CHI SCOPA, VINCE! CHE SI CHIAMI BERLUSCONI O STRAUSS-KAHN, SI PARLA (E SI SCRIVE) SOLO DEI “CERCAMUTANDE” - IN FRANCIA ESCE IL 60ESIMO LIBRO SU DSK: UN ROMANZO COLPEVOLISTA SUGLI EVENTI DEL SOFITEL

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Paolo Modugno per "la Stampa"

Secondo Nicolas Baverez, il più famoso dei pamphlettisti parigini, «François Hollande è il figlio illegittimo di Nicolas Sarkozy e di Dominique Strauss-Khan». Nel momento in cui la Francia si interroga di nuovo sulla morale pubblica dei suoi dirigenti, e mentre si aspetta l'uscita del film di Abel Ferrara Welcome to New York, l'affaire Strauss-Khan è di nuovo alla ribalta.

Nel suo romanzo La ballade de Rikers Island lo scrittore Régis Jauffret, grande specialista dei fatti di cronaca mediatizzati, mette in scena lo scandalo dell'hotel Sofitel di New York nel quale l'ex direttore dell'Fmi è stato accusato dello stupro di una cameriera, Nafissatou Diallo. Nella sua ricostruzione nessun complotto. Si è ben trattato di uno stupro e la vittima, l'unica che porta il suo vero nome, è innocente.

Gli avvocati di Dsk promettono di fargli causa e di perseguire tutte le radio che - come France Inter il 16 gennaio, nel giorno dell'uscita del libro - si azzardino a dare la parola a Régis Jauffret. Quest'ultimo non si scompone. Già nel 2010, in occasione della pubblicazione del suo libro Sevère, sull'assassinio del banchiere Eduard Stern da parte della amante, aveva dichiarato: «Sono un romanziere, mento come un assassino, non rispetto né i vivi né i morti, né la loro reputazione, né la morale».

In Francia, sin dai tempi di Madame Bovary, i processi contro gli scrittori sono all'ordine del giorno. Ma se nel 1857 Gustave Flaubert se la cavò dall'accusa di offesa al pudore con un semplice «rimprovero», negli ultimi anni i processi per gli attacchi alla vita privata o per diffamazione vengono sistematicamente persi dagli editori. Secondo l'avvocato Pierre Langlais: «Oggi, la protezione della vita privata ha chiaramente il sopravvento sulla creazione letteraria. Chiunque si riconosce in un libro può far condannare l'autore e l'editore».

È successo recentemente, tra gli altri, a Christine Angot, Patrick Poivre d'Arvor, Michel Houellebecq... Lo stesso Dsk, l'anno scorso, ha già fatto condannare la casa editrice Stock e il Nouvel Observateur a, rispettivamente, 50.000 e 25.000 euro di multa nel caso Marcela Iacub, la scrittrice di origine argentina che nel romanzo Belle et bête raccontava la sua relazione con l'ex ministro senza mai citare il suo vero nome ma chiamandolo semplicemente «maiale».

È vero che il famoso uomo politico dalla spericolata vita sentimentale ha ispirato come non mai le pubblicazioni: si contano in tutto 58 titoli! E quando hanno chiesto a Emmanuel Carrère - colui che ha dato le sue lettres de noblesse al trattamento letterario dei fatti di cronaca - se fosse stato tentato da questo episodio, questi ha risposto: «Il lato shakespeariano di questa storia di un re decaduto è affascinante. Ero sicuro che un romanziere ci si sarebbe buttato a corpo morto.

Ma quest'affaire è quasi troppo eclatante". L'editore Jérôme Béglé, dichiara: «È sicuro che Dsk ha ucciso gli scrittori! Non possono fare meglio di lui su diversi piani: psicologia, tragedia, colpi di scena...».
Dopo il recente caso Dieudonné, la questione della libertà d'espressione torna nuovamente al centro del dibattito politico francese. Ma, come Tocqueville aveva previsto più di un secolo e mezzo fa, questo paese sembra inesorabilmente preferire l'uguaglianza alla libertà.

 

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