RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Giuliano Foschini per repubblica.it - Estratti
In Italia «ci sono numerosi resoconti di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine che prendono di mira in particolare i rom e le persone di origine africana (…) Si tratta di una forma di potenziale razzismo istituzionale». La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri) del Consiglio d’Europa mette sul banco degli imputati il Governo e le sue forze di Polizia.
Lo fa con un report che nelle intenzioni avrebbe dovuto essere uno strumento tecnico, poco più di un sasso lanciato in uno stagno. E che, invece, nel giro di poche ore si è trasformato in uno tsunami: la premier Giorgia Meloni ha attaccato per prima, appena letti i primi titoli sui siti. «Le nostre forze dell’ordine — ha detto — meritano rispetto, non simili ingiurie».
Immediatamente sulla stessa linea il ministro Matteo Salvini: «L’Ecri è un ente inutile pagato anche con le tasse dei cittadini italiani. Se a questi signori piacciono tanto Rom e clandestini, se li portino tutti i casa loro a Strasburgo». E subito a ruota, sulla stessa linea, l’intero Governo. Fino all’intervento in serata del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha voluto esprimere al capo della Polizia. Vittorio Pisani, lo stupore per il report e il suo rispetto per il lavoro del Corpo.
«Ma noi non abbiamo mai voluto mettere in discussione il lavoro della Polizia italiana, né accusarla di razzismo, voglio dirlo al presidente Mattarella. C’è stata non da parte sua una strumentalizzazione rispetto al nostro lavoro», ha detto in serata a Repubblica Johan Friestedt, il segretario esecutivo dell’Ecri. «Con il nostro report, un lavoro collegiale che si basa su fonti solide e anche dichiarate, abbiamo voluto mettere in risalto alcuni particolari comportamenti della politica perché possano essere corretti. Ci sono delle nostre indicazioni al Governo, così come lo facciamo a tutti i Governi. Non c’è nulla di politico: noi siamo un organo indipendente, come indipendenti sono le nostre fonti».
L’Ecri è un organismo tecnico che nasce dopo la Convenzione europea per i Diritti dell’uomo e ha il compito, sulla base di visite periodiche, di monitorare i problemi di razzismo, xenofobia, antisemitismo, intolleranza. È composto da membri indipendenti, scelti da ciascuno dei Stati membri. Il report oggetto dello scandalo è lungo quarantasei pagine divise in quattro capitoli: i primi tre uguali per tutti i paesi sull’uguaglianza, i discorsi d’odio e l’integrazione. Un quarto specifico che per l’Italia — alla quale comunque Ecri riconosce una serie di azioni e di passi in avanti contro le discriminazioni — ha riguardato il razzismo e l’intolleranza, anche all’interno delle forze dell’ordine. Il punto dello scontro, appunto.
L’Ecri, senza in realtà indicare casi specifici, ha detto di «aver appreso di numerosi casi di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine». E ha accusato il Governo di «non raccogliere dati adeguatamente disaggregati sulle attività di controllo della polizia». «La profilazione razziale ha effetti negativi considerevoli, generando un senso di umiliazione e ingiustizia tra i gruppi colpiti, portando alla stigmatizzazione e all’alienazione. È inoltre dannosa per la sicurezza complessiva, poiché erode la fiducia pubblica nella polizia e contribuisce alla sottodenuncia dei reati». L’Ecri chiede quindi «una revisione indipendente» delle autorità, commissionando «al più presto uno studio completo e indipendente».
ROBERTO VANNACCI SUL PALCO DI PONTIDA 2024 - FOTO LAPRESSE
(…)
Il leghista di Firenze che filma una donna rom: «Votateci e non la vedrete più». Le denunce degli sportivi Mike Maignan, Paola Egonu, Romelu Lukaku che hanno raccontato di essere stati vittime di episodi razzisti fuori e dentro il campo. Il ministro Matteo Salvini e le sue “parole di odio”, “quelle piene di omofobia” del generale Roberto Vannacci.
La storia di Hasib Omerovic, il 36enne di etnia rom che si buttò dalla finestra per sfuggire alle torture di quattro poliziotti (uno ha patteggiato, per altri tre è stato chiesto il processo).
migranti in albania - vignetta by vukic
E ancora i report di istituti accreditati su le discriminazioni sui temi Lgbtq+, l’antisemitismo e islamofobia, gli attacchi del governo Meloni ai giudici che si occupano di migranti. Ecco le accuse dell’Ecri all’Italia.
MATTARELLA
Estratti da repubblica.it
(...) Una doppia operazione. Necessaria, quasi obbligata. Innanzitutto per difendere un corpo dello Stato e l’immagine del nostro Paese all’estero. Ma anche per sottrarre la polizia dalla presa della destra. E non lasciarla nelle mani di una parte. Ecco come nascono le sei stringate righe con cui Sergio Mattarella interviene sul rapporto europeo dedicato alle forze dell’ordine italiane. «Il Presidente della Repubblica – si legge a sera sulle agenzie di stampa - ha telefonato al capo della polizia, il prefetto Vittorio Pisani, esprimendogli lo stupore per le affermazioni contenute nel rapporto del Consiglio d’Europa e ribadendo stima e vicinanza alle forze di polizia».
Non c’è nulla di casuale, si diceva. Perché il Capo dello Stato si muove dopo aver letto attentamente il rapporto che è stato giudicato – riferiscono fonti del Colle - molto discutibile. Non siamo una Repubblica basata sull’arbitrio, su questo garantisce il Capo dello Stato. La polizia è un pezzo dello Stato, è lo Stato, è di tutti. Ed opera a difesa della intera collettività. Mattarella ha buon gioco nel sostenerlo visto che in passato non ha mancato di criticare alcuni abusi.
L’intento del Presidente è scongiurare così una radicalizzazione. Anche perché Meloni e alcuni solerti alfieri del sovranismo si sono subito scagliati a difesa delle forze dell’ordine, come fossero cosa loro. E invece nessuno se ne può avvantaggiare, né tentare strumentalizzazioni. Soprattutto se si considera che dalla maggioranza la critica al report è diventata in un istante contestazione dell’Europa, ultimamente aspra verso le mosse del governo italiano su altri dossier.
mattarella pisaniMEME GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI
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