DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1 - IDIOTI O TERRORISTI OPPURE TUTTI E DUE
Alessandro Sallusti per “il Giornale”
matteo salvini saluta luca telese (3)
Claudio Borghi Aquilini, onorevole leghista e presidente della commissione Bilancio della Camera, è una nostra vecchia conoscenza non priva di amicizia e simpatia. Il che, però, non ci impedisce di pensare che quello che ha fatto ieri è da idioti o da terroristi. Dire infatti in queste ore delicate e tormentate con l' Unione Europea e con la comunità finanziaria internazionale che «l' Italia dovrebbe mettersi a stampare moneta» equivale a buttare benzina sul fuoco, cosa appunto che fanno solo gli idioti o i terroristi.
Questo giochino del Borghi ci è costato solo ieri altri seicento milioni di spread su base annua. Non è la prima volta che accade. I nostri soldi svaniscono ogni volta che lui apre bocca perché Borghi non è un onorevole, è un bancomat alla rovescia, lui gli euro non li distribuisce, li distrugge. Nel senso che come parla gli investitori fuggono.
SCAZZO A IN ONDA TRA CLAUDIO BORGHI E CARLO COTTARELLI
All'inizio non era così, quando vedevano il Borghi in tv gli addetti ai lavori pensavano di essere sintonizzati su Scherzi a parte e si facevano due risate. Ridi oggi, ridi domani, a furia di ridere quel bizzarro signore, un filino egocentrico ed esibizionista, se lo sono ritrovati, non si capisce come e perché, nella cabina di regia dell' economia italiana e adesso che c' è poco da ridere non resta che la fuga.
Claudio Borghi più che un economista è un personaggio che - lo ammetto - ha sedotto anche me e negli scorsi anni l' ho aiutato a diffondere il suo originale pensiero (pure ospitandolo in tempi non sospetti su questo giornale). Mai più pensavo che stavo contribuendo a creare un mostro che avrebbe di lì a poco fatto schizzare lo spread oltre i trecento punti pronunciando solo poche parole.
giovanni tria e claudio borghi
Quando si dice che i giornali possono fare danni enormi a un Paese penso ci si riferisca anche al caso Borghi. Chiedo scusa alla comunità economica internazionale e ai piccoli risparmiatori, ma ormai è andata. Ora quello che dobbiamo capire è se Claudio Borghi ha detto che dobbiamo tornare a stampare moneta: a) per avere il suo nome nei titoli e la sua faccia nelle foto dei giornali di oggi; b) perché un idiota, non sa di che si sta parlando; c) perché è un provocatore che, su mandato di questo governo, cerca di creare le condizioni per farci cacciare dall' Europa. Conoscendolo, la risposta giusta più probabile è la a (ego ipertrofico), ma non me la sento di escludere nessuna delle tre, che peraltro possono convivere alla grande.
2 - CLAUDIO BORGHI: «SERVE UN TUTOR DELLO SPREAD PER FERMARE GLI SPECULATORI»
Luca Telese per “la Verità”
(Sorriso sarcastico). «Per caso sta cercando l' uomo che ha fatto crollare l' euro?».
Daniele Pesco, Giovanni Tria, Claudio Borghi
Sì, presidente Borghi, sto cercando lei.
«Guardi, semmai ha trovato l'uomo che sta cercando una soluzione per risolvere il problema dello spread».
La Reuters ha titolato sulla sua frase: «Meglio l'Italia fuori dall'euro»: un terremoto.
«Ridicolo. Sono sette anni che dico che l'Italia starebbe meglio fuori dall' euro. Ma da quando si è formata l' alleanza con il M5s ripeto che questo passo non è nel programma di governo».
E cosa è cambiato, allora?
«Nulla! Solo che il giornalista della Reuters ha eliminato la seconda parte della mia frase, costruendo una fake news ripresa da tutti».
Perché, secondo lei?
«Chieda a loro. Di sicuro quelli che a livello internazionale stanno provando a speculare contro l' Italia si attaccano a ogni virgola».
Ma non è preoccupato?
«Sì, e voglio risolvere un problema. Sto pensando a uno spread con il tutor, come il limite sulle autostrade».
Entro nell' ufficio del presidente della Commissione Bilancio di Claudio Borghi, a Montecitorio, e non sembra un giorno di tempesta. I numeri del Def, le telefonate, un sorriso sicuro. Su un foglio di carta, con la stilografica, disegna una retta indicando un indice massimo: 150. Poi mi guarda e fa: «Prima le spiego cosa è successo, poi questo, il tutor».
