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ANCHE IN VERSIONE “INTERNASCIONAL”, GIORGIA MELONI DEVE OCCUPARSI DI SALVINI – LA DUCETTA DAL VERTICE NATO DELL’AJA INFILA UNA FRECCIATONA ALLA LEGA, CHE HA CRITICATO L’INNALZAMENTO DELLA SPESA IN DIFESA AL 5% DEL PIL: “MI PARE CHE SIAMO TUTTI D’ACCORDO, VENGO QUI DA UNA RISOLUZIONE VOTATA DA TUTTA LA MAGGIORANZA. ABBIAMO PRESO QUESTA DECISIONE CON COGNIZIONE DI CAUSA, CON IL MINISTRO DELL’ECONOMIA”. RIFERIMENTO, NON CASUALE, AL LEGHISTA GIORGETTI…

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Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per www.repubblica.it

 

giorgia meloni al vertice della nato dell'aja 4

Il primo messaggio che Giorgia Meloni lancia al termine del vertice Nato dell’Aia non riguarda le spese militari, ma i dazi americani. Le chiedono se un accordo per barriere commerciali Usa al 10% potrebbe soddisfare Roma, la premier risponde: “Sono abbastanza d’accordo, non sarebbe particolarmente impattante”.

 

È una posizione che non tutte le cancellerie europee condividono, ma che la presidente del Consiglio considera ragionevole nel quadro della gestione di rapporti ordinati con Donald Trump. Una mediazione che, a suo avviso, potrebbe concludersi con un accordo, o almeno così auspica: “La discussione diciamo, è ongoing... io sono abbastanza ottimista. Non entro nel merito della trattativa, non lo possono fare gli Stati nazionali.

 

GIORGIA MELONI AL TAVOLO CON TRUMP ALLA CENA DEL VERTICE NATO DELL'AJA

Le interlocuzioni che vedo sono sempre più frequenti e ne vado fiera, perché rispetto a come eravamo partiti si ha ora una interlocuzione normalissima tra Stati Uniti ed Europa. È un risultato - sostiene ancora - sul quale l'Italia ha avuto un ruolo determinante”.

 

Eppure qui in Olanda Meloni, al pari dei leader delle altre capitali europee e dei partner dell’alleanza, ha dovuto sottoscrivere un impegno gravoso sul piano finanziario, accettando di investire entro dieci anni, quindi il 2035, il 5% del pil per spese militari.

 

La premier parla di impegni comunque “sostenibili’’ e aggiunge, con una fiducia che al momento non sembra garantita dai dati macroeconomici degli ultimi anni: "Non toglieremo nemmeno un euro dalle priorità del governo e dei cittadini italiani".

 

giorgia meloni al vertice della nato dell'aja 7

Sono, come detto, volumi di investimento enormi. Che secondo la leader non spingeranno comunque l’Italia ad accedere alla clausola di salvaguardia europea che garantisce lo scorporo delle spese militari dal deficit: “Non riteniamo di utilizzarla”, premette. “Nel 2026”, aggiunge, lasciando aperta la possibilità che in futuro il governo possa cambiare idea.In Italia, intanto, la Lega critica la soglia del 5%, bollandola come insostenibile. La presidente del Consiglio ovviamente non gradisce.

 

Quando le chiedono dei recenti distinguo, gli ultimi arrivati oggi dal responsabile economico del Carroccio Alberto Bagnai, reagisce così: "Mi pare che siamo tutti d’accordo, io vengo qui con una risoluzione votata da tutta la maggioranza. È una decisione che abbiamo preso con cognizione di causa con il ministro dell’Economia”.

 

Il riferimento è a Giancarlo Giorgetti, titolare del Tesoro in quota Lega, che pur avendo espresso dubbi sul riarmo, alla fine ha dato il via libera alla linea della premier. In

matteo salvini giancarlo giorgetti voto di fiducia sulla manovra 2024 foto lapresse

 

[…] È […] vero che il documento finale del summit richiama proprio la questione ucraina, criticando l’aggressione russa. "Al presidente Trump - dice Meloni, che la sera prima ha cenato al suo fianco durante l’appuntamento inaugurale del vertice - ho detto che la stessa determinazione usata sulla guerra tra Israele e Iran va usata anche per due altri cessate il fuoco: per l'Ucraina e a Gaza. Nella Striscia la situazione è insostenibile".

 

Anche perché, ricorda, Putin non mostra segnali di de-escalation. “E tutti i partner Nato continuano a sostenere Kiev”. Roma intende farsi promotore di una tregua a gazza anche nel consiglio europeo che si apre domani a Bruxelles. Prima di muoversi per la capitale belga, Meloni avrà una riunione proprio con Zelens’kyj e le altre principali capitali europee a margine del summit dell’Aia.

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