PER LA CONSULTA CHIAMANO L’ONU – CON LA SCUSA DELL’ASSEMBELA GENERALE AL PALAZZO DI VETRO, SI PENSA DI FERMARE PER UNA SETTIMANA IL VOTO SU BRUNO E VIOLANTE – CHE COSA NON SI FA PER EVITARE ALTRE FIGURACCE

Liana Milella per “la Repubblica

 

Donato Bruno Donato Bruno

Per la Consulta e i due giudici già si va oltre il voto di domani a Montecitorio dando per scontata la fumata nera. Si fanno strada due ipotesi. La prima: blindare almeno il voto sul Csm, dove bisogna eleggere due consiglieri, per sbloccare la grave impasse dell’attuale Consiglio in prorogatio . Mentre la Consulta può funzionare con 13 giudici (e pure con 11), il Csm è congelato, con grave preoccupazione del suo presidente Napolitano per le numerose nomine da fare dopo il taglio dell’età pensionabile delle toghe. La seconda ipotesi, a votazione fallita, è chiedere ai presidenti delle Camere una pausa di riflessione, motivata da due fatti, l’assemblea dell’Onu a New York che non solo vede presente Renzi, ma comporta la partenza di un’ampia delegazione fatta di ministri, vice ministri, sottosegretari, presidenti e vice presidenti di commissione. Per la seduta di domani alle 12 i responsabili dei gruppi hanno chiesto di sospendere le missioni e di rinviare i voli, ma da quel momento verrebbe a mancare un nutrito gruppo di votanti.

Luciano Violante Luciano Violante

 

Non solo. Se né Bruno né Violante raggiungono l’alto quorum previsto – i 3/5 dei componenti l’assemblea – a quel punto, dopo 14 votazioni, si dovrà pensare a due nomi diversi. E il segretario del Pd è via per una settimana. L’esigenza del rinvio potrebbe trovare ascolto presso i presidenti delle Camere in tensione per il lavoro ordinario che si sta accumulando. La condizione però è che domani si dia il via libera ai due candidati per il Csm, il forzista Zanettin e la Balducci per conto di Sel. Il Pd sta lavorando su questa ipotesi, che ha una forte controindicazione: Sel, incassata Balducci, potrebbe non votare più Violante per la Corte. Ma è certo che, dopo il caso Isernia, Sel non voterà Bruno.

FELICE CASSON FELICE CASSON

 

Proprio l’affare Bruno, non bastasse quello sul lavoro, ha aperto nel Pd lo scontro su che fare con un indagato. Casson, su Repubblica, ha detto la sua, in sostanza non votare per lui. Ma c’è chi insiste sull’assenza di una conferma ufficiale sulla posizione di Bruno che non ha ricevuto un avviso di garanzia (non è obbligatorio). «Perché la procura di Isernia, come ha fatto Napoli per Vitali, non chiarisce ufficialmente la sua posizione?», dicono nel Pd. Ma ai giornalisti Isernia ha confermato che Bruno è indagato. Fi lo difende e Berlusconi ha detto ai suoi: «Sia chiaro che se cade il nostro Bruno cade pure Violante».

PAOLA BALDUCCI PAOLA BALDUCCI

 

Il Leader di Fi è convinto che, anche per via della rissa sul jobs act, Violante calerà i voti in chiave anti Renzi. Fi però avrebbe interesse a portare a casa la candidatura di Zanettin, genero dell’avvocato Coppi, ma non è riuscita a chiudere un’intesa con la Lega.

 

Il Pd s’interroga su che fare con Violante che rischia di uscire malconcio, mentre avrebbe potuto essere nominato da Napolitano che entro il 9 novembre deve scegliere altri due giudici della Corte perché scadono il presidente Tesauro e Cassese. Una parte dei Dem si preoccupa di appannare Violante mettendolo da parte assieme all’indagato Bruno. Ma se il Pd insistesse su di lui, ufficializzando il no a Bruno, a quel punto Fi non lo voterebbe più. M5S lancia un segnale, sarebbe disposto a votare per Augusto Barbera. Per raggiungere quota 570 gli oltre cento voti grillini non sono da buttar via.

 

Augusto BarberaAugusto Barbera