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Giuseppe Agliastro per la Stampa
È la nota voce di Radio Eco di Mosca Tatiana Felghengauer l' ultima vittima delle violenze contro i giornalisti «scomodi» per il Cremlino. Ieri un uomo ha fatto irruzione negli studi dell' emittente vicina all' opposizione e ha sferrato una coltellata contro la giovane vice direttrice colpendola al collo. La 32enne versa ora in «gravi condizioni» ed è stata posta in coma indotto dopo essere stata operata. Non è però in pericolo di vita.
Stando alle ricostruzioni della polizia e dei media, l' assalitore - identificato come Boris Grits - sarebbe uno squilibrato ossessionato dalla reporter. Il movente del reato - sottolineano gli investigatori - non è ancora chiaro, ma «indizi preliminari» ricondurrebbero a una «antipatia personale».
E non è forse un caso che l' uomo si sia avventato proprio contro una giornalista finita nel mirino della tv di Stato russa.
Nonostante appartenga a Gazprom Media, la holding mediatica del gigante russo statale del gas, Radio Eco di Mosca è spesso critica nei confronti delle autorità e non di rado i suoi microfoni danno voce agli esponenti più importanti dell' opposizione.
Per questo non è ben vista dai sostenitori di Putin, anche se il direttore Aleksey Venediktov è noto per essere capace di mediare con le autorità e conosce alcuni importanti alleati del presidente russo.
Un pesante attacco contro la radio liberale è stato lanciato l' 11 e il 12 ottobre dal canale statale Rossija 24, che ha trasmesso un servizio dal titolo tanto imbarazzante quanto esplicativo: «Eco del Dipartimento di Stato».
La tv ha accusato Radio Eco di Mosca di essere in combutta con le potenze occidentali - e in particolare gli Usa - per diffondere propaganda antirussa in vista delle presidenziali di marzo. E inoltre ha dichiarato che le ong che finanziano la radio sono per la Russia una minaccia non meno grave dei terroristi dell' Isis. Un servizio chiaramente diffamatorio, in cui si è parlato «specificamente e ampiamente» di Tatiana Felghengauer.
Il presunto aggressore, questo Boris Grits, pare che fosse fissato con Tatiana. Sul suo blog, l' uomo, un 48enne residente in Israele, accusava in modo insensato la giornalista di «molestie» e di perseguitarlo. In un post del 14 settembre già annunciava che «presto» si sarebbe recato a Mosca e che se la presentatrice non avesse smesso di esercitare la sua «cattiva influenza» ci sarebbero state «conseguenze spiacevoli».
Così ieri, attorno all' ora di pranzo, ha fatto irruzione nella redazione della radio, al quattordicesimo piano di un edificio di via Novij Arbat, nel cuore della capitale russa. Per prima cosa ha messo ko una guardia con uno spray al peperoncino, poi, prima di essere immobilizzato dagli addetti alla sicurezza e consegnato alla polizia, ha accoltellato la reporter.
Molti giornalisti hanno subito intimidazioni e violenze in Russia negli ultimi anni. E non sono mancati gli omicidi. Secondo l' agenzia statale Tass, nel 2016-2017 ci sono stati 11 attacchi contro i reporter e uno si è concluso con un' uccisione. L' ong Fond Zashchity Glasnosti riferisce invece di 40 aggressioni e tre omic idi solo quest' anno. Appena un mese fa la nota firma di «Novaya Gazeta» Yulia Latynina si è rifugiata all' estero dopo che degli sconosciuti le hanno incendiato la macchina e due uomini in moto le hanno gettato degli escrementi in faccia urlandole contro di «gettare merda sulla Russia».
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