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DIO PERDONA, GLI EVANGELICI NO - IN GERMANIA ANCHE LE CHIESE EVANGELICHE SPINGONO SUL RIARMO E CARICANO I FUCILI: “IL PACIFISMO ASSOLUTO NON BASTA PIÙ” – PER DEFINIRE UNA "PACE GIUSTA", "PUÒ ESSERE NECESSARIO L'USO DELLA FORZA" PER QUANTO COME "ULTIMA RATIO". PER IL "MONDO IN DISORDINE" SERVE ANCHE “LA CAPACITÀ DI DIFESA E DI DETERRENZA". A QUESTO PROPOSITO LE CHIESE CONSIDERANO "UN ESERCITO PROFESSIONALE PREFERIBILE AL RIPRISTINO DEL SERVIZIO MILITARE OBBLIGATORIO”
(ANSA) - "Un mondo in disordine. Puntare ad una pace giusta" è il titolo di un corposo documento pubblicato dal consiglio delle Chiese evangeliche tedesche che si confronta con le principali questioni dell'attualità.
"Si tratta di valutare i pro e i contro in termini di etica della pace in relazione alla deterrenza convenzionale e nucleare, alle forniture di armi, al servizio militare e civile obbligatorio, alle sfide della guerra ibrida e del terrorismo" scrive nell'introduzione Kirsten Fehrs, presidente del Consiglio delle Chiese evangeliche. Il documento si confronta con numerose questioni, provando ad offrire risposte sulla base dell'etica religiosa. Soprattutto, proprio sul nesso tra l'idea di sicurezza comune e il ruolo del singolo : "l'etica evangelica della pace vede qui un'opportunità per rafforzare una nuova consapevolezza del legame tra libertà e senso civico".
Vengono riconfermati anche principi già espressi in passato dalle Chiese: "il pacifismo della rinuncia categorica alla violenza non può essere legittimato dal punto di vista etico", per quanto: "la violenza deve essere contenuta, se necessario con la controviolenza, senza però perdere di vista l'obiettivo di superarla".
Molto spazio è dedicato alla questione della guerra ibrida che colpisce le democrazie più degli altri sistemi. A questo proposito si legge: "un punto di svolta particolare è stato rappresentato dall'occupazione della Crimea da parte di soldati russi senza distintivi di appartenenza nel 2014, seguita dal finto referendum.
Aggressori esterni hanno collaborato con forze interne, rendendo confusa la linea di demarcazione tra aggressori e vittime". A fare della guerra ibride un elemento innovativo "è il rapido progresso tecnologico degli ultimi anni, in particolare nel campo della digitalizzazione, che consente la diffusione dell'aggressività e delle sue forme in tutti gli ambiti della vita". Il testo cita anche la definizione di "pace giusta", per la definizione della quale "può essere necessario l'uso della forza" per quanto come "ultima ratio".
Non mancano considerazioni sulla deterrenza: "L'evidente disprezzo dell'ordinamento giuridico internazionale dimostra che attualmente la sicurezza non può essere garantita solo, e forse nemmeno principalmente, attraverso la stabilizzazione dell'ordinamento giuridico internazionale. È invece necessario ripensare la propria resilienza in materia di politica di sicurezza, che comprende anche la capacità di difesa e di deterrenza". A questo proposito le Chiese considerano "il concetto della volontarietà e quindi di un esercito professionale preferibile al ripristino del servizio militare obbligatorio. Quest'ultimo può essere preso in considerazione solo quando è chiaro e comprensibile che non è possibile reperire le risorse umane necessarie".
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