SORCI VERDINI PER RENZI - IL "MACELLAIO" TOSCANO VUOLE “AFFIANCARSI” AL PD, VELTRONI LO STOPPA E BOCCIA IL PARTITO DELLA NAZIONE: "PD SNATURATO, VERDINI E’ UN’ALTRA COSA” - L’IRA DELLA MINORANZA DEM: “IL PARTITO NON È UNA LOGGIA”

M.Gu. per il “Corriere della Sera”

 

RENZI VERDINIRENZI VERDINI

L' effetto «V», dal nome di Denis Verdini, ha fatto saltare di nuovo i nervi alla minoranza del Pd. È bastata una parola, poi smentita, a scatenare le reazioni della sinistra, che teme l'ingresso del senatore ex berlusconiano e la nascita del partito della nazione. Operazione sgradita anche a Walter Veltroni, primo segretario del Pd, che arriva a parlare del suo partito alludendo a Zelig di Woody Allen.

 

Ha detto a Otto e mezzo su La 7: «Il Pd non doveva snaturare se stesso. È un programma, un sistema di valori e se si crede in questo non c' è bisogno di cercare chi è talmente diverso da essere difficilmente compatibile. Verdini? Per la sua storia e le sue scelte politiche è altra cosa».
 

walter veltroniwalter veltroni

Due giorni fa, rispondendo a Stefano Folli durante la presentazione del libro di Massimo Parisi Il patto del Nazareno , il leader di Ala ha detto che alle prossime elezioni politiche il suo movimento non sarà «una componente del Pd, ma una cosa che si affianca». Le agenzie di stampa hanno trascritto «una cosa che si affilia» e l' uso del termine ha scatenato una bufera.

 

«Affiliarsi è una parola che non mi piace - ha reagito Roberto Speranza -. A Verdini voglio ricordare che il Pd è un partito. Non una loggia. A un partito ci si iscrive o con esso si fa un' alleanza. E per il Pd credo che nessuna delle due cose sia auspicabile».
 

denis verdini con la moglie denis verdini con la moglie

Il senatore, che ha stretto con Renzi un patto sulle riforme, ha smentito di aver mai usato la parola incriminata, eppure la tempesta non è scoppiata dentro un bicchier d' acqua. Il problema, per la minoranza pd, non è solo l' evocazione di una terminologia massonica, ma la marcia di avvicinamento di Verdini al Pd.

 

«È necessario che qualche esponente nazionale del Pd smentisca questa "affiliazione" in modo categorico - avverte il presidente della Toscana, Enrico Rossi -. Per tante ragioni ideali e per il fatto che, così dicendo, Verdini ci fa perdere consensi a sinistra».
 

L' ex coordinatore di FI, che fu garante del patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi, assicura di non aver mai usato il termine «affiliazione» («Ho semplicemente parlato della possibilità di "affiancare"») e invia alle agenzie le trascrizioni del suo intervento. «Non c' è peggior sordo di chi non vuol sentire», commenta.

VERDINIVERDINI

 

E attacca la minoranza pd: «La ricerca spasmodica di ciò che non esiste altera la realtà e alimenta le dichiarazioni di quegli esponenti politici capaci solo di mestare nel torbido».

 

La polemica però non si ferma. L' ex responsabile Giustizia dem, Danilo Leva: «Caro Verdini, il Pd non è una loggia ma un partito. Ci si entra in base a una comunanza di valori e non di interessi».

 

E Davide Zoggia, deputato vicino a Bersani: «Se Verdini si affilia al Pd, il Pd non esiste più, è una ipotesi contro natura». Al di là delle allusioni della minoranza ai problemi giudiziari di Verdini e compagni, è chiaro che a turbare i loro sonni è la strategia di Verdini e soprattutto quella di Renzi.

