale, un invito a scegliere: di qua gli amici di Putin e Orban, di là gli euroatlantisti".
Sfanculati i toni diplomatici, l’ira funesta di Draghi, nella sua ultima conferenza stampa da premier, tocca il suo climax quando ringhia su non identificati “Pupazzi prezzolati”: “La democrazia italiana è forte, non si fa battere dai nemici esterni e dai loro pupazzi prezzolati. È chiaro che negli ultimi anni la Russia ha effettuato un'opera sistematica di corruzione in tanti settori, dalla politica alla stampa, in Europa e negli Stati Uniti".
Allo sfogo di Draghi, si aggiunge poi il presidente ucraino Zelensky ricordando che ci sono ancora “troppi propagandisti pro-Putin in Italia’’ e anche per questo Kiev ha intenzione di preparare e condividere una lista di “propagandisti russi e affaristi che hanno delle connessioni profonde con la Russia e aggirano le sanzioni”.
I guai del nostro “Salvinovskij”, alla guida di un partito spiaggiato all’8,5%, con i tre governatori leghisti in aperto conflitto alla sua linea sovranista-populista che ha imbarcato alla vice-segreteria del Carroccio l’ex parà della Folgore, Roberto Vannacci, deflagrano davanti al 30% dei consensi di cui, da tre anni, gode la diabolica Giorgia Meloni, protagonista di un trasformismo senza limitismo.
La Pasionaria della Fiamma, che il giorno della conquista di Palazzo Chigi ringhiava che "è finita la pacchia" a Bruxelles e faceva votare all'Europarlamento Fratelli d'Italia a favore dell'Ungheria del filo-putiniano e anti-UE, Viktor Orban, è passata senza un plissé a un totale filo-atlantismo: eccola scambiarsi smorfie e occhioni svenuti prima con Biden e poi con Trump, viaggi a Lampedusa e in Tunisia con la democristiana Ursula von der Leyen, baci e abbracci con Zelensky, elogiando gli ucraini per la loro “resistenza eroica”.
WOJCIECH BAKUN CONSEGNA POLEMICAMENTE A SALVINI LA MAGLIETTA DI PUTIN
A “Salvinovskij” non resta che il compito di intralciare l’azione della Camaleonte della Sgarbatella continuando a spargere l’idea di una guerra ormai inutile, il cui esito in favore di Mosca non è più in discussione. E quindi sarebbero inutili gli aiuti militari, quelli economici, il sostegno politico. Le spese militari chieste dal ministro della Difesa? Crosetto se le può mettere in quel posto...
Ma nel suo compito di disinformazione e destabilizzazione, il “Capitone” passato dal mojito alla vodka viene sorpassato dal Generalissimo Vannacci, un nostalgico della Decima Mas che vanta un clamoroso bottino di 532 mila voti alle Europee del 2022 come “indipendente” della Lega, senza i quali il partito fondato da Bossi avrebbe potuto scendere al 6,7 per cento. E con tutta probabilità oggi Matteo Salvini avrebbe dovuto lasciare la guida del partito.
GENERALE ROBERTO VANNACCI - L ARIA CHE TIRA
Aggiungere che in casa nostra l'ambiziosissimo europarlamentare Roberto Vannacci è stato preso sotto gamba da tutti, sbertucciato come un soggettone da commedia all'italiana, del tipo "Arrivano i Generali". Invece, il personaggio l'aveva capito subito Guido Crosetto, che lo denunciò sospendendolo dalla carica militare. Infatti, oggi è lampante che il vannaccismo alla vodka non ha il minimo timore di voler far fuori l'inetto Salvini e mandare a quel paese l’atlantista filo-ucraina Meloni. Anzi, non vede l’ora, visti i suoi trascorsi moscoviti.
salvini con la maglietta di putin
"Arrivato all’ombra del Cremlino già a Natale 2020 (l’incarico ufficialmente partiva a febbraio 2021), Vannacci sarebbe riuscito a stabilire con sorprendente rapidità ottimi contatti con i militari russi’. Secondo quanto racconta ‘’La Stampa’’, che cita “fonti di altro livello politico e militare a conoscenza del dossier Vannacci” i problemi partirebbero dai suoi rapporti con “alcuni consessi e think tank russi” considerati “borderline”, tra quelli che frequentava a Mosca’’.
L’articolo del giornale diretto da Malaguti continua, precisando: ‘’Quando l’esercito russo a settembre tiene una massiccia esercitazione, che preoccupa le intelligence anglosassoni (e secondo alcuni sarà poi decisiva per preparare l’invasione dell’Ucraina) i resoconti di Vannacci sono molto rassicuranti’’.
roberto vannacci con un pesce in mano.
‘’Nell’ambito militare si notano le sue strette relazioni con il tenente colonnello incursionista Fabio Filomeni autore di un libro intitolato “Morire per la Nato?” e infine, si sottolineano le lodi per Mosca contenute nel libro ‘’Il Mondo al contrario’’’’.
L’ultimo show col colbacco di Vannacci è recente. Quando si fa intervistare da Maria Rosaria Boccia, grande esperta non solo di Sangiuliano ma anche di geopolitica, si lancia in un elogio di quel Figlio di Putin: “Negli ultimi vent’anni, ha fatto rifiorire la Russia. Tra Putin e Zelensky preferisco il presidente russo. Ha vent’anni di esperienza e ha dato prova delle sue capacità, il suo paese ora è considerato dai grandi della terra”. Gran finale, l’attacco a Zelensky: “Era un comico, il suo paese ha perso la sovranità”.
calendario di roberto vannacci
Nel caso, e nel caos, in cui riuscirà a espugnare la Lega, il Generalissimo che farà? Magari colui che elogia Putin (‘’Negli ultimi vent’anni, ha fatto rifiorire la Russia”) mollerà una Meloni che abbraccia Zelensky, elogiando gli ucraini per la loro “resistenza eroica”, deciso a sfidare i fratellini smidollati d’Italia che hanno messo in soffitta il busto del Duce e i siluri della Decima Mas? I voti della Lega sono imprescindibili per vincere le politiche del 2027, dove l’Armata Branca-Meloni si troverà a duellare con un inedito centro-sinistra unito nella lotta…
ROBERTO VANNACCI AD ANAGNI
sylvie lubamba con roberto vannacci
roberto vannacci alla presentazione del libro di matteo salvini
roberto vannacci al parlamento europeo 1
ROBERTO VANNACCI - ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCO FEDERIGHI PER IL FATTO QUOTIDIANO
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roberto vannacci
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