mino pecorelli giulio andreotti

GIULIO FECONDO – “IL FATTO” PUBBLICA UNA SUCCOSA ANTEPRIMA DI “DOSSIER OP”, IL LIBRO SULLE “NOTIZIE RISERVATE” DI MINO PECORELLI SU “OSSERVATORE POLITICO” – IL GIORNALISTA, DELLA CUI MORTE ANDREOTTI FU ACCUSATO DI ESSERE IL MANDANTE (E POI ASSOLTO), FACEVA INSINUAZIONI SULLE FREQUENTAZIONI “FOCOSE” DI BELZEBÙ: “CON L' OCCHIO AVIDO SCRUTA LE FINESTRE DELLE STANZE NELLE QUALI, GIOVANOTTO FOCOSO E GIÀ POLITICO DI RAZZA, AMAVA TRASCORRERE LE ORE DI LIBERTÀ CHE…” – VIDEO DA ''IL DIVO''

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mostra fotografica per il centenario nascita di giulio andreotti (4)

Anteprima dal libro “Dossier Op”, a cura di Lorenzo Ruggiero, ed. Kaos, pubblicata da “il Fatto Quotidiano”

 

Pubblichiamo alcuni brani tratti da "Dossier Op - Le notizie riservate di Mino Pecorelli". Questi articoli dedicati ad Andreotti dal discusso e spesso ambiguo "Osservatore Politico" sono del 1/3/1977 e del 16/4/1977.

 

GIULIO ANDREOTTI BALLA LA TARANTELLA

Un presidente del Consiglio dei ministri in carica non è, contrariamente a quanto sospetta la gente della strada, un automa, una macchina alimentata dal moto perpetuo al servizio quotidiano della comunità. È semplicemente un uomo al quale l'attività politica ha addossato un ulteriore fardello. Più di ogni altro sente perciò il bisogno, qualora le incombenze del suo alto incarico lo permettano, di rilassarsi, di estraniarsi dalle amare vicende della politica.

Mino Pecorelli

 

L' attuale presidente del Consiglio dei ministri, Giulio Andreotti, è più di ogni altro suo predecessore vittima del surmenage: la bancarotta nazionale, i rapporti con il Pci, la Siai Marchetti, i conti all' estero, da uscirne pazzi. Più di ogni altro politico, perciò, Andreotti apprezza i rari momenti di libertà. Ci dicono che ami trascorrere alcune ore al mese gironzolando, seguito da scorta competente, nelle vie della vecchia Roma.

 

giulio andreotti

I luoghi, in sostanza, che hanno visto attraverso trent' anni di vita politica la sua ascesa. Ci dicono che con particolare commozione si ritrova spesso a transitare sotto l' ex Albergo Dragoni. Ne ammira la facciata, e con l' occhio avido scruta le finestre delle stanze nelle quali, giovanotto focoso e già politico di razza, amava trascorrere le ore di libertà che allora erano più numerose di quanto siano ai giorni nostri. Inevitabilmente, nel corso di questo pellegrinaggio un sudore freddo gli attraversa la schiena. Ricorda quella drammatica sera nella quale stava per perdere al tempo stesso l' onorabilità e la futura carriera politica.

corpo di mino pecorelli

 

Lui, pallido in attesa del fatidico: "Documenti"; i suoi giovanissimi ospiti in preda al timor panico. Una scena da incubo. È nel ricordare quella terribile esperienza che il cuore di Giulio Andreotti (che tutti riteniamo erroneamente essere una spugna secca) si allarga in un fiotto di riconoscenza per la buonanima di Giovanni De Lorenzo.

 

***

 

mino pecorelli

Concediamoci una pausa di distensione e di riflessione. Vivendo in mezzo al marasma di scandali di palazzo, di crisi istituzionali, di presidenti ladri, di sequestri camorro-politici, si ha bisogno, ogni tanto, di staccarsi dalla pesante realtà quotidiana e di affondare nell' oblio dei ricordi. Alcune settimane fa riferivamo delle deambulazioni notturne di Giulio Andreotti. Seguiamolo ancora: è un personaggio di prim' ordine dal quale tutti abbiamo qualcosa da imparare. Lo ritroviamo (quanta nostalgia!) sotto le finestre del palazzo che anni fa ospitava il compiacente Albergo Dragoni.

 

Andreotti

Andreotti ripassa sempre più spesso sotto quelle finestre che gli ricordano le rapide ore rubate (del tutto legittimamente) al Paese e dedicate agli incontri con la sana gioventù romana degli anni 50 e 60. Ma l' itinerario romano del presidente del Consiglio non si esaurisce certamente all' Albergo Dragoni.

 

mino pecorelli

In pochi minuti, con veloci passettini, Andreotti si ritrova in via degli Schiavoni, un tempo sede del primo postribolo della Repubblica gestito dall' indimenticabile Mary Fiore. Nel salotto di Mary Fiore sono passati i più augusti nomi della Repubblica, politici di primo piano, banchieri e industriali, monsignori e agenti segreti di mezzo mondo. Anche Andreotti ne era ospite abitudinario? Per carità! Mai un errore del genere: perché affittare il corpo di una donna in un luogo dove microfoni e telecamere erano lo strumento secondario ma determinante di reddito della proprietaria nominale?

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