 

walter veltroniwalter veltroni

Cosa succederà alle prossime elezioni? Il Pd sarà ancora un partito che si richiama ai valori socialdemocratici, o sarà invece un «partito pigliatutto»? Verdini dichiara che si presenterà con le sue insegne, eppure aggiunge che Ala sarà determinante e garantirà sostegno al governo su tutte le «riforme liberali». Il suo progetto comincia a delinearsi:

 

«Possiamo andare per conto nostro, raggiungere una percentuale, portare a casa parlamentari che ragionano più come Renzi rispetto a una sua eventuale sinistra, che si formerebbe senz' altro...».

 

Ieri sera, rivolgendosi a Speranza e ai «tanti piccoli Lenin» che lo hanno attaccato, Verdini ha restituito le attenzioni ricevute: «Ai politici e alle famose "veline" che non perdono occasione per attaccare il sottoscritto, dunque, consiglierei sì una affiliazione, ma a una terapia di gruppo». Lo scontro è solo all' inizio .

 

2. “NO A VERDINI, IL PD NON È UNA LOGGIA”

verdiniverdini

Goffredo De Marchis per “la Repubblica”

 

«Non esiste alcun partito della Nazione», ripete Renzi anche dopo che Denis Verdini ha immaginato un affiancamento al Pd per le prossime elezioni. Del resto, dicono a Palazzo Chigi, l’obiettivo semmai è portare i voti moderati nel bacino dem, ma non di perdere quelli più legati alle stagioni dell’Ulivo.

 

Cosa che succede ogni volta che l’ex coordinatore di Forza Italia fa un passo verso Largo del Nazareno. «E Matteo non fa niente di controproducente quando si tratta di voti», spiegano i suoi fedelissimi.

 

renzi verdini renzi verdini

Ma la preoccupazione di chi si sente ancorato al centrosinistra è che la mutazione genetica del Pd non passi né dal nome né dalla presenza, più o meno in prima fila, di Verdini. Francesco Boccia per esempio dice che non c’è niente del Partito democratico in certi contatti con i mondi grigi di Flavio Carboni. Si riferisce agli incontri di Pier Luigi Boschi, padre di Maria Elena, con il faccendiere sardo per parlare di Banco Etruria.

 

«Per fortuna il Pd è distante da certi personaggi», aggiunge Boccia. Questi mondi però potrebbero infiltrarsi nei comitati per il Sì al referendum costituzionale. Il timore di Roberto Speranza è che quei gruppi di persone divengano il nucleo originale di «un nuovo soggetto politico».

 

Spiega il capo della minoranza: «Leggo che Ala vorrebbe affiliarsi al Pd. Mi sento di rispondere che non siamo una loggia. Ogni volta che Verdini parla 5 parlamentari si convincono ad appoggiare il governo e 5 mila persone si allontanano dal Pd. Il segnale che andrebbe dato è: il centrosinistra non ha niente a che vedere con Verdini e con Alfano».

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Invece sia Verdini sia Alfano faranno campagna a tappeto per il Sì e Renzi ha caricato di un profondo significato politico la scadenza referendaria. «Allora chi sta dentro i comitati, che saranno tantissimi, diventa parte di un progetto nuovo che va oltre il Pd - spiega Speranza - mentre tra chi sta fuori non fa più differenza tra Brunetta e Fassina.

 

Una differenza che invece esiste e alla quale noi dovremmo prestare attenzione». Se i comitati diventeranno anche la prova generale di una nuova classe dirigente, il pericolo, a giudizio della sinistra interna, cresce ancora «perché si può imbarcare chiunque», conclude Speranza.

 

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Dunque, le operazioni parlamentari vadano avanti, «ma presentarsi alle elezioni insieme è un’altra cosa», avverte anche Walter Veltroni. «Il Pd sta perdendo pezzi a sinistra ma per recuperare consensi non deve andare a cercare chi è incompatibile con te come Verdini». Perciò niente «partito della Nazione che imbarcherebbe tutti». Però al governo non dispiace la campagna acquisti di Ala: sono in arrivo altri quattro parlamentari.

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