IN GALERAAA! I GRILLINI SALTANO SULLA TOGA, IL PDL GRIDA AL GOLPE E IL PD NON SA CHE PESCI PIGLIARE

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Lorenzo Fuccaro per il "Corriere della Sera"

Nel Pdl è un coro a sostegno di Silvio Berlusconi. Angelino Alfano lo invita «a non mollare», Paolo Bonaiuti fa notare che è «una sentenza che mira a demolire un leader politico votato da milioni di cittadini».

Daniela Santanchè ricorre a un paradosso: «Mi sono stupita che non hanno chiesto di metterlo direttamente in galera, o che facessero di più, che sparassero... Non so, mi sembra una cosa ridicola. Ribadisco il mio dolore per una questione ingiusta perché conosco il presidente Berlusconi».

Nell'altro lato del campo politico le reazioni sono assai variegate. C'è il Pd che, con una nota ufficiale, invita tutti a rispettare le decisioni della magistratura. Massimo D'Alema, per esempio, osserva che «le sentenze non si commentano e io non parlo con la pancia». Ma c'è anche Walter Veltroni che suggerisce al Cavaliere di «fare un passo indietro perché il Paese ha bisogno di voltare pagina dato che da venti anni è inchiodato alla figura di Berlusconi».

Argomentazioni analoghe a quelle di Nichi Vendola: l'ex premier «liberi il campo dalla sua presenza». Ci sono, però, anche due senatori di osservanza renziana (Andrea Marcucci e Mauro Del Barba) che invitano alla prudenza: «Berlusconi deve essere condannato dai cittadini nelle urne e non coi verdetti delle aule di giustizia. I partiti e il Parlamento sono chiamati a una prova di maturità: andare oltre e non farsi influenzare dalla condanna del leader del Pdl».

Dalle parti del M5S, al contrario, già si solleva l'ineleggibilità del Cavaliere. E si arriva, per bocca del deputato Alessandro Di Battista, ad affermare che «Berlusconi deve andare in galera, è indegno che sia un senatore e possa legiferare. Finché non andrà in galera questo Paese non sarà libero».

Tuttavia, sui risvolti politici si pongono una serie di interrogativi il coordinatore Sandro Bondi e l'ex capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto. E i loro interrogativi riguardano i possibili effetti sul governo della sentenza di Milano e sulle iniziative di una parte dei pm.

«È assurdo - argomenta Bondi - pensare che l'attuale governo possa lavorare tranquillamente mentre si massacra politicamente, attraverso un sistema giudiziario impazzito, il leader di uno dei partiti che lo sostengono».

Ed ecco il passaggio più rilevante, una sorta di appello, rivolto non soltanto al Pdl, ad affrontare una situazione che rischia di sfuggire di mano. Dice, infatti, Bondi che «bisogna soprattutto prendere una decisione prima che questa magistratura conduca l'Italia alla rovina».

Assai articolato il punta di vista di Cicchitto che muove dalla considerazione in base alla quale quella di Milano è «una sentenza da tribunale speciale». Non solo. «Accentua e fa fare un salto di qualità - aggiunge Cicchitto - alla criminalizzazione di Berlusconi ma colpisce anche i 9 milioni di elettori che lo hanno votato. Ed è anche un verdetto che punta a fare saltare il quadro politico esistente».

Ed ecco il punto politico: «È evidente che così la pacificazione salta ma non è nostra responsabilità né dell'attuale governo». Anche Cicchitto invita a un'assunzione di responsabilità.

«Lo stato di diritto è finito - sostiene - credo che sia legittimo alzare la più forte protesta. All'irresponsabilità di questo nucleo di magistrati e delle forze editoriali e finanziarie che lo sostengono va risposto con senso di responsabilità per quel che riguarda il quadro politico. Siamo al limite dell'eversione e quindi al colpo di Stato».

 

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