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Giovanni Pons per "la Repubblica"
L'ultima lettera dell'Isvap a Premafin e Fonsai è del 10 gennaio scorso e sancisce lo stato di crisi del gruppo chiedendo un piano d'intervento per ripristinare i margini di solvibilità . La precisazione è arrivata direttamente da Giancarlo Giannini, presidente dell'Isvap, uscito allo scoperto per ricordare che il primo intervento dell'authority sul gruppo risale al marzo 2011.
«Lo stato di crisi della holding, nella sua qualità di controllante di Sai Fondiaria, è stato oggetto di uno specifico intervento già nel marzo 2011 - scrive Giannini a Repubblica che ieri aveva evidenziato un ritardo nell'azione dell'Isvap-; intervento che ha determinato il ben noto aumento di capitale del giugno scorso. Successive e reiterate iniziative di vigilanza sono culminate da ultimo nella comunicazione del 10 gennaio 2012, anch'essa indirizzata a Premafin e Sai Fondiaria, con richiesta di piani d'intervento volti a ripristinare i rispettivi margini di solvibilità del gruppo».
Dunque, cerchiamo di riepilogare. Il gruppo Fonsai è in rosso dall'esercizio 2009 quando registra 342 milioni di perdite e la controllante Premafin è sotto inchiesta da parte di Consob dall'agosto 2010 per l'opacità dell'azionariato e movimenti anomali sul titolo.
Nel 2010 il rosso sale a 717 milioni e solo nel marzo 2011, come riferisce il presidente Giannini, l'Isvap determina lo stato di crisi del gruppo, cioè sia di Fonsai che della controllante Premafin, chiedendo il ripristino dei margini di solvibilità ai sensi degli articoli 227 e 228 del Codice delle assicurazioni.
Fonsai a quel punto decide per una ricapitalizzazione da 450 milioni, la controllata Milano ne mette in cascina altri 350 seppur non ne abbia bisogno e di riflesso la controllante Premafin si ritrova con un solvency ratio di nuovo sopra 100. In base a quello stato di crisi Unicredit e Premafin chiedono e ottengono dalla Consob l'esenzione dall'Opa su Fonsai nonostante due mesi prima un'operazione simile da parte di Groupama sia stata stoppata proprio dall'obbligo di Opa sancito da Consob.
Poi la situazione peggiora, in agosto lo spread dell'Italia comincia a salire e i titoli di stato in pancia alla Fonsai perdono di valore erodendo gli 800 milioni di aumento. A settembre Fonsai segnala all'Isvap di non riuscire a mantenere gli obbiettivi prefissati per fine anno, poi più niente fino al 23 dicembre quando comunica che la perdita 2011 dovrebbe arrivare a 925 milioni e il cda delibera un nuovo aumento di capitale tra 600 e 750 milioni.
Ma a fine dicembre l'Isvap ha contezza che il buco continua ad allargarsi e il 10 gennaio 2012 invia la seconda lettera sia a Fonsai che a Premafin manifestando un nuovo stato di crisi e un nuovo piano di rientro. Gli accordi del week end scorso indicano che l'aumento di Fonsai sarà di 1,1 miliardi e che Unipol è intenzionata a chiedere l'esenzione Opa sia su Premafin che su Fonsai. Il piano di rientro, però, non è ancora stato presentato all'Isvap né il quesito sull'esenzione alla Consob anche se sul mercato è stata fatta passare l'idea che è già tutto approvato.
Giancarlo GianniniGIANCARLO GIANNINI - Copyright PizziFONSAISalvatore Ligresti
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