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Cesare Martinetti per “La Stampa”
vale??rie trierweiler hollande
Ma sarà proprio vero che i librai francesi hanno scelto di non mettere in vendita il libro di Valérie Trierweiler sulla fine del suo amore con Hollande per un sbandierata disobbedienza contro la dittatura dell’editoria spazzatura? E sarà vero, come scrivono i nostri amanti del luogo comune in attesa messianica del gesto eccentrico di qualche parigino, che si è trattato di no mirato e meditato, una anacronistica rivendicazione di valore? Mah.
A voler risalire all’inizio di tutta questa vicenda, anch’essa parte di quel grande romanzo popolare che è la storia di Francia, ultimamente ricca di episodi che sarebbero ugualmente piaciuti a Dumas, Balzac e Flaubert, le cose appaiono un po’ diverse. E all’origine di tutto non c’è nessun rifiuto delle memorie di Trieweiler, piuttosto la rabbia per non aver ricevuto le copie e dunque non poter vendere il libro più richiesto del momento.
Ma andiamo con ordine e partiamo da dove tutto è cominciato, la libreria «L’Imaginaire» di Lorient, graziosa cittadina atlantica, Bretagna, Nord-Ovest dell’Esagono. Il titolare, Damjan Petrovic, riconosce di essere all’origine di quella che in francese si chiama la «boule de neige», la palla di neve che dà origine alla slavina.
Ci racconta Damjan: «Il libro è uscito giovedì 4 settembre. Il meccanismo della distribuzione è tale per cui noi librai indipendenti possiamo ordinare i libri solo quando sono usciti. Nella mia libreria non ne avevamo nessun esemplare, ma subito fin dal mattino sono arrivate le richieste. Nessuna da parte dei nostri clienti abituali, gente sconosciuta, persone di passaggio. Ma noi non avevamo il libro. E allora ho scritto io stesso a penna questo semplice biglietto: Nous n’avons pas le livre de Trierweiler...».
Dunque lo scenario è quello di una libreria indipendente che combatte quotidianamente la sua battaglia di sopravvivenza tra Fnac e catene di vendita di vario tipo. Una libreria saltata necessariamente dalla distribuzione forzata di questo straordinario prodotto che sono le memorie della compagna tradita del presidente della Repubblica («Merci pour ce moment», edizioni Les Arènes) dove finiscono per disperazione coloro che hanno trovato il libro ormai esaurito negli altri punti di vendita.
E come succede che parte la palla di neve? «Io - ci dice ancora Damjan - volevo semplicemente evitare che le persone facessero inutilmente la coda». E invece succede che Damjan stesso fotografa il cartello e lo posta su Instagram e Facebook da dove parte lo tsunami, 20 mila contatti in qualche ora: «Hanno cominciato a insinuare che snobbavamo i bestsellers per esaltare la nostra caratteristica di libreria indipendente. Mai pensato una cosa del genere, ma altri librai hanno messo lo stesso avviso o altri messaggi simili».
Ecco, così tutto è partito. Però a Damjan (che è molto simpatico e si dichiara «onorato» di parlare al telefono con un giornalista de La Stampa perché è un fedelissimo lettore di Tuttolibri) vogliamo chiedere soprattutto due cose. Se avesse avuto la possibilità di ordinare il libro di Trierweiler, l’avrebbe fatto? «Certo, posso avere le mie opinioni sul libro, noi abbiamo settemila titoli di buona letteratura, ma i nostri clienti possono chiederci qualunque tipo di libro». Dunque lei venderà il libro? «L’ho ordinato, mi avevano detto stamattina (ieri, ndr), ora spero tanto che arrivi...».
Torniamo dunque a Parigi, dove ieri il libro dopo il tutto esaurito dei primi giorni è ricomparso un po’ ovunque, come all’«Ecume des pages», la snobbissima libreria di Saint-Germain-des-Près che ora ne esibisce pile e pile vicino all’ingresso senza alcuna esitazione: «Comprendiamo chi non l’ha voluto vendere, noi abbiamo fato un’altra scelta». Très bien.
julie gayet al festival di venezia
Ma chi - davvero - ha fatto la scelta di non venderlo? Difficile saperlo, però proviamo alla libreria «Contretemps», al 41 di rue Cler, nel settimo arrondissement, quello ad altissima concentrazione politica-ministeriale (Matignon sede del primo ministro, Quai d’Orsay ministero degli Esteri, Palais Bourbon il Parlamento, etc). È una di quelle librerie dove hanno messo dei cartelli in sequenza il cui filo era il seguente: non vendiamo la biancheria sporca di Trierweiler-Hollande, ma molta buona letteratura: Dumas, Balzac, Flaubert... Chiediamo alla proprietaria: avete ricevuto il libro di Trierweiler? «No». Ma se lo aveste avuto il giorno di uscita lo avreste venduto? «Certo – risponde la signora - sur commande». Bastava ordinarlo.
E allora? Il caso, come dice il simpatico Damjan, è un «colpo mediatico» da caso di studio. Per l’angolo da cui vogliamo guardarlo è invece un incrocio di due snobismi. Quello dei librai francesi indipendenti che non hanno avuto un libro che avrebbero venduto come qualunque altro e hanno trasformato tutto ciò in un caso che l’astuzia del mercato provvederà a risolvere. Quello degli italiani che moraleggiano sulla storiaccia presidenziale di corna e di vendetta, dimenticando che - qualità della scrittura a parte - sarebbe stata un’ottima storia per Flaubert e Balzac.
@cesmartinetti
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