Ripartiamo dalla Reuters, dallo spread a quota 300.
«Se si riporta la frase completa, è la stessa cosa che dico da sempre: cioè, date le mie idee, una ovvietà. Lo avete già scritto voi, il Corriere, La Repubblica...».
Le stesse cose, in momenti diversi e con ruoli diversi, posso avere pesi diversi.
«Il fatto che un membro del parlamento abbia un' opinione personale, cosa può pesare sugli indici economici internazionali? Siamo seri!».
Ma lei è responsabile economico di un partito di governo.
«È la mia opinione: sarebbe tale anche se avessimo fatto il governo con il centrodestra.
Ma sono in minoranza, quindi non si fa. Punto».
Però i mercati vivono anche sulla paura, e lei lo sa bene.
«Non crede che abbiamo più paura di quello che dicono Moscovici o Juncker, piuttosto che di ciò che dice Borghi?».
Spieghi come la vede lei.
«A qualcuno fa comodo sollevare polveroni. Ci sono speculatori in giro. Fanno il loro lavoro. Chi ha montato grandi posizioni prova a guadagnarci. Nei mercati si usano i future: per un operatore è uguale guadagnare al rialzo o al ribasso. Chi specula non ha riguardi. Molti italiani hanno imparato questo meccanismo guardando "Una poltrona per due". Se li ricorda Dan Aykroyd ed Eddie Murphy che scommettono al ribasso sul succo di arancia?».
Speculavano su una notizia falsa sui raccolti.
«Esatto: prima avevano venduto molti contratti a prezzo alto, e poi li avevano ricomprati tutti a prezzo stracciato perché il raccolto delle arance non era andato a male».
Sta dicendo che in queste ore si sale e si scende allo stesso modo sui nostri titoli?
«Il succo di arancia sono i nostri bot. E l'idea di un nostro fallimento è un falso, una patacca clamorosa».
MATTEO SALVINI CLAUDIO BORGHI 2
Però vi fanno ballare.
«Noi non ripeteremo l'errore di Berlusconi nel 2011. Perse sia la guerra dei conti sia gli elettori, e lo spread non calò».
Lei deve dire così, ma le pressioni saranno terribili.
«Io sto comprando titoli di Stato italiani. 80.000 euro. Se dovessero scendere ancora, ne comprerò altri».
Influenza il mercato?
«No, faccio trasparenza. Tutti i politici devono dichiarare i loro investimenti».
Potrebbe essere un bluff.
«No, credo in quello che faccio. Vendetti tutti i miei titoli di Stato nell' estate 2011 perché dopo la Grecia non mi fidavo. Adesso di noi mi fido per forza. È però vero che ci sono grossi interessi politici contro di noi».
dichiarazione claudio borghi i suoi investimenti tutti all estero
Siamo isolati?
«Dice? Avrà notato che il governo francese non ha detto una parola contro di noi. Ovvio: stanno spendendo in deficit pure loro».
Moscovici è francese.
«Ma non parla come francese, piuttosto come eurocrate».
Macron ci è amico più di Sarkozy?
«Diciamo che sono silenziosamente solidali con noi».
Lei però non è stato molto diplomatico: ha scritto su Twitter contro Juncker.
(Risata) «In Cognac veritas».
Rasoiata che pagheremo?
«No, è la risposta a Juncker che dice: "Noi non possiamo tollerare che l' Italia abbia quello che chiede, altrimenti altri chiederebbero lo stesso e sarebbe la fine dell' euro". Lo scandalo è questa frase. Contiene la minaccia: colpirne uno per educarne cento. Poi l' idea che il potere debba essere concentrato nelle mani delle élite e sottratto ai governi.
Infine, c' è un avvertimento integralista: non possiamo permettere che chi discute il nostro culto viva».
Ma lo spread che sfonda quota 300 non la preoccupa?
«Certo. Sa come ha fatto la maggior parte dei suoi soldi Soros? Scommettendo contro la lira nel 1992. Vendeva lire. E quando Ciampi e Amato svalutarono la nostra moneta, guadagnò un sacco di soldi».
Era una mossa obbligata.
«Certo. Ma dovevano farlo prima di dissipare le nostre riserve valutarie».
Non mi ha ancora risposto.
«Una marea di persone costruiscono fortune giocando al ribasso sui titoli. Servirebbe una Consob mondiale per bloccare i pescecani».
