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Giovanni Pons per "La Repubblica"
Si scalda l'ambiente intorno alle Generali. La Palladio finanziaria di Roberto Meneguzzo e Giorgio Drago vuole crescere nell'azionariato del Leone e ha avanzato un'offerta formale per acquistare le azioni della fondazione Crt racchiuse nella scatola societaria Effeti. Lì dal 2010 è custodito un 2,2% che Palladio e Crt avevano rilevato dall'Unicredit di Alessandro Profumo, obbligato a cedere per motivi antitrust dopo il matrimonio con Capitalia.
Il pacchetto valeva 600 milioni, Palladio e la Crt versarono 150 milioni di capitale a testa e per gli altri 300 arrivò un finanziamento di Veneto Banca. L'idea era stata promossa da Fabrizio Palenzona, il vicepresidente Unicredit che ora "dirige" la fondazione Crt pur senza rivestire alcun incarico. Ma sono passati tre anni e i rapporti tra Meneguzzo e Palenzona si sono deteriorati, soprattutto a causa della battaglia che ha portato Unipol, sostenuta a spada tratta da Unicredit e Mediobanca, a conquistare il controllo di Fonsai. Meneguzzo, insieme alla Sator di Matteo Arpe, aveva avanzato un'offerta alternativa che non è stata neanche presa in considerazione per la ferrea opposizione di Palenzona e Alberto Nagel, ad di Mediobanca.
A complicare i rapporti è arrivata l'indagine interna alle Generali condotta dal nuovo ad Mario Greco, e le rivelazioni che nel 2007 la compagnia aveva acquistato attraverso tre veicoli esteri titoli al portatore emessi dalla Pfh1, una delle holding di controllo di Palladio finanziaria. Meneguzzo ha ribattuto che l'operazione del 2007 era finalizzata alla fusione con la bresciana Hopa, e che nulla aveva a che vedere con l'offerta della primavera 2012 su Fonsai. Inoltre, i titoli al portatore possono cambiare di mano in ogni momento e solo nel 2017 verranno convertiti nel 24% di Pfh1 senza alcun diritto di governance né di gestione in Palladio. Ora bisognerà vedere come reagirà la Crt all'offerta di Palladio.
Il patto in Effeti si è automaticamente rinnovato a novembre ma le parti hanno la possibilità di chiedere in ogni momento la scissione o l'acquisto della quota della controparte. Il problema di Caritorino è che ha in carico le azioni a 18 euro mentre sul mercato valgono poco meno di 14 euro. Dunque sia nel caso di vendita a Palladio sia nel caso di scissione, la Crt va incontro a una minusvalenza che andrà a impattare su un bilancio già appesantito dall'esborso per l'aumento di capitale Unicredit.
Se si procederà alla scissione Palladio entrerà in possesso del suo 1,2% più la quota parte di debiti e molto probabilmente arrotonderà la partecipazione acquistando azioni sul mercato. E poi Meneguzzo ha intenzione di intervenire all'assemblea Generali di aprile, chiedendo a Greco di fare chiarezza su tutte le operazioni con parti correlate che la compagnia ha portato avanti nella gestione Perissinotto.
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