1- INCREDIBILE LAVITOLA: È L'UNICO UOMO AL MONDO CHE ANTICIPA DEI SOLDI AL BANANA!!! 2- IL NODO DEI 500MILA EURO A TARANTINI, PASSATI SU CONTI SUDAMERICANI: “MARINELLA MI DIEDE DUE TRANCHE PER 200 MILA EURO. LI AVEVO ANTICIPATI IO PER CONTO DEL PREMIER” 3- SULLE “FOTO”: “È INUTILE MENTIRE. ERANO SOLDI. ERANO PARTE DEL RIMBORSO CHE IL PRESIDENTE MI STAVA DANDO DA MOLTO TEMPO DEI SOLDI CHE AVEVO DATO A TARANTINI” 4- BOCCIATO DA NICCOLO' GHEDINI? “SÌ, IL ‘BIETOLONE”. È VERO, HO CERCATO DI MENARLO” 5- “IO HO UN SACRO TERRORE DELLA MAGISTRATURA. MI SONO RESO LATITANTE E HO FATTO BENE, PERCHÉ TARANTINI SI È FATTO UN MESE E MEZZO DI CARCERE, LA MOGLIE PURE” 5- “TARANTINI SCAPESTRATO, ANCHE UN PO’ FESSO CHE CONSUMA COME UNA FERRARI” 6- MESSAGGI PER BERLUSCONI: “C’È UNA TELEFONATA NON INTERCETTATA, I PM LA USINO”

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Ferruccio Sansa per Il Fatto

Un latitante che parla in diretta tv dal Centro America al programma Bersaglio Mobile di Enrico Mentana. Mentre il ministro degli Esteri Franco Frattini assicura che si sta facendo il possibile per assicurare Lavitola alla giustizia. Lui - l'ex direttore dell'Avanti! - è in camicia bianca e giacca blu, viso rilassato. In studio con Mentana anche Bonini di Repubblica e Formigli de La7.

Collegati dal Fatto Marco Travaglio e Marco Lillo. Esordisce tentando una difesa: "È elementare. Sarebbe sufficiente leggere in quello del Tribunale del Riesame. Non eravamo io Tarantini e la moglie a fare estorsione a Berlusconi. Ma saremmo stati io e B. a spingere Tarantini a mentire. Comportamento che non si è mai realizzato. C'è una telefonata mai intercettata, manderò un appello televisivo alla Procura".

Poi mostra un documento: "Io avevo in uso un'utenza Argentina dalla quale ricevo una telefonata di Tarantini, subito dopo io chiamo Berlusconi, gli faccio tre telefonate. Una di due minuti, non me lo passano, l'altra di un minuto, cade la linea. Poi una di nove minuti, lunga conversazione. Se ci fosse questa conversazione non ci sarebbe l'indagine... ci siamo detti quello che poi nella telefonata intercettata ho detto a Tarantini. Mi ha detto di questi 500mila euro, vuole che gli siano consegnati, che cosa faccio gliela metto realmente a disposizione. Calcoliamo che questo consuma come una Ferrari. E lui, non era destinata a mettere su un'attività. Vorrei chiedere perché telefonata non è stata intercettata. Forse un guasto tecnico". Insomma, Lavitola chiede che siano utilizzate telefonate non intercettate.

Lavitola si asciuga il sudore. Forse il nervosismo, forse che nei paesi tropicali fa caldo. Situazione paradossale. "Lei risponde ai giornalisti dalla latitanza - chiede Mentana - , perché se è così tranquillo perché non risponde alla magistratura?". Quella telefonata pare un ricatto: "Il Riesame dice che le frasi...‘mettere Berlusconi con le spalle al muro' dice che non era un ricatto".

Ma che cosa voleva dire? "I Tarantini sono scapestrati, ma non criminali. Lui è anche un po' fesso. I Tarantini erano con me pressanti in modo impressionante. Volevano vedere il presidente del Consiglio in più occasioni possibili. E volevano che un loro amico imprenditore secondo me pulito, tal Pino Settani, potesse avere un rapporto con l'Eni. Ma soprattutto volevano avere denaro da Berlusconi.

