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Rocco Cotroneo per "Corriere.it"
Adesso è l'Italia a trovarsi una grana con un latitante fuggito dal Brasile. Nella giornata della grande retata di politici e manager per un vecchio scandalo di corruzione (il cosiddetto «mensalão», esploso nel 2005), si è appreso che uno dei grandi imputati è rifugiato nel nostro Paese. Si tratta di Henrique Pizzolato, ex direttore marketing del Banco do Brasil: come si intuisce dal nome è discendente di emigrati e ha il doppio passaporto.
Il che lo dovrebbe mettere al riparo da una richiesta di estradizione da parte della giustizia brasiliana. Pizzolato deve scontare una condanna definitiva a 12 anni e 7 mesi per corruzione e riciclaggio di denaro. Secondo i giudici, ha avuto un ruolo importante nei finanziamenti a partiti e deputati che il governo Lula, primo mandato, organizzò per assicurarsi i voti che gli mancavano in Parlamento.
ARRESTI - Lo scandalo, giunto solo adesso alla fine del suo lungo inter processuale, ha portato dietro le sbarre in questi giorni il braccio destro e primo ministro di Lula, José Dirceu, e l'allora segretario del partito dei lavoratori, José Genoino. Tutti gli imputati sono stati arrestati o si sono presentati spontaneamente alla polizia tranne Pizzolato.
L'ex manager sarebbe in Italia da almeno un mese e mezzo, dopo aver lasciato il Brasile via terra. Dal Paraguay, probabilmente con un documento falso, ha poi varcato l'oceano. Pizzolato ha già fatto sapere che la cittadinanza italiana gli concede il diritto a un nuovo processo nel nostro Paese, «come stabilito dai trattati bilaterali» e «lontano dagli interessi dei poteri forti nei mass-media brasiliani».
BATTISTI - Nel recente passato, il banchiere brasiliano Salvatore Cacciola, ricercato per un crac, riuscì a vivere tranquillamente a Roma per qualche anno grazie al doppio passaporto. Venne arrestato e poi estradato in Brasile solo perché colto dall'Interpol in vacanza a Montecarlo. Stavolta la latitanza di Pizzolato potrebbe essere ancora più tranquilla, si fa sapere in ambienti giudiziari, perché sulla vicenda non potrà che pesare la lunga battaglia perduta dall'Italia sull'ex terrorista Cesare Battisti, mai riconsegnato dal Brasile.
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