DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Felice Cavallaro per il “Corriere della Sera”
Gianfranco Micciche Stefania Prestigiacomo
Dopo il veto di Giorgia Meloni contro Stefania Prestigiacomo è in stallo la giostra dei candidati del centrodestra alla guida della Regione siciliana.
A tre giorni dal deposito dei simboli, la coalizione che nel resto del Paese ostenta coesione sembra andare in frantumi nell'isola dove si vota anche per l'Assemblea regionale. È l'opposto di quanto accade nel centrosinistra, che a Roma ha registrato la frattura dei Cinque Stelle e il divorzio fra Giuseppe Conte ed Enrico Letta, mentre nell'isola con Caterina Chinnici prova ancora a tenere insieme i cocci di una candidatura unica di pentastellati, democratici, sinistra e verdi.
Ci hanno provato anche ieri sera, tutti attorno a Caterina. Il dibattito è articolato, le distanze su termovalorizzatori o centri per l'impiego non mancano, ma la figlia del fondatore del pool antimafia resta la carta da giocare non solo per il segretario dem Antony Barbagallo che ripete: «L'avversario è il centrodestra».
Da quella parte però aumentano i rancori interni e bisogna sentire riecheggiare la promessa del Ponte sullo stretto di Messina, come fa Berlusconi, per trovare adesioni convinte alla azzardata battuta del cavaliere: «Se non ci fosse stata la sinistra, sarebbe già in funzione da tempo».
Per il resto Gianfranco Miccichè, da coordinatore regionale di Forza Italia, subisce come un affronto gli attacchi di Ignazio La Russa, ieri mattina in partenza dalla Sicilia dopo giornate e nottate di fuoco culminate nell'azzoppamento della candidata azzurra Stefania Prestigiacomo, nella messa all'angolo di Raffaele Stancanelli (FdI) come possibile outsider dell'uscente Nello Musumeci e nel risentito ritiro dello stesso Musumeci.
Va via adesso? Senza il nome del candidato? La Russa celia: «Torno torno, visto che dobbiamo attendere un altro nome da Forza Italia». Ma non solo Micciché, anche il coordinatore nazionale azzurro Antonio Tajani rilancia: «Il nostro nome è Prestigiacomo.
L'accordo si troverà con Lega e FdI, obiettivo è quello di vincere e governare e bene».
Pia illusione, a sentire La Russa che insiste, risoluto, su quanto ribadito da Meloni: «Non si può candidare chi è salito a bordo della nave carica di migranti a Siracusa insieme con Fratoianni, Magi, esponenti del Pd... tutti contro Salvini, allora ministro».
STEFANIA PRESTIGIACOMO SULLA SEA WATCH
Ma, dopo tre anni, il leader della Lega non ha posto questo problema sulla Prestigiacomo. Risposta: «Perché sperava che il problema glielo togliessimo noi di mezzo, come stiamo facendo. Il problema del cerino ha funzionato stavolta. Giorgia è abituata a dire quel che ritiene giusto, anche quando potrebbe essere più opportuno dire altro. Insistere sulla Prestigiacomo? Volerebbe De Luca il messinese, senza vincere, ma facendo vincere la Chinnici».
Ben diversa la posizione di Micciché: «Io furibondo. Berlusconi inc... nero. Come si fa a ripetere la storia della Sea Watch quando mezza Forza Italia nel 2019 la pensava allo stesso modo di Stefania? Mi preoccupa tutto questo. Troppa cattiveria, troppa violenza, non so davvero dove si va». Ecco perché un politico di lungo corso come Raffaele Lombardo, ex presidente della Regione, mette in guardia: «Il centrodestra sta giocando col fuoco. Basta diktat e veti. Si riavvolga la pellicola e tra i possibili candidati si guardi anche a Massimo Russo...». Altro nome che comincia a girare, insieme a quelli di Renato Schifani e, sorpresa, dello stesso Micciché.
STEFANIA PRESTIGIACOMOignazio la russa da giovaneGIORGIA MELONI NELLO MUSUMECI MUSUMECI SALVINI MELONI BERLUSCONI STEFANIA PRESTIGIACOMO, NICOLA FRATOIANNI E RICCARDO MAGI IN GOMMONE VERSO LA SEA WATCHstefania prestigiacomoMELONI MUSUMECISTEFANIA PRESTIGIACOMO SULLA SEA WATCH
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