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Francesco De Remigis per "il Giornale"
Il trend italiano contagia i partiti francesi: cambiare nome per dare un'immagine meno vetusta. Soprattutto per proporre nuovi contenuti dopo la fine del bipolarismo decretato dall'avanzata del Front National. Già lo scorso anno Marine Le Pen aveva detto che l'argomento non era tabù.
Ora, dopo il Congresso di Lione che l'ha confermata a capo del movimento, i tempi sembrano maturi; nonostante papà Jean-Marie, fondatore nel 1972 del Front National, abbia definito scandalosa e indecente l'ipotesi. Già approntato un questionario per individuare la formula da proporre ai militanti, in vista delle presidenziali 2017.
matteo salvini e marine le pen ballano in pista 27
L'ultimo sondaggio di Atlantico.fr, a proposito della nuova denominazione, mostra una certa indifferenza (il 60%) tra i simpatizzanti del Front National. Difficile trovare invece qualcuno che esprima riserve sulla strategia di Marine: rieletta col 100% per cento dei voti a capo del partito Marine ha confermato di voler interpellare la base, e le prime stime dicono che il Front non perderà consensi neppure nell'elettorato più legato alle origini, e alle idee di papà Jean-Marie, con la possibilità di rosicchiarne altri a socialisti e neogollisti grazie a un nuovo «marchio». Dunque si procede.
Il primo partito a rimodellare il nome sulla scheda sarà l'Ump di Sarkozy. Ieri l'annuncio: alle elezioni provinciali di marzo ci sarà già un nuovo nome sulla scheda, seppure affiancato dall'acronimo Ump. Un processo graduale per la transizione neogollista, che dal 16 dicembre sarà guidata dal braccio destro di Sarkozy, Frédéric Péchenard.
Ex capo della polizia – ha diretto la campagna per la rielezione di Sarkozy a presidente del partito – avrà il compito di rimettere ordine in un cartello ancora diviso dopo la vittoria tutt'altro che netta di Sarko col 64% dei consensi.
Non solo Sarko ha bisogno di un nuovo nome, per attirare consensi (nuovi e vecchi: l'ex premier e avversario Villepin è già tornato suo sostenitore). Ma soprattutto il Ps di Hollande. L'aggettivo socialista è «superato», dice Manuel Valls al settimanale l'Obs delineando una strategia senza compromessi in vista del congresso del giugno 2015.
Insieme con Hollande sfiderà la gauche interna proponendo un cambio all'anagrafe, per il Ps, e di contenuti. Valls vuole un partito più liberale opposto alla minoranza di Martine Aubry e Arnaud Montebourg e vuol essere lui a esercitarne la patria potestà con un nuovo sigillo.
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