Quando dicevo ‘te lo devono chiedere in ginocchio' è riferiti agli avvocati, al patteggiamento. Tarantini diceva che chiedere il patteggiamento era una prova di serietà". Insomma, si sarebbe mostrato credibile e affidabile con Berlusconi.

Poi il capitolo massoneria: "A diciotto anni mi sono iscritto a una loggia di Roma che mi pare si chiamasse Areté, una delle poche occasioni di approfondimento culturale e di apprendimento a stare zitti. Sono tornato ‘silente' perchè la mia famiglia ha avuto problemi finanziari e non ho potuto più pagare la quota".

E sulle schede "sicure" passate al premier: "Non ho mai fornito a Berlusconi scheda peruviana". Poi un po' di amarcord: "Ho vissuto al margine la vicenda Tangentopoli. Se vuoi fare politica mi sono convinto che non puoi fare l'imprenditore nello stesso posto. Per questo sono venuto in Centro e Sud America. Ho azienda che si occupa di pesce e una piccola flotta di pescherecci. Adesso li sto vendendo, dallo smobilizzo di queste attività ho ricavato una somma".

"Da quanto non segue Berlusconi?". "Dal 24 agosto, da quella famosa telefonata. Ho le prove e i testimoni". Strano in quel colloquio Lavitola e Berlusconi si mettevano d'accordo. "Ma come ha conosciuto Berlusconi, tramite Craxi? "No". Comunque un rapporto molto stretto con il Cavaliere... "Io purtroppo, come ha detto Ghedini, io non sono mai riuscito ad avere alcun ruolo, nemmeno elettivo. Eppure ci puntavo. Sono riuscito, dopo lunga attesa, a far sì che il presidente mi concedesse udienza. Non dimenticate che anche se ormai indegno sono un giornalista, da 25 anni".

C'è poi il nodo dei 500mila euro. Strana operazione, il direttore dell'Avanti! che li anticipa a un miliardario. E fa passare tutto su conti sudamericani. Non aveva possibilità di far arrivare soldi a Tarantini e doveva fargli avviare l'attività commerciale". Ma perché il Primo Ministro deve prendersi a cuore la sorte della famiglia Tarantini? La risposta sorprende? "Perché mi rompeva le scatole due volte al giorno. Quando mi ha detto che se lo pagavamo non avrebbe rotto più, sono subito andato dal Presidente". "Ma ha mai ricevuto denaro all'estero da Berlusconi?". "No, e poi qui dove sono, i soldi non arrivano".

Lavitola lancia messaggi, quasi a sviare: "Complimenti per l'aereo", a Mentana. Come dire: io non sono a Panama. Sono in un posto dove non arrivano aerei. Sulle "foto" sospira: "È inutile mentire. Erano soldi. Erano parte del rimborso che il Presidente mi stava dando da molto tempo dei soldi che avevo dato a Tarantini". Insomma, ancora una versione sui soldi: quei 500mila euro.

"Quando e come ho conosciuto Berlusconi? Sono socialista, nel 1993-4 ero nel Psi. La gran parte dei socialisti riformisti sono passati in Forza Italia. Quando nel 1994 ci fu una delle prime riunioni del partito lo conobbi. Ho cercato di farmi apprezzare, ma con risultati nulli. Volevo fare il deputato, ma non ce l'ho fatta".

Bocciato da Ghedini? "Sì, il ‘bietolone". È vero, ho cercato di menarlo". "Io ho un sacro terrore, ho paura della magistratura. Non ho fatto questa intervista per irritarli". Ma rendendosi latitante come credeva che reagissero? "Bé, mi sono reso latitante e ho fatto bene, perché Tarantini si è fatto un mese e mezzo di carcere, la moglie è stata anche lei dentro".

 

VALTER LAVITOLA BERLUSCONI E LAVITOLA IN BRASILE - A DESTRA FEDERICA GAGLIARDIIL PRESIDENTE DI PANANA E LAVITOLABERLUSCONI MARTINELLLI E LAVITOLAIL PRESIDENTE DI PANANA, FRATTINI E LAVITOLAIL PRESIDENTE DI PANANA, FRATTINI E LAVITOLAValter LavitolaLAVITOLA E BERLUSCONI INSIEME A PANAMALavitola e L'AvantiLavitolaLAVITOLAlavitola-mail walfenzaoLAVITOLA