Sa che non arriverà.
«Ma la scommessa degli sciacalli è mal riposta, perché noi non rinunceremo mai alla nostra agenda politica per cercare di placare il Dio spread con sacrifici umani. È un film già visto. Lo sanno gli elettori, lo sappiamo noi: le clausole e l' aumento dell' Iva sono eredità del 2011!».
Faccia altri esempi.
«Le tasse sul risparmio. Dal 12,5% sono arrivate al 20% con la manovra anti spread di Berlusconi, e con Renzi al 26%. Quando criticai quella manovra ero editorialista del Giornale: fui seppellito da lettere di consenso».
Il fatto di essere preparati non vuol dire che possiate essere certi di non capitolare.
«Guardi: Monti stesso, malgrado i suoi tagli, andò con lo spread a 500 ben due volte: dicembre 2011 e luglio 2012. Arrivò il downgrade di Moody's e lui disse la celebre frase: "Siamo virtuosi e ci castigano!". Lo spread guarda solo una cosa: c'è garanzia della Bce o no?».
Ci sono anche il nostro debito e il deficit, però.
«La Germania ha fatto trent' anni di deficit dal 1969 al 2015. Francia e Spagna fanno peggio di noi».
I Paesi del Nord no.
«La Norvegia? Grazie al piffero: hanno la popolazione dell'Emilia Romagna e sono il quarto esportatore di petrolio nel mondo».
Dicono scarichiate il fardello sulle future generazioni.
«È come in una famiglia avere un conto per le spese di casa. Ovvio che sia in deficit. Ma poi a casa hai la lavatrice, il televisore, la macchina...la nostra ricchezza».
Ai mercati non importa.
«Perché se lo Stato stampa denaro se lo deve far prestare? Ce lo vede un panettiere che dice: mi presta un po' di pane?».
Ma noi abbiamo ceduto sovranità monetaria.
«Esatto. La banca nazionale non può stampare denaro, e rinunciando alla capacità di stampare la moneta ci siamo resi aggredibili».
Perché appariamo deboli.
claudio borghi matteo salvini alberto bagnai
«Balle. Ha mai visto salire il tasso sui titoli inglesi? Nonostante la Brexit, la Gran Bretagna è a tassi zero. Lo spread della Spagna era immobile durante la crisi catalana...».
Bene, non c'è la garanzia. E allora?
«Ho fatto un conto: se saltasse l'Italia, per pagarci quanto hanno pagato la Grecia dovrebbero spendere venti volte di più. Il problema diventerebbe mondiale. Se prendi la misura degli 80 miliardi dati alla Grecia nell'ultimo pacchetto di aiuti, è come se per l' Italia spendessero 300 miliardi. È assurdo».
Hanno altri obiettivi?
«Sì. Pensano all' assalto alle nostre imprese».
Quindi che facciamo?
«Se veramente si arriva al punto in cui il nostro finanziamento diventa insostenibile, qualcuno si domanderà perché stare a questo gioco. Ma io penso che non ci si arriverà. È una situazione creata artificialmente. Abbiamo il miglior avanzo primario, il miglior risparmio privato, il secondo surplus commerciale. Noi, nonostante l' euro, vendiamo più di quello che importiamo. La Spagna invece è in deficit di bilancia commerciale di 30 miliardi, la Francia di 60».
SCAZZO A IN ONDA TRA CLAUDIO BORGHI E CARLO COTTARELLI
Lei contesta i mercati?
«È il contrario: sono loro che cancellano il mercato della moneta, e devono risolvere».
E qui arriva la sua idea.
«Il tutor sullo spread».
Come funzionerebbe?
«Come in autostrada. Cosa succede se non puoi andare a più di 140 all' ora? Nessuno corre più perché altrimenti arriva la multa. Il problema del braccio di ferro a tre fra Commissione europea, mercati e governo italiano è tutto qui».
Vuole una soglia limite alle fluttuazioni dello spread?
«Esatto: ipotizzo che la garanzia sul debito dei Paesi Ue scatti sopra quota 150».
La speculazione troverebbe una garanzia, ma Bruxelles potrebbe dire ai Paesi del Nord che c' è un prezzo che gli indisciplinati pagheranno se non saranno virtuosi.
«Con lo "spread tutor" rimarrebbe una penalizzazione, ma i pirati della finanza non potrebbero più uccidere nessuno».
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